Accordo raggiunto tra Intesa Sanpaolo e i sindacati del credito sul perimetro occupazionale del maxi gruppo bancario in vista dell’integrazione di Ubi Banca.
Ad oggi, la banca guidata da Carlo Messina conta 61.172 dipendenti, sono invece 19.609 i lavorati della ex popolare. In base all’intesa siglata nella notta, entro il 2023 ci saranno 5mila uscite e 2500 assunzioni.
INTESA-UBI: LE USCITE
Le uscite saranno rigorosamente volontarie e saranno scaglionate tra il 2021 e il 2023. La gestione avverrà tramite il pensionamento e il ricorso al fondo di solidarietà, che sarà attivato anche per coloro che raggiungeranno il requisito pensionistico nel 2026. L’accordo sulle uscite volontarie inoltre, specificano i sindacati di categoria (Fabi, First Cisl, Fisac Cgil, Uilca, Unisin), sarà valido per tutti i dipendenti di Intesa e Ubi, compresi quelli che verrranno ceduti a Bper. “Abbiamo prestato la massima attenzione verso i lavoratori Ubi che saranno ceduti a Bper, anche loro, se lo vorranno, potranno accedere al piano delle uscite, specifica il segretario nazionale Fabi e coordinatore del gruppo Intesa, Giuseppe Milazzo.
“Siamo soddisfatti – commentano Caterina Dotto e Giuseppe Cassella, segretari di gruppo di First Cisl in Intesa Sanpaolo e in Ubi – perché abbiamo dato certezza di diritti alle 1.197 domande in sospeso (925 Intesa Sanpaolo e 272 Ubi), eccedenti rispetto alle uscite all’epoca preventivate dalle due banche. Le domande dovranno essere ripresentate, alle condizioni del nuovo accordo, che riguarda l’intero perimetro del Gruppo Intesa Sanpaolo, ma avranno priorità”. “Le 5mila uscite previste – concludono – saranno scadenzate con l’accesso sia a pensione diretta, incluse quota 100 e opzione donna, sia al fondo esuberi di settore”.
INTESA-UBI: LE ASSUNZIONI
Per ogni due uscite ci sarà un assunzione. In totale saranno 2.500 le nuove assunzioni che saranno effettuate entro il 31 dicembre del 2023 “con attenzione al supporto alla rete chiesta dal sindacato e alle zone svantaggiate del Paese, alla stabilizzazione dei tempi determinati in servizio alla data di firma dell’accordo e ai lavoratori collocati nella Sezione emergenziale del Fondo di solidarietà di settore”, specificano i sindacati.
“Questo accordo è il primo importante passo del nuovo gruppo Intesa con un primo importante obiettivo che è l’integrazione dei 20.000 dipendenti Ubi. Una fase di integrazione che vedrà altri due momenti fondamentali, il passaggio di un ramo d’azienda a Bper e l’integrazione nel gruppo Ubi, due momenti da seguire con la massima attenzione per assicurarela tutela e la migliore valorizzazione delle risorse”, ha dichiarato il coordinatore Fabi del gruppo Ubi, Paolo Citterio.
CESSIONE FILIALI A BPER: LE SCADENZE
Un’altra importante novità arrivata oggi, 30 settembre, riguarda l’accordo tra Intesa Sanpaolo e Bper sulle scadenze da rispettare per la cessione del ramo d’azienda costituito da un insieme di filiali del gruppo risultante dall’opas e dai rispettivi dipendenti e rapporti con la clientela.
La cessione delle filiali di Ubi Banca a Bper sarà effettuata entro la seconda metà di febbraio 2021, mentre quella delle filiali di Intesa Sanpaolo entro il secondo trimestre dello stesso anno.
Da sottolineare che, tenuto conto delle nuove tempistiche, Bper ha rivisto le stime dei target economico-finanziari del Ramo al 2021 adeguandole per competenza. Nel dettaglio, l’utile netto consolidato stimato della Combined Entity (Gruppo Bper inclusivo del Ramo) al 2021 è atteso pari a circa 350 milioni di euro, “escludendo gli elementi one-off positivi e negativi dell’operazione e tenuto conto del contributo pro-rata del Ramo alla luce della nuova tempistica del closing”, spiega la banca. Le stime di Npe ratio lordo e cost/income ratio della Combined Entity a fine 2021 sono attese rispettivamente in area 9% e 60%, con un Cet1 ratio Fully Loaded atteso superiore al 13,0%.
I TITOLI IN BORSA
Dopo il via libera all’aumento di capitale per l’acquisto delle filiali di Intesa Sanpaolo e Ubi Banca, in Borsa il titolo Bper cede oltre il 2% a 1,91 euro. Pesanti anche le azioni Ubi Banca, che alle 11.30 cedono il 2,7%. Resiste Intesa che procede intorno alla parità.
“L’accordo siglato oggi – questo il commento del CEO di Intesa Carlo Messina -, dopo un negoziato rapido ed efficace, permette di raggiungere un risultato basato, per entrambe le parti, sulla volontà di tutelare l’occupazione, di favorire lo sviluppo professionale delle persone, di rispettarne le aspirazioni. In un quadro generale segnato da una notevole complessità, confermiamo l’assunzione – a tempo indeterminato – di 2.500 giovani. I nuovi ingressi potranno sostenere la crescita del Gruppo e le sue nuove attività; presteremo attenzione particolare al sostegno alle nostre reti territoriali e alle zone svantaggiate del Paese. Il nostro grazie va alle sigle sindacali per il rapporto solido e costruttivo stabilito negli anni: una volta di più ha portato a risultati positivi per l’occupazione e alla conferma dei piani di sviluppo di Intesa Sanpaolo, rafforzati sin da ora dalle competenze e professionalità delle persone provenienti da UBI, nella prospettiva di un’ulteriore affermazione della propria leadership in Europa”.