Il gruppo Iren conclude i nove mesi dell’anno con un calo del 14,3% dei ricavi consolidati, pari a 2 miliardi, rispetto ai 2,4 dell’analogo periodo del 2013. L’utile netto è così stato pari a 88,8 milioni di euro, in calo dai 99,4 milioni di 12 mesi prima. Dati in linea con l’andamento del settore, spiega l’utility emiliana in una nota, e con il trend riportato nei mesi precedenti, per effetto principalmente della contrazione dei volumi di gas e calore venduti a causa della mitezza del clima. L’ebitda è migliorato a 484,3 milioni (+0,3%), l’ebit si è attestato a 282,7 milioni (+3%), mentre l’utile netto del periodo è sceso del 10,7% a 88,8 milioni.
“La soddisfazione per i risultati positivi raggiunti – ha commentato il presidente di Iren, Francesco Profumo – si unisce a quella per il riconoscimento del rigassificatore Olt off-shore quale asset di interesse strategico nazionale, con la conseguente attribuzione del fattore di garanzia, e il successo ottenuto con l’emissione obbligazionaria che testimonia l’interesse e la fiducia dei finanziatori verso il gruppo”.
Dopo la pubblicazione dei conti, il titolo Iren perde lo 0,85% a Piazza Affari, a 0,9385 euro.