Intesa Sanpaolo svela risultati straordinari per i primi sei mesi del 2024, con il ceo Carlo Messina che definisce questo periodo come “il miglior semestre degli ultimi diciassette anni”. L’utile netto raggiunge 4,77 miliardi di euro, segnando una crescita del 12,9% rispetto allo stesso periodo dello scorso anno. Il secondo trimestre, in particolare, si distingue con un utile di 2,47 miliardi di euro, superando i 2,3 miliardi attesi. Non solo, Intesa Sanpaolo prevede un utile netto superiore a 8,5 miliardi di euro per il 2024 e il 2025, e ha annunciato un aumento del dividendo per azione, migliorando significativamente le sue previsioni precedenti.
“I risultati semestrali che abbiamo presentato sono di alta qualità, riflettono una forte accelerazione nei ricavi da commissioni e assicurazioni e un reddito da interessi netti resiliente. La nostra crescita del fatturato è stata la più alta in Europa tra i concorrenti”, ha sottolineato il top manager.
Dopo la pubblicazione dei risultati semestrali, il titolo di Intesa Sanpaolo balza di oltre il 3%.
Dividendi in crescita
L’istituto bancario ha confermato un aumento del dividendo per azione per il 2024 e il 2025 rispetto al 2023, grazie a un payout ratio cash del 70% dell’utile netto consolidato. Come ha dichiarato Messina, “grazie a una crescita del 15% dell’utile per azione (Eps), possiamo distribuire oltre 7,4 miliardi di euro nel 2024, pari all’11% della nostra capitalizzazione di mercato”. Questo include un acconto sui dividendi di circa 3 miliardi di euro e il programma di buyback da 1,7 miliardi di euro avviato a giugno 2024. La decisione finale sull’acconto dividendi sarà presa il 31 ottobre 2024, e eventuali ulteriori distribuzioni per il 2024 saranno annunciate dopo l’approvazione dei risultati annuali.
Ottimismo per la seconda metà dell’anno
Grazie ai risultati della prima metà dell’anno, Intesa ha rivisto al rialzo le sue stime di redditività. Per il 2024 e il 2025, l’utile netto è previsto superiore a 8,5 miliardi di euro, rispetto alla previsione precedente di oltre 8 miliardi.
Messina prevede anche una solida crescita dei ricavi, “sostenuta da un ulteriore incremento degli interessi netti, attesi a circa 15,5 miliardi di euro, e da un aumento delle commissioni nette e del risultato dell’attività assicurativa, grazie alla leadership del gruppo nel settore del Wealth Management, Protection & Advisory”. Messina ha aggiunto: “Il contesto dei tassi di interesse è in evoluzione, ma siamo ben posizionati per affrontarlo con successo grazie alla diversificazione del nostro business model e ai risparmi che ci affidano famiglie e imprese, cresciuti di 48 miliardi di euro nel semestre.”
Le altre voci del conto economico
Il ceo ha inoltre evidenziato che le attività finanziarie della clientela sono cresciute di oltre 100 miliardi di euro su base annua e di 20 miliardi di euro nel secondo trimestre.
Nel semestre, i proventi operativi netti sono aumentati del 9,6%, raggiungendo i 13,6 miliardi di euro. Questo incremento è stato trainato da un sostanziale aumento degli interessi netti, che sono saliti a 7,9 miliardi di euro, con una crescita del 16,2% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. Le commissioni nette hanno anch’esse contribuito positivamente, salite a 4,6 miliardi di euro, in crescita del 6,9% rispetto ai 4,3 miliardi del semestre precedente. “Il contributo dei ricavi da commissioni e assicurazioni ai ricavi totali supera il 40%, è il più alto in Europa dopo Ubs”, ha rimarcato il top manager.
I costi operativi sono rimasti pressoché stabili a 5,2 miliardi, con una variazione marginale dello 0,1%. Questo riflette un controllo stabile delle spese, con una leggera diminuzione nelle spese amministrative e un incremento contenuto nelle spese del personale e negli ammortamenti. Di conseguenza, il rapporto cost/income è migliorato al 38,3%, rispetto al 38,8% del semestre precedente.
La qualità del credito e solidità patrimoniale
Alla fine di giugno, l’incidenza dei crediti deteriorati sui crediti complessivi è pari all’1,1% al netto delle rettifiche di valore e al 2,2% al lordo. Considerando la metodologia adottatadell’Eba, la percentuale si attesta all’1%. L’esposizione verso la Russia è diminuita di circa l’86%, o oltre 3,1 miliardi di euro rispetto a fine giugno 2022, scendendo allo 0,1% dei crediti a clientela complessivi del gruppo. I crediti cross-border verso la Russia sono per lo più in bonis e classificati a stage 2.
Per quanto riguarda la solidità patrimoniale, il coefficiente CET 1 è pari al 13,5%, escludendo circa 120 centesimi di punto di beneficio derivante dall’assorbimento delle imposte differite attive, di cui circa 25 nell’orizzonte tra il terzo trimestre 2024 e il 2025. Questo coefficiente supera ampiamente il requisito SREP del 9,35% previsto per il 2024.
Il commento di Carlo Messina
Messina ha sottolineato la strategia industriale di Intesa: “Abbiamo un modello unico in Europa, con una consolidata leadership nelle nostre divisioni al servizio di famiglie e imprese, una significativa componente di Wealth Management Protection and Advisory, una gestione delle attività internazionali orientata all’efficienza, un’offerta digitale tecnologicamente avanzata, una condizione di Banca Zero NPL e un profilo Esg di grande rilievo”.
Il top manager ha anche enfatizzato la composizione dei ricavi, con Intesa Sanpaolo prima nell’Eurozona per il rapporto tra commissioni e attività assicurativa rispetto ai ricavi. “La nostra forza risiede in oltre 16.000 professionisti dedicati, un’offerta digitale all’avanguardia e le nostre società assicurative e di asset management,” ha dichiarato.
Infine, Messina ha ricordato l’impegno sociale della banca: “Siamo impegnati nel principale progetto di coesione sociale per promuovere una società più equa, con un programma di interventi da 1,5 miliardi di euro entro il 2027.” Nei primi sei mesi del 2024, le erogazioni a medio e lungo termine hanno superato i 20 miliardi di euro, e il risparmio affidato dalle famiglie e dalle imprese ha raggiunto oltre 1.353 miliardi di euro. Le risorse destinate al personale in Italia nel 2023 sono state superiori ai 6 miliardi di euro.