Investire in Brasile è meno rischioso che negli Stati Uniti. Un record storico: il rischio Paese, calcolato attraverso i Credit default swap (Cds) a un anno, è minore nel paese sudamericano che negli Usa. E’ quanto emerge dagli ultimi dati del capo economista della Banca Bradesco, Octavio de Barros. Il 13 giugno i cds a un anno del Brasile superavano di 8 punti base quelli statunitensi.
I Cds sono derivati che proteggono i creditori dal rischio dei debitori, nel caso in cui i governi dei Paesi, non fossero in grado di pagare le proprie divise. Il rischio Paese del Brasile, misurato attraverso i Credit default swaps (Cds), è una classificazione che si fa dei titoli sovrani nel mercato esterno.
Il ministro delle Finanze, Guido Mantega, ha dichiarato che la notizia rispecchia “la solidità dell’economia brasiliana e la fiducia del mercato”. Anche il presidente Dilma Rousseff si è detta molto soddisfatta di questi valori. “Ciò mostra che stiamo intraprendendo il giusto cammino, che la politica economica è corretta, che il Brasile si sta rafforzando e che ci siamo guadagnati il rispetto del mondo”, ha dichiarato.
Se però prendiamo come termine di riferimento i cinque anni, il costo della protezione del debito del Brasile è ancora caro. I Cds stavano ieri a 108 punti base, rispetto ai 38 per gli Stati Uniti. “Ci sono preoccupazioni sulla situazione fiscale dell’America del Nord”, ha commentato Barros. Ilmercato è in ansia a causa del dibattito circa il limite di indebitamento degli Usa. Il presidente americano, Barack Obama, e i membri repubblicani del Congresso sono coinvolti in una disputa accalorata circa il tetto dell’indebitamento pubblico. Il governo americano si sta avvicinando pericolosamente alla data del 2 agosto, quando dovrà aumentare il limite del debito per poter prendere a prestito il denaro di cui ha bisogno per pagare i suoi conti.
Barros ritiene che comunque i valori del rischio Paese siano migliorati. “La percezione della solvenza del Brasile è sempre più confermata dalla sana politica fiscale”, ha detto. Considerando la correlazione tra premio di rischio e rating del debito, il Paese sudamericano ha un potenziale di upgrade o di miglior pricing dei suoi titoli. “E’ plausibile supporre che dentro un orizzonte di sei mesi il Brasile riceverà un upgrade da qualche agenzia”, ha concluso l’analista.
E se in Europa si parla di triple C, il SudAmerica vola verso la A.