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Ipo di Prada a Hong Kong: tutto ok

   Patrizio Bertelli, Ceo del colosso Prada, alias l’orco del lusso italiano (per i suoi modi non sempre improntati alle formalità dell’alta moda), l’anti Armani per eccellenza, è sempre stato un originale. Uno che fa di testa sua. Uno che va dritto per la sua strada: diciamolo, picchiando anche la testa sul muro, se capita. E’ andato controtendenza anche stavolta, quotandosi (e ‘offrendo’ cosi’ il 20% del capitale del gruppo) a Hong Kong e non a Milano. Confermando l’operazione in una fase borsistica a dir poco isterica.

   Ebbene, alla fine gli è andata bene. L’azione Prada ha debuttato stamani sulla piazza finanziaria asiatica a 39,5 dollari di Hong Kong, circa cinque di quelli americani. Il titolo ha subito guadagnato l’1,1%. Ora sta oscillando intorno al prezzo di collocamento. Che è già una mezza conquista, se si considera che l’ultima Ipo di un certo rilievo a Hong Kong, quella di Samsonite, la scorsa settimana, aveva subito iniziato con un meno 7,7%. A dire il vero ieri il gruppo delle valigie aveva già recuperato il livello del prezzo iniziale dell’Ipo, ma la sua performance nei primi giorni aveva fatto pensare che Hong Kong non fosse quell’eldorado fuori dalla tormenta che si credeva.

   Il flop iniziale di Samsonite aveva anche fatto nascere il sospetto che Bertelli alla fine si ritirasse dalla corsa. E tutti, ma proprio tutti nei circoli della moda sapevano che l’imprevedibile toscano ne sarebbe stato assolutamente capace. Era la quinta volta in dieci anni che Prada tentava l’Ipo. Ma poi l’operazione non era mai stata conclusa. Questa volta è andata in porto. Il gruppo è riuscito a strappare 2,14 miliardi di dollari. Un bel gruzzolo che in parte servirà a ridurre ulteriormente l’indebitamento, che ha sempre rappresentato la zavorra più criticata di Bertelli, anche se è stata ridotta drasticamente negli ultimi anni, di forte espansione del marchio, dopo una forte crisi. Fra l’altro, l’hanno capita tutti, quando Armani dice che lui non ha debiti «a differenza di altri», è a Bertelli, ovviamente, che si riferisce. E la storiella comincia a essere un po’ monotona.

   Va anche ricordato che l’anno scorso l’Ebitda di Prada si è collocato a quota 535,9 milioni di euro, il 37,7% in più rispetto all’anno precedente. E che i ricavi di Prada, anche se di poco, hanno superato quelli di Armani, piazzandosi al primo posto nella classifica della moda made in Italy. L’ultima spinta di Prada è il successo sul mercato asiatico, dove i ricavi sono cresciuti del 50% su base annua nei dodici mesi fino al 31 gennaio scorso. E’ stata la capacità di Bertelli a piazzarsi in Cina e dintorni prima di tanti altri a consentire al gruppo di superare meglio la crisi del lusso fra il 2008 e il 2009. La sua scelta di quotarsi a Hong Kong non è stata casuale. Il gruppo non ha indicato quanto dei 2,14 miliardi di dollari raccolti andranno ai nuovi investimenti, soprattutto in Asia. Stime di esperti del settore indicano la faraonica cifra di 1,5 miliardi. Vedremo. In ogni caso ora i soldi ci sono. Anche Armani se ne dovrebbe fare una ragione.

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