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Intesa Sanpaolo: utile oltre i 3 miliardi, dividendi al massimo consentito

Imagoeconomica

Un 2020 di grande solidità per Intesa Sanpaolo, che oltre ad aver messo a segno l’acquisizione di Ubi Banca, dando vita al secondo gruppo bancario europeo per capitalizzazione, ha anche difeso l’utile. Pur in calo rispetto al 2019, quando aveva superato i 4 miliardi, nonostante lo scenario difficile l’utile netto contabile dell’esercizio 2020 è pari a 3,277 miliardi di euro. Tuttavia, sottolinea la banca guidata da Carlo Messina, escludendo le componenti relative proprio all’operazione Ubi il dato salirebbe a 3,5 miliardi, mentre al netto delle rettifiche per i futuri impatti di Covid 19 sarebbe persino in crescita sul 2019: +9% a 4,53 miliardi. La performance consentirà di proporre all’assemblea un dividendo cash pari a 694 milioni, cioè 3,57 centesimi di euro per azione, il massimo consentito rispettando le indicazioni della Bce.

Bene anche gli altri indicatori. Il risultato corrente lordo è aumentato del 10% rispetto al 2019, nel secondo semestre c’è stata una ripresa degli interessi netti e delle commissioni nette, rispettivamente del 2% e dell’11% rispetto al primo semestre del 2020. I costi operativi sono stati in diminuzione del 3,4%, con un cost/income al 52,2% (“tra i migliori a livello europeo”), e la patrimonializzazione si conferma a livelli elevati: il Common Equity Tier 1 Ratio, deducendo i quasi 700 milioni di dividendi per il 2020, è stato del 15,4% a regime, del 16,9% escludendo l’acquisizione di Ubi Banca e del 15,9% includendo Ubi ma escludendo le attività da cedere a Bper. Migliora nel 2020 anche la qualità del credito: i crediti deteriorati sono stati ridotti di 32 miliardi da dicembre 2017 e di 44 miliardi dal picco del 2015. Lo stock è del -34,6% rispetto a fine 2019, al lordo delle rettifiche.

L’incidenza dei crediti deteriorati su quelli complessivi è del 4,9% al lordo delle rettifiche e del 2,5% al netto. Tutto questo, continuando a svolgere un ruolo importante anche in piena pandemia: il comunicato di Intesa Sanpaolo tiene infatti a ricordare che nel 2020 la banca ha erogato solo in Italia 77 miliardi (87 miliardi in totale, 95 contando Ubi) di nuovo credito a medio-lungo termine, a imprese e famiglie, contribuito a riportare in bonis 11.500 aziende e di conseguenza salvato circa 57.000 posti di lavoro. Intesa Sanpaolo ambisce anche a diventare un punto di riferimento in termini di sostenibilità e responsabilità sociale e culturale: è l’unica banca italiana inclusa nei Dow Jones Sustainability Indices e nel 2021 “Global 100 Most Sustainable Corporations in the World Index” di Corporate Knights, e si classifica prima tra le banche europee in tre delle principali valutazioni internazionali ESG, MSCI, Sustainalytics e Bloomberg ESG Disclosure Score.

“Nel 2020 – ha commentato il CEO di Intesa Sanpaolo, Carlo Messina – il mondo intero è stato travolto dalla pandemia da COVID-19. Il nostro Paese è
stato colpito con particolare forza: il mio auspicio per il 2021 è che sia l’anno del superamento della pandemia, del rilancio economico e del contrasto alle emergenze sociali. Noi, come Intesa Sanpaolo, siamo pronti ad essere un punto di riferimento per una crescita sostenibile e inclusiva.
Durante l’emergenza sanitaria, Intesa Sanpaolo ha donato 120 milioni di euro per rafforzare il sistema sanitario nazionale. Per primi abbiamo promosso le moratorie: nel corso di questi mesi ne abbiamo concesse per un valore complessivo pari a 95 miliardi. Abbiamo inoltre erogato prestiti assistiti da garanzia statale per un totale di 35 miliardi”.

“Nell’ultimo esercizio – ha proseguito Messina analizzando i risultati – abbiamo ottenuto il miglior risultato di sempre nel settore assicurativo, con i ricavi dal ramo danni non motor in crescita a 500 milioni. Le commissioni hanno mostrato una significativa ripresa nel secondo semestre e in particolare nell’ultimo trimestre del 2020. Il margine di interesse è tornato a crescere annualmente dopo 5 anni consecutivi di calo. I costi nel 2020 segnano una riduzione del 3%. L’efficienza operativa è particolarmente elevata con un cost/income del 52%. Le sinergie derivanti dalla combinazione con UBI Banca sono previste a oltre 1 miliardo di euro all’anno a regime, superando le stime iniziali. Il processo di integrazione è perfettamente in linea con i piani e il coinvolgimento delle persone provenienti da UBI sta avvenendo con pieno successo”.

I risultati hanno convinto il mercato e una seduta di per sé brillante per Piazza Affari e in particolare per i titoli bancari, che beneficiano anche della caduta dello spread Btp-Bund, Intesa Sanpaolo si distingue con un rialzo di circa il 3,5% a metà giornata, sopra i 2 euro per azione.

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