X

Ipo Fineco e nuovi bond per Unicredit, scintille per Telecom Italia e Rcs. Milano comincia in rialzo

FIRSTonline

TOKYO IN RIPRESA: LA BOJ CONFERMA GLI STIMOLI
IPO FINECO E NUOVI BOND NEI PIANI UNICREDIT

Toro e Orso si affrontano sui mercati incerti ed indecisi sulla direzione da prendere. Tensioni geopolitiche (referendum in Crimea) ed economiche (vedi il calo -18% dell’export cinese) consigliano prudenza, ma i listini non arretrano dai massimi conquistati la settimana scorsa.

Sale la Borsa di Tokyo +0,82%: la Boj ha mantenuto gli stimoli (60-70 miliardi al mese di acquisti sul mercato) all’economia, pronta ad intervenire con nuove misure se l’impatto del prossimo aumento dell’Iva avrà effetti rilevanti sui consumi interni. Lieve flessione per Shanghai -0,2%.

Seduta piatta sui mercati Usa. A Wall Street l’indice Dow Jones ha chiuso in ribasso dello 0,21%, l’S&P 500 dello 0,05% e il Nasdaq lo 0,4%.

Ha pesato il ribasso Boeing -1,3%. Non c’entra il giallo dell’aereo scomparso di Malaysain Airlines, bensì la scoperta di microfratture sulle ali di 42 jet Dreamliners 787 non ancora consegnati ai clienti.

Vola invece Chiquita Brands +10,7%: il gruppo ha siglato un accordo di fusione con la Fyffes, il primo distributore di banane in Europa, un’operazione che vale 1,07 miliadi di dollari.

In mezzo a tanta incertezza spicca la vivacità di Piazza Affari.

La Borsa di Milano ha chiuso in rialzo una seduta caratterizzata da oscillazioni ampie e disordinate: l’indice FtseMib segna a fine giornata un saldo positivo dello 0,5%.

A sostenere il mercato azionario italiano c’è stata la notizia della crescita più forte delle aspettative della produzione industriale in Italia, un dato incoraggiante che contribuisce a tenere alta l’attenzione degli investitori sull’Italia.

Contrastati i principali indici europei, con il Cac-40 in aumento dello 0,1% e l’Ibex-35 dello 0,3%, mentre il Dax ha perso lo 0,91% e il Ftse 100 lo 0,35%, in scia ai timori per la crisi in Ucraina ma anche per la frenata delle economie asiatiche.

Da notare a Parigi il balzo di Bouygues +8,86% che ha annunciato di essere pronta, qualora venga accettata la sua offerta su Sfr (il secondo operatore transalpino), a cedere rete e parte delle sue frequenze alla rivale Free.

Scende a Londra Vodafone -3,57%. Forti perdite anche per Barclays – 2,57% e Pearson – 3,32%.

IL TESORO ALLUNGA SUI BTP A 15 E A 30 ANNI

L’afflusso di capitali continua a sostenere i Btp. Ieri il rendimento del decennale è sceso al 3,36% (-5 punti base e minimo dal 2005), il Bund tratta all’1,62% (-2 punti base). Spread Italia-Germania a 173 punti base (-3 punti base).

In questa cornice di mercato si tiene domani l’asta di Bot a 3 e 12 mesi (importo 7 miliardi contro 7,75 in scadenza).

Giovedì sarà la volta delle emissioni a medio-lungo termine per un importo tra i 6 e i 7,75 miliardi.

Nel dettaglio: Btp 3 anni (da 3 a 3,5 miliardi), Btp 7 anni (da 1,5 a 2 miliardi), Btp 15 anni ( 1-1,5 miliardi), Btp 30 (0,5-0,75 miliardi).

UNICREDIT SUPERSTAR. IN VISTA UN “ADDITIONAL” DA 2 MILIARDI

A trainare il Toro ci ha pensato Unicredit +2,98%. JpMorgan ha alzato il target price da 6,12 a 7,2 euro (con raccomandazione overweight) in attesa del piano industriale che verrà presentato domani e della possibile quotazione del 25-30% di Fineco.

La banca dovrebbe annunciare oggi il progetto di lanciare un bond additional tier 1 denominato in dollari per un ammontare equivalente a 2 miliardi di euro. Sarà la prima volta, sottolinea Thonson Reuters, in cui una banca italiana utilizza questo stumento (ad alto rischio) per incrementare il capitale di base. Gli strumenti di questo tipo hanno generalmente meccanismi di conversione in equity – o di azzeramento del loro valore – che scattano quando il patrimonio di vigilanza scende sotto determinate soglie. Nel caso di Unicredit il meccanismo scelto dovrebbe essere quello del temporary write down: se il livello del CET1 scendesse sotto il 5,125%, i sottoscrittori accuserebbero una perdita temporanea. Che potrebbero recuperare se la situazione dovesse migliorare.

