Il raggiungimento dell’accordo sul nucleare iraniano e il conseguente ritiro delle sanzioni contro Teheran potrebbe portare a un incremento dell’export italiano nel Paese di quasi 3 miliardi di euro nei prossimi 4 anni (2015-2018). E’ quanto si legge in un report dal titolo “Iran, alla rincorsa del tempo perduto” a cura dell’Ufficio Studi Economici di Sace.
Questo recupero potenziale nel breve periodo rimane comunque “una quota marginale rispetto a quanto perso dal sistema italiano negli anni di vigenza del regime sanzionatorio – prosegue l’analisi -. In assenza di sanzioni, infatti, l’Italia avrebbe potuto cumulare maggiori esportazioni per un valore di circa 17 miliardi nel periodo 2006-2018. L’impatto più rilevante si è avuto a fine 2011, quando l’inasprimento delle sanzioni ha fatto crollare gli scambi tra Italia e Iran, passati da 7,2 a 1,6 miliardi di euro nel 2014.”.
Nonostante questa caduta, l’Italia rimane tra i principali partner commerciali di Teheran. Eppure, secondo gli analisti di Sace, riguadagnare le quote di mercato perdute non sarà facile, considerando che concorrenti quali Cina, India, Russia e Brasile hanno subito molti meno vincoli negli ultimi anni, guadagnandosi una posizione importante all’interno del Paese.
Lo studio sottolinea inoltre che i settori con le maggiori opportunità da cogliere saranno l’oil&gas, l’automotive, la difesa, i trasporti, il real estate e più in generale i settori legati alle costruzioni.
D’altra parte, oltre a una serie di importanti vantaggi competitivi, l’Iran presenta “anche una serie di rischi che le aziende italiane non possono e non devono trascurare – conclude Sace -, non da ultimo l’impianto sanzionatorio che rimane tuttora in vigore”.
Allegati: Iran, alla rincorsa del tempo perduto.pdf