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Intesa Sanpaolo rinuncia alle Generali

La banca guidata da Carlo Messina ha completato la sua analisi su Generali e non ha individuato opportunità di combinazioni industriali che permettano di continuare a creare e a distribuire valore per gli azionisti e a mantenere la leadership di adeguatezza patrimoniale – Perciò la crescita di Intesa sarà per vie interne e punterà soprattutto sul wealth management.

Lo sbarco a Trieste non ci sarà. Intesa Sanpaolo rinuncia alla conquista delle Generali che da settimane aveva mandato in fibrillazione l’intera finanza italiana. Dopo aver completato le sue analisi su “possibili combinazioni industriali con Assicurazioni Generali”, la banca guidata da Carlo Messina ha deciso di non andare avanti perchè “non ha individuato opportunità rispondenti ai criteri di creazione e distribuzione di valore per i propri azionisti, in coerenza con  l’obiettivo di mantenimento della leadership di adeguatezza patrimoniale, con cui valuta regolarmente le opzioni di crescita endogena ed esogena per il Gruppo”.

L’addio a Generali è certamente la fine di un sogno per Intesa Sanpaolo ma la saggezza di una banca si dimostra anche dal coraggio di saper rinunciare a un’acquisizione che le avrebbe dato lustro nell’immediato ma che si sarebbe rivelata assai insidiosa dal punto di vista reddituale e patrimoniale e avrebbe finito per sacrificare i suoi stessi azionisti.

In sostanza, al di là del prezzo, l’acquisto di Generali non avrebbe permesso a Intesa di tenere alto il dividendo che ogni anno distribuisce ai suoi azionisti (10 miliardi cash in 4 anni) e nemmeno di alzare la redditività e di conservare la leadership della solidità patrimoniale tra le banche: da quì la rinuncia e l’addio a Trieste.

La fumata nera sulle Generali spingerà però Intesa a crescere di più “per via endogena” e soprattutto a puntare, come spiega una nota ufficiale, su “un’ulteriore significativa crescita del wealth management”, cioè sul risparmio gestito e sul private banking, dove già detiene posizioni di leader del mercato, e a crescere nel ramo assicurativo danni “innalzandone il grado di penetrazione presso la clientela ai livelli raggiunti dal ramo vita, con opportuni interventi in sinergia con le reti bancarie”, a conferma che c’è una logica nelle combinazioni tra banca e assicurazioni.

Carlo Messina darà inoltre un forte impulso al cross-selling, “conseguente alla creazione della prima banca di prossimità, costituita da Banca Itb recentemente acquisita e focalizzata sull’instant banking”  e punterà ancora di più sulla banca multicanale e digitale. Tutte operazioni  che compenseranno la rinuncia alla conquista delle Generali e punteranno ad alzare la redditività anche attraverso una significativa riduzione dei crediti deteriorati ma senza operazioni straordinarie.

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