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Iren licenzia “per giusta causa” e senza liquidazione l’ad Signorini, in carcere per il caso Genova

Imagoeconomica

Iren licenzia per giusta causa l’ad Paolo Emilio Signorini, già sospeso dopo l’arresto per corruzione dello scorso 7 maggio. La decisione è arrivata durante il Consiglio di amministrazione di oggi della multiutility, dopo l’istruttoria condotta sia dal comitato per la remunerazione e le nomine (anche in veste di comitato per le operazioni con parti correlate) sia dal comitato controllo Rischi e Sostenibilità.

Il licenziamento è stato motivato dalla “oggettiva incompatibilità della prestazione lavorativa di Signorini, in qualità di dirigente apicale di Iren, con la situazione contingente generatasi”. Il manager è attualmente agli arresti domiciliari dal 7 maggio, dopo il terremoto giudiziario in Liguria che ha coinvolto anche il presidente della Regione Liguria Giovanni Toti. Le misure cautelari sono state confermate nonostante le obiezioni avanzate dalla sua difesa, causando “un’impossibilità, ormai irreversibile e non più soltanto temporanea, di esercizio delle sue funzioni di dirigente apicale”, ha spiegato la multiutility in una nota.

Iren licenzia l’ad Signorini senza liquidazione

“Per quanto concerne gli elementi economici – prosegue la nota – non è prevista l’erogazione di somme di denaro in relazione allo scioglimento del rapporto di lavoro a tempo determinato prima della scadenza del termine”.  In poche parole, l’ex ad non prenderà nemmeno la liquidazione, a meno che un giudice civile non decida diversamente. La società ha ribadito che “restano fermi tutti gli strumenti a tutela dei diritti e delle prerogative della società”, già inclusi nell’apposita relazione approvata dal consiglio di amministrazione il 30 maggio.

Infine, il board ha confermato l’attuale configurazione organizzativa approvata nella riunione straordinaria del 7 maggio: con la gestione mantenuta nelle mani del presidente Luca Dal Fabbro e al vicepresidente Noris Ferretti.

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