Puntare sui settori ciclici, i più sensibili alla congiuntura economica, così da cavalcare la ripresa europea. Questo il principale consiglio delle case d’investimento per il 2014. E’ consigliata invece cautela sui mercati emergenti, cui andrebbero preferiti quelli sviluppati, con un occhio di riguardo al Giappone.
Cartellino rosso dunque per i servizi di pubblica utilità che, secondo Ubs, saranno esposti al fuoco incrociato di una congiuntura finanziaria con tassi d’interesse sui titoli di Stato più bassi e quindi anche meno favorevole ai difensivi, e a una domanda elettrica in calo anche perché esposta alla forte pressione delle fonti rinnovabili.
Credit Suisse aggiunge altri fattori di rischio: la leva finanziaria ancora molto alta nel comparto, la minore attrattività dei dividendi (visto che molti gruppi saranno costretti a scegliere tra payout elevato e mantenimento dei livelli di rating), una possibile re-regulation e nuova tassazione sui vari mercati nazionali.
“Gli investitori farebbero bene a sottopesare quei titoli delle utility e dei settori dei consumi esposti a variazioni dei tassi di interesse”, fa notare Deutsche Asset& Wealth Management, indirizzando su “settori sensibili al ciclo economico”: beni di consumo ciclici, settori industriali e servizi finanziari.
Quali sono i comparti su cui scommettere? Tecnologici, finanziari (più le investment banks che gli istituti di credito) e farmaceutici mettono d’accordo tutti: i primi due anche perché viaggiano a multipli piuttosto bassi, l’healthcare nonostante sia ingenerale difensivo è meno indebitato rispetto a tlc eutilities. Sulla scelta dei mercati e degli indici su cui puntare è condivisa l’idea che, a livello complessivo, i mercati sviluppati, Europa compresa, saranno in grado di offrire performance superiori a quelle dei mercati emergenti verso i quali viene suggerita una strategia di differenziazione.
“A fronte dell’accelerazione della crescita sui mercati sviluppati – spiega Ubs – prediligiamo i Paesi spinti dalle esportazioni, come Taiwan. Ci piace anche la Cina, dove le riforme annunciate di recente spingeranno con ogni probabilità la fiducia e determineranno un re-rating da livelli di valutazione depressi. Tuttavia saremmo più prudenti in relazione ai paesi che presentano deficit consistenti o una significativa dipendenza dalle commodity”.
Per Morgan Stanley è da confermare la raccomandazione overweight sui mercati sviluppati, a fronte di un underweight per gli emergenti: “Se le performance relative e le valutazioni dei primi stanno diventando abbastanza elevate, riteniamo sia troppo presto per una rotazione verso gli emergenti”. Secondo il broker, la sensibilità degli utili a una crescita modesta, il rafforzamento del dollaro e il crescente costo del capitale sono alla base di tale giudizio: Brasile, Turchia, Sud Africa, India e Indonesia i Paesi su cui rimanere prudenti.