MPS, ALEOTTI VENDE. LA FONDAZIONE PURE

Mps +1,13%. I compratori delle azioni passate di mano la settimana scorsa restano, per ora, ignoti. Ma affiorano i nomi dei venditori. La Fondazione Mps ha ceduto tra il 6 e il 10 marzo un totale di 185 milioni di azioni di Mps, pari a una quota dell’1,59% e per un controvalore di oltre 40,5 milioni. La Consob ha anche reso noto che lo scorso 5 marzo Alberto Aleotti, consigliere e componente del comitato esecutivo dell’istituto sensese, ha ridotto all’1,034% la sua partecipazione nel capitale della banca dal precedente 4% del 27 marzo 2012. La famiglia proprietaria della Menarini è scesa dal 4 all’1,034%. La mossa spiazza il mercato, che ipotizzava addirittura un aumento della quota.

Contrastato il resto del comparto bancario. Salgono Banco Popolare + 2,16%, Bpm +1,29%, Mediobanca +0,31% e Bper +0,49%. Su quest’ultima, Kepler Cheuvreux ha alzato il prezzo obiettivo da 6 a 7,5 euro, mantenendo invariata la raccomandazione hold.

Fra gli assicurativi, in deciso rialzo UnipolSai +2,92% , mentre le Generali sono salite dello 0,19% e Mediolanum ha chiuso in calo dello 0,53%.

Banca Generali -0,95% ha riportato un utile netto in crescita del 9% a 141,3 mln di euro, con commissioni di gestione in aumento del 18% a 296 mln. Il dividendo sale da 0,90 a 0,95 euro per azione. A gennaio e febbraio la raccolta netta complessiva ha raggiunto i 527 milioni.

IN VETTA A PIAZZA AFFARI C’E’ A2A

Il miglior titolo del principale paniere è stato A2A in crescita del 3,41%. Il consiglio di gestione si riunirà 14 marzo per approvare il bilancio dell’esercizio 2013. Dall’annuncio dei dati preliminari del 2013 il 19 febbraio scorso il titolo ha recuperato quasi il 20%.

Enel avanza dello 0,37% , alla vigilia del business plan che sarà presentato domani. Enel Green Power -0,4%.

Acea +0,10% ha chiuso il 2013 con un ebitda in rialzo del 10% a 766 milioni e un utile netto in crescita dell’83% a 141,9 milioni.

Il cda ha deliberato di proporre all’assemblea degli azionisti il pagamento di un dividendo ordinario pari a 0,42 euro per azione , di cui 0,25 euro già distribuiti a titolo di acconto a dicembre 2013. Il cda ha approvato un programma di emissioni obbligazionarie “fino ad un importo massimo di 1,5 miliardi.

Related Post

Atlantia +2,1% è salita ai massimi. Il titolo è sostenuto dalla promozione di due importanti broker, che dopo la diffusione venerdì dei conti del 2013 hanno alzato i target price.

Mediobanca alza il prezzo obiettivo a 20 euro da 18,2 euro e conferma la raccomandazione positiva Outperform. Bank of America conferma il giudizio Buy e alza il target a 21 euro da 20 euro.

Ben intonati anche gli energetici, con Eni in aumento dello 0,46%. Saipem +0,81%. Tenaris -0,9%.

RCS, AL MERCATO PIACE LA TREGUA. GIU’ L’ESPRESSO

Rcs + 4,26% rimbalza dopo i conti 2013: si chiude con un altro pesante rosso (-218,5 milioni), un dato più che dimezzato rispetto all’anno precedente (-523,5 milioni) e pure le attese per l’esercizio in corso sono negative anche se il trend generale è quello di un miglioramento della situazione e dei conti.

Il rialzo si spiega con il rinvio dello scontro all’interno del cda. Il duello tra l’azionista Exor e l’opposizione capitanata da Diego Della Valle si svolgerà nell’assemblea dei soci, rinviata da fine aprile all’8 maggio, “al fine di consentire, alla luce dell’ampliamento del flottante, la più ampia partecipazione ai lavori assembleari”, si legge nel comunicato della società.
 
E sarà in quella occasione che verranno molto probabilmente a scontrarsi le posizioni di Fiat (20,55%) da un lato e di quelle di Diego Della Valle (8,995%), della Pandette della famiglia Rotelli (3,34%) e di Urbano Cairo (2,845%). Con Intesa (6,5%) in posizione attendista e Mediobanca 9,9%) sempre più lontana dalle vicende del salotto buono dell’editoria italiana.

Sempre nel settore dei media, ha chiuso in ribasso dell’1,28% il gruppo editoriale L’Espresso mentre Il Sole 24 Ore ha ceduto lo 0,71%.

TELECOM, FOSSATI ALZA IL TIRO

Si profila un altro duello rusticano, stavolta in casa Telecom Italia +1,41%. La società ha annunciato di aver ricevuto ieri da parte del socio Findim Group 8la holding di Marco Fossati), una richiesta di integrazione dell’ordine del giorno dell’Assemblea degli azionisti ordinari convocata per il giorno 16 aprile prossimo. L’argomento di cui e’ stato richiesto l’inserimento e’ il seguente: “Nomina da parte dell’Assemblea del Presidente del Consiglio di Amministrazione”. Il Consiglio di Amministrazione della Società si riunirà oggi per l’assunzione delle delibere di competenza.

