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Investire in bond: la stretta della Fed non è un dramma

FRANKLIN TEMPLETON, BEYOND BULLS AND BEARS – Il rialzo dei tassi è un sano segnale che la Fed avvalora o conferma la dimostrazione di forza dell’economia statunitense in generale, soprattutto alla luce dell’andamento positivo del mercato del lavoro e della fiducia di imprese e consumatori.

Investire in bond: la stretta della Fed non è un dramma

A fronte delle indicazioni di un’economia sana, sembra sempre più chiaro che siamo in un contesto di aumento dei tassi nel breve termine; in futuro, ci attendiamo un ritmo di rialzi dei tassi verosimilmente costante, piuttosto che mirato, dato che la Fed mira a un livello di tassi d’interesse più neutrale. Ciò detto, nell’ambito degli investimenti obbligazionari è importante capire che i tassi di breve e lungo termine non tendono a muoversi in sincronia perché i secondi possono risentire anche di vari fattori.

Come sempre, ciò significa che le ripercussioni variano all’interno dei settori obbligazionari. A nostro giudizio, il rialzo dei tassi da parte della Fed è un sano segnale che la Fed avvalora o conferma la dimostrazione di forza dell’economia statunitense in generale, soprattutto alla luce dell’andamento positivo del mercato del lavoro e della fiducia di imprese e consumatori.

Oltre a puntare a un livello di tassi d’interesse più neutrale, la Fed riacquisisce anche una maggiore influenza sull’economia. Un livello di tassi d’interesse più neutrale dà alla Fed una serie di strumenti più ampia per il futuro, qualora dovesse invertire la rotta. Una delle nostre preoccupazioni è che se la Fed dovesse continuare a tenere i tassi bassi e l’economia volgesse sorprendentemente in negativo, la Fed non sarebbe in grado di stimolare l’economia tagliando i tassi. Anche se nel breve termine la Fed non avrà probabilmente bisogno di ricorrere a proiettili, crediamo che sia importante averne.

Data la forza degli indicatori economici chiave, abbiamo ritenuto che la Fed stesse rischiando sempre più di muoversi in ritardo sul fronte del rialzo dei tassi d’interesse nel breve termine. È opportuno ricordare che il tasso dei Fed Fund parte da zero, è restato a tale livello a lungo ed è ancora basso in termini storici, nonostante quest’ultimo intervento della Fed.

Tuttavia, non ci attendiamo necessariamente un aumento di ritmo analogo per i tassi dei Treasury di lungo termine. Il tasso dei Treasury decennali potrebbe salire gradualmente, ma probabilmente non di pari passo.

OBBLIGAZIONARIO: AREE IN PRIMO PIANO

In linea con una valutazione positiva dei fondamentali economici in generale, nonostante l’ottimo andamento sinora registrato, continuiamo a valutare favorevolmente il credito societario, inclusi i segmenti investment grade e high yield, nonché i leveraged loan (bank loan). Continuiamo a ritenere che questi settori possano trarre notevoli benefici dai fattori economici favorevoli.

Nell’ambito del credito societario con rating inferiore a investment grade, il rischio maggiore è sempre stato rappresentato da distress e insolvenze e finora abbiamo tenuto conto di tale rischio per il ciclo economico statunitense. Monitoriamo attentamente la situazione, ma non ravvisiamo segnali iniziali di un deterioramento del credito su ampia scala, quanto meno nel breve termine.

Continuiamo inoltre a ritenere che il settore delle obbligazioni municipali sia interessante, da una prospettiva di valore relativo. In linea di massima, siamo ottimisti per quel che riguarda i fondamentali che si rispecchiano nella maggior parte degli strumenti municipali a livello di città e stato.

In sintesi, prevediamo pertanto che la Fed continuerà probabilmente ad aumentare i tassi d’interesse di breve termine in quanto mira a un livello di tassi d’interessi più neutrale lungo la curva dei rendimenti e che lo farà in modo più costante nel tempo. Alla luce della forza dell’economia statunitense, valutiamo la stretta della Fed in un’ottica positiva e riteniamo che il panorama obbligazionario offra ancora numerose potenziali opportunità agli investitori.

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