L’82° rapporto sull’analisi dei settori industriali realizzato da Intesa Sanpaolo in collaborazione con Prometeia, presentato ieri a Milano, descrive la contrazione dell’industria italiana, che vedrà il suo fatturato a fine 2012 in calo del 5,3%, per via, soprattutto, della flessione nella domanda interna. Lo studio però prevede, però, un cauto recupero per il 2013 (+0,4%), seguito da una netta crescita, del 2,3%, nel 2014.
Tornando al 2012, secondo Gregorio Di Felice di Intesa Sanpaolo, il quadro rischierebbe di essere ancora più fosco (un calo del -8%) se non fosse per i buoni risultati delle esportazioni. A pagare di meno, quindi, sono tutti quei settori maggiormente rivolti verso il mercato estero, come la farmaceutica e l’industria del largo consumo, e i settori attivi su un elevato numero di mercati come l’elettrotecnica e la meccanica. Anche le imprese alimentari si stanno rivolgendo sempre più verso l’estero,
I livelli produttivi di fine anno toccheranno i livelli minimi segnati nel 2009, comportando soprattutto un forte eccesso di capacità produttiva in alcuni settori, specialmente quelli legati alle costruzioni e alla produzione di beni durevoli.