Iren ha approvato i conti dei nove mesi e il piano industriale al 2022 che vede tra cinque anni un Ebitda pari a 950 milioni (+170 milioni sui dati 2016) con il 70% di tale risultato già centrato nel 2020 e derivante, a regime, da attività regolate o quasi. Le sinergie vengono stimate in 80 milioni (che si sommano ai 50 milioni già ottenuti tra 2015 e 2016) e l’utile netto salirà del 50% a circa 260 milioni. La dividend policy verrà ulteriormente incrementata con una crescita annuale del dividendo per azione che passa dall’attuale 8% al 10%, ‘atterrando’ su una cedola superiore a 10 centesimi nel 2022.
Nel piano si conferma inoltre Iren “nel ruolo di polo aggregatore e motore di sviluppo all’interno dei territori di riferimento”. Come gia’ fatto in passato, il contributo al mol di possibili operazioni di M&A non è stato messo a piano ma il presidente Paolo Peveraro lo stima attorno a 130 milioni di euro. Infine, gli investimenti cumulati saranno pari a 2,5 miliardi (+15%) e il debito al 2022 e’ visto in riduzione di circa 300 milioni a 2,16 miliardi.
Per quanto riguarda i conti dei 9 mesi i ricavi sono saliti a 2,614 miliardi (+17,3%), il margine operativo lordo ha raggiunto quota 622,2 milioni (+11,3%) e l’utile netto di gruppo a toccato i 179,5 milioni, in crescita del 42,3%. In aumento anche l’Ebit, a 340,6 milioni (+21%) mentre i debiti netti sono scesi di 79 milioni (rispetto a fine 2016) a quota 2,378 miliardi. L’ad Massimiliano Bianco, in una nota, sottolinea la bontà dei risultati, che confermano “il continuo processo di ricerca della massima efficienza che, nell’anno in corso, ha portato al raggiungimento di circa 14 milioni di sinergie (oltre ai 50 milioni gia’ raggiunti nel biennio 2015 e 2016)”.
Parlando invece del terzo trimestre del 2017, l’ebitda è stato pari a 179,9 milioni di euro, in rialzo di quasi il 30%, l’Ebit si è assestato a 82,9 milioni, più che raddoppiato rispetto allo stesso dato del 3° trimestre del 2016 quando si era fermato a 38,6 milioni e superiore dell’11,6% rispetto alle stime degli analisti.
L’utile netto del gruppo controllato congiuntamente dal Comune di Torino e da quello di Genova si è chiuso a 34,4 milioni a fronte di una previsione degli analisti a quota 23,4 milioni. Sul fronte dello Stato patrimoniale, l’indebitamento finanziario netto al 30 settembre 2017 è stato pari a 2,38 miliardi, in calo del 5,9% rispetto allo stesso dato al 30 settembre dell’anno scorso e sostanzialmente in linea con le stime degli analisti. Nei tre mesi estivi dell’esercizio in corso, gli investimenti tecnici lordi di Iren hanno raggiunto la cifra di 97 milioni, in progresso del 64,7% rispetto allo stesso periodo del 2016.
A Piazza Affari il titolo sale dello 0,5% a 2,41 euro.