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Irisbus, corsa contro il tempo per evitare la chiusura. Saglia convoca riunione per il 21 settembre

Stefano Saglia, sottosegretario allo Sviluppo economico, ha convocato una riunione per il 21 settembre – L’obiettivo è trovare una soluzione alternativa alla chiusura dello stabililento, nella provincia di Avellino, annunciato da Fiat Industrial – Si tratta dell’ultimo impianto di fabbricazione di autobus esistente in Italia – In pericolo 685 posti di lavoro

Irisbus, corsa contro il tempo per evitare la chiusura. Saglia convoca riunione per il 21 settembre

“Il ministero dello sviluppo economico ha convocato Fiat Industrial, Anfia e i segretari generali di Cgil, Cisl, Uil e Ugl per esaminare le problematiche della società Irisbus. L’incontro si terrà mercoledì 21 settembre al ministero”. L’annuncio lo dà il sottosegretario allo Sviluppo economico, Stefano Saglia, rispondendo a un’interpellanza urgente in Aula alla Camera sul caso Irisbus. Fiat Industrial ha infatti annunciato di voler chiudere lo stabilimento della Irisbus (controllata al 100% da Iveco, e quindi dal gruppo Fiat Industrial) a Flumeri (Avellino), con un contraccolpo sul mercato occupazionale – perderebbero il lavoro i 685 dipendenti dell’azienda – e ancor più sul piano produttivo e strategico – dato che lo stabilimento che va verso la chiusura è l’unico in Italia a realizzare autobus.

Il Ministero dello Sviluppo economico, ricorda Saglia a Montecitorio, “sta seguendo, fin dal mese di luglio, la difficile situazione che si è creata” in seguito alla decisione del gruppo Fiat Industrial di cedere il ramo di azienda Irisbus alla società DR Motor Company, che fa capo all’imprenditore molisano Massimo Di Risio. Alla luce di quanto avvenuto, continua Saglia, “il ministro Romani ha proposto una mediazione in grado di risolvere positivamente l’insieme dei problemi occupazionali e di dare prospettive industriali al sito Valle Ufita”. La proposta di mediazione, assicura il sottosegretario allo Sviluppo economico, avrebbe infatti consentito di “sospendere la procedura di cessione del ramo di azienda”, dando così la possibilità di “iniziare l’esame delle eventuali soluzioni nell’ottica di garantire la vocazione industriale del sito e gli attuali livelli occupazionali”. In particolare, precisa Saglia, tale proposta di mediazione avanzata da Romani, “prevedeva, e prevede, il mantenimento di un’attività industriale e la salvaguardia, con il concorso diretto della Fiat, di tutta l’occupazione attualmente in forza allo stabilimento”, ossia tutti i 685 dipendenti.

Il nodo, a sentire Saglia, è di natura sindacale. Infatti, sottolinea, la proposta di Romani è “condivisa dalla Fiat e dalle istituzioni locali”, ma “non ha trovato il consenso delle organizzazioni sindacali”. Per questo, anche dopo l’annuncio di Dr Motor Company della rinuncia all’acquisto di Irisbus e il conseguente annuncio di Fiat Industrial di chiusura dello stabilimento, il ministero dello Sviluppo economico “in stretto raccordo con la Presidenza del Consiglio, ha accelerato i colloqui con le parti”. L’obiettivo, sottolinea Saglia, è “riprendere il confronto con i sindacati e con la Fiat per una soluzione condivisa”. L’incontro del 21 settembre servirà per questo e per stabilire il destino di un pezzo importante di made in Italy.

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