Bankitalia fa un passo avanti sulla strada della sostenibilità. Nell’anno in cui il nostro Paese ha la presidenza del G20 e (insieme al Regno Unito) ospita la COP26, Via Nazionale ha definito la “Carta degli Investimenti Sostenibili”, con cui integra definitivamente i criteri Esg nelle proprie strategie d’investimento e assume una serie di impegni.
Dal 2019 l’istituto centrale segue i principi della finanza sostenibile per selezionare i titoli del proprio portafoglio azionario (la cui intensità carbonica è calata del 30% nel triennio 2018-2020) e dall’anno successivo gli stessi criteri sono stati adottati per gli investimenti in bond societari.
Ora, con la nuova Carta, Bankitalia estende le valutazioni sulla sostenibilità a tutti gli investimenti gestiti in autonomia, ossia quelli del portafoglio finanziario e delle riserve valutarie (restano invece fuori dal perimetro i portafogli di politica monetaria, sui quali la responsabilità è dell’Eurosistema).
“I rischi collegati ai cambiamenti climatici hanno implicazioni anche per le banche centrali e le loro principali funzioni: la supervisione sugli intermediari; la tutela della stabilità finanziaria; la politica monetaria – sottolinea Paolo Angelini, vicedirettore generale della Banca d’Italia – Secondo l’Agenzia internazionale dell’energia, per conseguire l’obiettivo del dimezzamento delle emissioni entro il 2030, gli investimenti in energie pulite dovranno triplicare, raggiungendo i 4.000 miliardi di dollari l’anno a livello globale”.
L’istituto privilegerà le aziende virtuose su tre fronti:
- utilizzo responsabile delle risorse naturali;
- attenzione per le condizioni di sicurezza, salute, giustizia, parità e inclusione;
- produzione di reddito e lavoro nel rispetto di principi etici e delle migliori pratiche di governo societario.
I criteri di esclusione si baseranno invece su diversi riferimenti normativi, tra cui:
- le otto convenzioni fondamentali dell’Organizzazione internazionale del lavoro riguardanti il lavoro forzato, la libertà sindacale e la protezione del diritto sindacale, il diritto di organizzazione e di negoziazione collettiva, l’uguaglianza di retribuzione, l’abolizione del lavoro forzato, la discriminazione in materia di impiego e nelle professioni, l’età minima per l’assunzione, le forme peggiori di lavoro minorile;
- i trattati internazionali in materia di armi controverse, in particolare le convenzioni riguardanti le armi biologiche e chimiche, le mine antiuomo e le munizioni a grappolo;
- il trattato di non proliferazione delle armi nucleari.
La Banca “esclude infine i produttori di tabacco”, mentre nessun bando è previsto per le aziende collegate alle fonti d’energia fossile, a cominciare dalle compagnie petrolifere.
Infine, con la “Carta degli Investimenti Sostenibili” Bankitalia assume altri due impegni:
- incoraggiare “le iniziative per la produzione, la diffusione e la trasparenza delle informazioni sulla sostenibilità da parte degli emittenti, degli intermediari e degli altri operatori del sistema finanziario”;
- elaborare “analisi sulla finanza sostenibile”, comunicare “con regolarità i risultati raggiunti nella gestione dei propri investimenti e gli effetti per la società e l’ambiente” e in questo modo “contribuire alla diffusione della cultura della finanza sostenibile nel sistema finanziario e tra i cittadini”.
“I rischi climatici e le politiche miranti a contrastarli hanno importanti ripercussioni sull’attività economica – conclude Angelini – Possono determinare il successo di alcune imprese e un quadro avverso per altre. È immediato il collegamento con i rischi tradizionali degli intermediari finanziari: rischio di credito per le banche, rischi di catastrofe naturale per le assicurazioni. Il raggiungimento degli obiettivi climatici richiede dunque adeguate politiche di regolamentazione e vigilanza sui mercati e sugli intermediari”.