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Invesco: perché comprare bond asiatici

I mercati obbligazionari asiatici attraggono un numero di investitori in continuo aumento. A questo scenario è dedicata l’ultima analisi degli esperti di Invesco, uno dei più importanti gruppi indipendenti nel settore dell’asset management. “Con rendimenti più alti, in media, rispetto a quelli dei mercati principali – si legge nel rapporto – per gli investitori si apre la possibilità di partecipare alla crescita asiatica beneficiando di interessanti rendimenti ponderati per il rischio. L’Asia offre una gamma di possibilità sempre crescente, con emittenti di ogni genere. Le basi economiche continuano ad essere solide e continueranno a sostenere la crescita e il potenziale apprezzamento delle valute”.

I mercati del debito asiatici si stanno evolvendo rapidamente: il volume dei bond locali è più che raddoppiato soltanto negli ultimi cinque anni. Tuttavia, le dimensioni del mercato in rapporto al Pil sono ancora ridotte rispetto a quelle degli Stati Uniti o del Giappone. “Questo significa che ci sono ancora ampi margini di crescita, perché i governi e le società del continente sono in cerca di finanziamenti a lungo termine e gli investitori internazionali hanno bisogno di diversificare le loro attività uscendo dai mercati internazionali”, sottolinea Frankie Tai, associated director della sezione Invesco di Hong Kong.

Anche se i titoli di Stato dominano ancora in questi mercati, il boom recente è legato soprattutto alla crescita dei bond societari. Per ora gli investitori stranieri hanno un accesso solo limitato al più importante di questi mercati, quello cinese, ma secondo gli esperti di Invesco questa situazione è destinata a cambiare con il graduale allentamento delle restrizioni da parte della Banca popolare cinese. Altri mercati, come quelli di Corea, Filippine e Indonesia, sono più accessibili.

La contrazione della crescita nelle economie sviluppate non mancherà di indebolire anche l’Asia, ma Invesco sottolinea che ci saranno degli effetti positivi sul fronte dell’inflazione. Insomma, si tratta certamente di “un mercato dinamico, non privo di rischi, ma ricco di opportunità”, conclude Tai.

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