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Investimenti: nell’Est Europa meglio puntare sulle piccole città

Secondo un’elaborazione della Commissione europea su alcuni dati della Banca mondiale, in Slovacchia e Croazia (ma anche in Portogallo) è più semplice fare business nei piccoli centri che nelle capitali – L’unica a salvarsi è Praga

Investimenti: nell’Est Europa meglio puntare sulle piccole città

In Repubblica Ceca, Slovacchia, Croazia e Portogallo è più facile fare business nelle piccole città che nelle capitali. È quanto emerge da un’elaborazione della Commissione europea (in particolare della Direzione generale Politica regionale e Urbana) su alcuni numeri del celebre report “Doing Business” prodotto ogni anno dalla Banca Mondiale. Lo studio parte dai dati relativi a servizi, livello di burocrazia, regole e apertura al mercato di 25 città dei quattro Paesi e li incrocia con le performance e i livelli di altre 186 realtà urbane dell’Ue.

Tutto questo per stabilire dove sia più conveniente avviare un’attività in base a una serie di parametri, come la rapidità nella concessione dei permessi edilizi, il costo delle utenze e l’efficienza nell’apertura dei cantieri.

In realtà, negli ultimi anni tutti e quattro i Paesi analizzati hanno varato regole per semplificare al massimo la burocrazia: il problema è che in quasi tutte le città prese in considerazione aprire un’attività imprenditoriale è ancora meno conveniente rispetto a quanto si registra nella media dei Paesi Ue.

La palma di città in cui è più semplice fare il business spetta a Varazdin, cittadina croata al confine con la Slovenia dove l’efficienza della burocrazia è decisamente superiore rispetto alla capitale del Paese, Zagabria. Lo stesso discorso vale anche per Bratislava e Lisbona, nettamente superate dai piccoli centri dei rispettivi Paesi. L’unica capitale a salvarsi è Praga, che assicura standard superiori rispetto alla media delle altre cittadine ceche.

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