Essere giornalisti o scrittori non significa saper scrivere, è un’arte che diventa tale solo quando si prova uno strano disagio di fronte ad una pagina bianca.
Quando poi si preferisce scrivere piuttosto di fare qualsiasi altra cosa ecco che tutto diventa un’opera che resterà sempre incompiuta. La mia memoria percorre nomi illustri di scrittori che hanno partecipato anche alla storia del giornalismo, ma ve n’è uno che merita di essere ricordato, un uomo che di solito cominciava a scrivere alle prime ore dell’alba e spesso finiva a notte fonda, battendo sui tasti a un ritmo di novanta parole al minuto.
Si chiamava Isaac Asimov. Scrittore di centinaia di libri e giornalista di migliaia di articoli per giornali e riviste di scienza, matematica e fantascienza, chi non lo ricorda?! Nel suo studio di New York – con le sue tre macchina elettrica – amava passare da un argomento all’altro e senza alcuna difficoltà o riprendeva in qualsiasi momento. Lo scrittore Theodore Sturgeon scriveva di lui sul New York Times: “Il ruolo di Asimov nell’ambiente letterario non ha precedenti, perché non solo non è ammirato per le sue opere di fantascienza, ma é apprezzato come giornalista di almeno 20 venti discipline diverse”. In realtà era una persona estroversa, che sapeva conversare con chiunque e dedicando alle persone che incontrava più tempo di quanto gli fosse richiesto.
Era nato nel 1920 a Petrovici a 300 chilometri a ovest di Mosca. Seguirà ben presto il padre, emigrato in America, ed esattamente a Brooklyn, dove aveva aperto una serie di negozi e di caramelle e dolciumi. Isaac aiutava il padre al negozio, ma tutto il suo tempo libero lo trascorreva in biblioteca. “La prima domanda di iscrizione a una biblioteca la feci che avevo solo sei anni, ma non potevo portare a casa più di due libri alla volta, è così portavo a casa solo i volumi più grossi”. A nove anni rimase folgorato dalla lettura della rivista di fantascienza Science Wonder Stories. A undici anni comincia a scrivere i suoi primi articoli, a diciassette anni comincia a collaborare con la redazione della Astounding Scienze Fiction. Iscritto alla facoltà di medicina, non fu però ammesso, perché giudicato immaturo per il tipo di corso. Pur dispiaciuto disse “tutto sommato mi sento sollevato, non avevo mai voluto fare il medico”, e si iscrisse così a chimica. Ma la sua passione era la letteratura, al punto tale da passare le notti e ogni week-end a scrivere articoli per alcune testate giornalistiche. Nel contempo lavorava come insegnante fino a quando nel 1958 decide di dedicarsi completamente all’attività di scrittore. Produsse un’infinità di libri di scienza e fantascienza, ma anche opere critiche sui classici, come Byron o Shakespeare e addirittura la Bibbia. Inoltre, racconti per l’infanzia e collane di poesia di argomento vagamente erotico.
Nel 1977 edita la sua prima rivista Isaac Asimov’s Science Fiction Magazine.
Nel 1972, gli viene diagnosticato un tumore alla tiroide con urgenza di intervenire chirurgicamente. La sua reazione fu quella di dire “Ho solo 52 anni, se morissi ora farei la figura del fesso, perché lascerei troppe cose a metà”. E mentre attende l’operazione scrive un breve racconto giallo.
La sua attività termina il 6 aprile 1992, quando muore per arresto cardiaco, per aver preso l’infezione HIV durante una trasfusione di sangue nel 1983, dopo un’operazione di bypass cardiaco. Nel 1995 esce la sua ultima autobiografia postuma.
Le sue “prime edizioni” dei romanzi più famosi sono tra le opere ricercate da bibliofili di tutto il mondo.