MARCHIONNE: 5,7 MILIONI DI STIPENDIO PIU’ LE STOCK OPTIONS

Tra gli industriali, Pirelli ha chiuso in ribasso dell’1,7%.

Finmeccanica -0,9%, Prysmian –0,3%, Cnh Industrial -1,3%.

Fiat +0,19%, nonostante la flessione dell’automotive -1,83% a livello europeo. dopo che in mattinata il gruppo era arrivato a sfiorare un rialzo del 2% grazie ai buoni dati di vendite in febbraio giunti dal Brasile. Nel mese le immatricolazioni di auto e veicoli commerciali leggeri sono aumentate dell’11,7% annuo.

Sergio Marchionne ha ricevuto nel 2013 un compenso fisso complessivo di 2,3 milioni di euro in quanto amministratore delegato del Gruppo Fiat. Inoltre Marchionne ha ricevuto 1,3 milioni di euro come parte del suo compenso variabile a seguito del conseguimento degli obbiettivi prefissati. E’ quanto ha reso noto oggi il gruppo Fiat depositando come da legge sul suo sito la relazione sulle remunerazione in vista dell’assemblea degli azionisti del 31 marzo. Il totale per il 2013 e’ stato quindi pari a 3,6 milioni di euro.

Sempre nel corso del 2013, Marchionne, secondo quanto previsto dal piano di incentivazione approvato dall’Assemblea degli azionisti il 4 aprile 2012, ha maturato il diritto a ricevere 2,3 milioni di azioni Fiat. Ad oggi tuttavia il ceo non ha ancora esercitato il relativo diritto e non ha ricevuto alcuna azione in esecuzione di tale piano. Marchionne ha inoltre ricevuto ulteriori compensi monetari come presidente esecutivo del gruppo Cnh Industrial. In tale carica ha ricevuto nel 2013 un compenso fisso complessivo (che include quindi i compensi percepiti da CNH Global e Fiat industrial) di circa 1,3 milioni di euro, in linea con il 2012. Il compenso variabile, a seguito del raggiungimento dei relativi obiettivi, e’ stato di circa 0,8 milioni (1,6 milioni nel 2012). Il totale per il 2013 e’ quindi di 2,1 milioni

Ha chiuso invece in ribasso dello 0,12% il titolo Ansaldo Sts dopo aver trascorso gran parte della giornata in territorio positivo. Venerdi’ scorso il gruppo ha pubblicato i conti 2013 che hanno registrato una leggera flessione dell’utile. Resta inoltre l’interesse del mercato per l’ipotesi di vendita da parte della controllante Finmeccanica.

LA CINA PESA SUI TITOLI DEL LUSSO

Cala l’export cinese, scende il comparto del lusso. Peggior titolo del Ftse Mib è stato Yoox, che ha ceduto il 2,79% a 31,39 euro. In calo il resto del settore del lusso: Salvatore Ferragamo ha perso lo 0,71%, Brunello Cucinelli il 2,37%, Moncler r lo 0,15% a 13,49 euro.

Safilo -4,3% dopo il declassamento di Bank of America.

TAMBURI PUNTA SU EATALY: 600 MILIONI LA VALUTAZIONE

“Abbiamo battuto sul tempo fondi francesi, italiani ed americani”. Parla così Gianni Tamburi dopo aver “reclutato” un altro campione del made in Italy. Tamburi Investment Partners +2,48% ha infatti acquisito per 120 milioni da Eatinvest il 20% di Eataly, società che distribuisce a livello globale i prodotti dell’eccellenza enogastronomica italiana, attraverso il veicolo Clubitaly. Tip ha realizzato l’operazione attraverso un veicolo ad hoc, Clubitaly srl, partecipato al 30% da Tip e al 70% da altri investitori, principalmente family office soci storici di Tip. Il restante 80% della Eataly srl resterà invece in mano alla famiglia Farinetti. Advisor dell’operazione sono stati Bnp Paribas e Unicredit.

Ha messo a segno un rialzo dell’1,3% il titolo World Duty Free dopo che l’azienda ha riportato i risultati di bilancio per il 2013 e annunciato che il cda ha proposto un piano di buyback pari al 5% del capitale. Autogrill +2,24%.

Sprint di De Longhi +3,33% dopo la pubblicazione dei risultati. Piace ai broker la tenuta dell’Ebitda anche nell’attuale contesto di mercato.

L’assemblea di Mittel -1,41% ha approvato ieri il nuovo Cda, nato dalla “frattura insanabile” creatasi fra i consiglieri lo scorso 28 gennaio, senza Arnaldo Borghesi che ha lasciato l’incarico con data odierna, mentre per la scelta del nuovo ad i tempi non sembrano essere così ravvicinati.

Tra le small cap, è crollato Moleskine -9% dopo i dati del 2013.

Categories: Finanza e Mercati