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IoT rallenta in Italia, ma vola l’agricoltura smart

Secondo il Politecnico di Milano, l’Internet delle cose è fermo a 6 miliardi nel 2020 (-3%), ma il settore agricolo sale del 17% e più in generale l’agricoltura 4.0 vale ormai oltre mezzo miliardo. Rimane il problema del digital divide.

IoT rallenta in Italia, ma vola l’agricoltura smart

Battuta d’arresto per lo sviluppo dell’Internet delle cose in Italia. Il Covid ha rallentato un processo che sembrava ben lanciato, e ora sarà compito del ministro della Transizione digitale, Vittorio Colao, dare finalmente all’Italia una infrastruttura che sia all’altezza della sfida. C’è però un settore, stando ai dati dell’ultimo Osservatorio del Politecnico di Milano, che non batte affatto la fiacca: se infatti il mercato Internet of Things nel complesso vale 6 miliardi nel 2020 (-3% dopo aver fatto +24% nel 2019 e +35% nel 2018), con alcuni settori come la smart home che registrano un -5%, la smart agricoltura ha invece segnato un importante +17% a 140 milioni di euro di valore. Un valore ancora modesto sul totale, ma in grande crescita grazie alle soluzioni per il monitoraggio e il controllo di mezzi e attrezzature agricole, macchinari connessi, droni e robot per le attività in campo.

La spinta all’agricoltura cosiddetta 4.0 è stata in qualche modo decisiva proprio in questi mesi di emergenza Covid, visto che l’arrivo di robot e droni ha salvato i raccolti nei campi italiani rimasti senza lavoratori a causa delle intermittenti misure restrittive. L’Osservatorio Smart AgriFood, sempre a cura del Politecnico di Milano, ha rilevato poche settimane fa che solo il 4% circa della superficie coltivata in Italia è 4.0, ma che questo mercato (che comprende anche l’IoT ma non solo) ha raggiunto un valore di 540 milioni di euro nel 2020 (circa il 4% del mercato globale), registrando una crescita del 20% rispetto all’anno precedente, in linea con l’andamento prepandemia quindi senza nessun contraccolpo. Le imprese agricole italiane stanno dunque cogliendo le varie opportunità che la tecnologia può offrire, a portata di smartphone: dall’ottimizzazione produttiva e qualitativa alla riduzione dei costi aziendali, dalla minimizzazione degli impatti ambientali con sementi, fertilizzanti, agrofarmaci fino alla riduzione dell’uso di acqua grazie al monitoraggio meteo e del consumo di carburanti.

Le più utilizzate sono le soluzioni di Agricoltura di Precisione, gli strumenti a supporto delle attività in campo, come i sistemi di monitoraggio e controllo di mezzi e attrezzature (36% del mercato), ed i macchinari connessi (30%). I robot per i campi, droni compresi, affascinano l’immaginario collettivo ma rappresentano il 2% della spesa. Le soluzioni totali di Agricoltura 4.0 sono 538, la maggior parte delle quali grazie ai Big Data Analytics e appunto all’Internet of Things. I comparti più attivi sono l’ortofrutticolo, il vitivinicolo e il cerealicolo. Ben il 60% delle aziende agricole utilizza almeno una soluzione digitale, e il 38% ne impiega due o più. “Il settore agroalimentare – ha commentato Andrea Bacchetti, Direttore dell’Osservatorio Smart Agrifood -ha superato la prova della pandemia, mostrandosi dinamico e aperto all’innovazione, ben consapevole dei benefici che l’applicazione delle tecnologie digitali può apportare in termini di efficienza, competitività, sostenibilità della filiera”.

Ma per cogliere le innovazioni tecnologiche offerte dall’agricoltura 4.0 occorre però colmare i ritardi nell’espansione della banda larga nelle zone interne e montane. Quasi 1 famiglia su 3 (32%) che vive in campagna non dispone di una connessione a banda larga, secondo le elaborazioni Coldiretti su dati Istat relativi ai comuni con meno di duemila abitanti nel 2019.

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