Questa mattina parte la vendita delle azioni di Poste Italiane in vista dello sbarco in Borsa, atteso per martedì 27 ottobre. Il ministero dell’Economia mette in vendita 453 milioni di azioni, pari al 34,7% del capitale, che potrà salire fino al 38,2% in caso di esercizio della green shoe.
Il 30% dell’offerta globale è destinata al retail, cui sarà destinata anche una bonus share del 5% per chi terrà ininterrottamente i titoli in portafoglio per un anno.
Sempre nell’ambito della quota retail, 14,9 milioni di azioni sono riservate ai dipendenti del gruppo: ad ognuno saranno garantiti due lotti minimi, pari a 10 azioni, ed è prevista la possibilità di richiedere l’utilizzo del Tfr.
Il restante 70% delle azioni offerte è destinato agli investitori istituzionali.
Il prezzo sarà compreso in una forchetta di prezzo tra 6 e 7,5 euro per azione per un valore della società fissato tra un minimo non vincolante di 7,837 miliardi ed un massimo di 9,796 miliardi. Allo Stato andranno al massimo 3,7 miliardi di euro.
Il modello scelto per la privatizzazione, recita una nota, “assicurerà la presenza di un azionariato diffuso e la stabilità dell’assetto azionario, anche tenendo conto del servizio di pubblica utilità che Poste Italiane svolge e dei piani di investimento, sviluppo ed innovazione digitale che l’azienda ha avviato”.