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Intesa-Ubi, l’Antitrust frena: “Fusione non autorizzabile”

FIRSTonline

Doccia fredda per Intesa Sanpaolo sull’acquisizione di Ubi Banca. Secondo l’Antitrust l’ops non è “suscettibile di essere autorizzata” a causa delle elevate quote che la “combined entity” deterrebbe in numerosi mercati. Non solo, l’operazione produrrebbe “la costituzione o il rafforzamento della posizione dominante di Intesa” senza che la prevista cessione di un ramo d’azienda a Bper “possa essere preso in considerazione, quale intervento volto a risolvere le criticità concorrenziali”.

Queste le parole contenute nella comunicazione delle risultanze istruttorie inviate dall’Antitrust alle parti coinvolte nell’operazione e rivelate dall’Ansa. Immediata la reazione dei titoli a Piazza Affari: in una giornata già di per sé difficile per i titoli bancari, frenati dall’estensione della raccomandazione della Bce al blocco dei dividendi al gennaio 2021, le azioni Ubi Banca e Intesa Sanpaolo piombano in fondo al Ftse Mib, cedendo rispettivamente il 4,87% e il 4,2%.

Tornando alla comunicazione dell’Antitrust, dal documento emerge anche che lo scorso primo giugno Intesa ha chiesto tempo fino al 10 del mese per ‘fornire la specificazione del ramo di azienda’ che sara’ ceduto a Bper. Istanza che tuttavia l’Antitrust ha rigettato il 3 giugno. L’Autorità ha fissato al 18 giugno la data per chiudere “la fase di acquisizione degli elementi probatori”. Alla stessa data Ubi e Intesa avranno la possibilità di essere “sentite innanzi al collegio” per l’audizione collegiale. Le parti avranno invece tempo fino al 15 giugno per “presentare memorie scritte e documenti”. 

Una volta concluso l’iter si passerà alla decisione finale. Prima però dovrà essere acquisito il parere non vincolante dell’Ivass. Secondo le previsioni la decisione finale dovrebbe arrivare nella seconda metà di luglio. Secondo quanto scrive “la Repubblica”, Ivass e Consob sarebbero orientate a dare il via libera all’Ops Intesa-Ubi. Ricordiamo che lo scorso fine settimana la Bce aveva invece dato il primo via libera all’operazione, inviando “l’autorizzazione preventiva all’acquisizione diretta di una partecipazione di controllo, pari almeno al 50% del capitale più un’azione, in Ubi banca”. 

Tornando alle “risultanze istruttorie” secondo l’Antitrust la concentrazione potrebbe ridurre “in maniera sostanziale e durevole la concorrenza”, su diversi mercati, a causa “dell’elevata quota di mercato e livello di concentrazione raggiunta, accompagnati da una distanza significativa dal secondo operatore di ciascuna area e in considerazione della capacità `disciplinante´ di Ubi nei confronti delle maggiori banche”. 

Per quanto riguarda l’accordo tra Intesa e Bper sulla cessione a quest’ultima di 500 filiali, secondo l’Antitrust l’intesa non risolverà la situazione sia per via della “sostanziale indeterminatezza del perimetro del ramo di azienda di Ubi, oggetto di cessione in favore di Bper”, sia per le “incertezze in merito all’effettiva attuazione di tale accordo”.  In ultimo, l’Antitrust ha rilevato la “sostanziale inefficacia di tale accordo rispetto alle criticità in altre aree del territorio italiano, diverse dalle province del nord-ovest, su cui parimenti le quote post merger” di Intesa e Ubi “risultano di indubbia rilevanza, con specifico riferimento ad alcune CA (catchment area, mercati locali circoscritti ai bacini d’utenza, ndr) della regione Calabria e della regione Marche, nonché dell’Abruzzo”.

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Categories: Finanza e Mercati