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Intesa SanPaolo, nei primi nove mesi del 2021 l’utile vola a 4 miliardi (+28,7%)

Imagoeconomica

Intesa Sanpaolo archivia i primi nove mesi dell’anno il target di redditività previsto per il 2021, in anticipo di un trimestre, con un utile pari a 4 miliardi di euro. La variazione è negativa del 37,2% (erano 6,37 i miliardi dei primi nove mesi del 2020) ma si dimostra in crescita del 28,7% rispetto a 3,112 milioni se si esclude il goodwill negativo provvisorio originato nel terzo trimestre 2020 dall’acquisizione di Ubi Banca. «Il miglior risultato netto del secondo trimestre di sempre e il miglior primo semestre dal 2008», ha detto  l’ad del gruppo Carlo Messina nel presentare i risultati alla comunità finanziaria. .

Il risultato netto è pari a 983 milioni di euro nel terzo trimestre 2021, sopra alle stime degli analisti che indicavano 798 milioni. Un risultato non confrontabile con i 3,8 miliardi dello stesso arco temporale del 2020 che includevano il goodwill negativo originato dall’acquisizione di Ubi Banca.

I proventi operativi netti sono in aumento del 3,4% rispetto ai primi nove mesi 2020, con commissioni nette salite che segnano un +11,5%. I costi operativi sono i diminuzione del 2,3% rispetto ai primi nove mesi del 2020 a 7,89 miliardi rispetto agli 8 miliardi del 2020 . Il cost/income è pari al 50,1% nel periodo gennaio/settembre 2021, tra i migliori nell’ambito delle principali banche europee.

Messina ha aggiunto che questi sono risultati che «ci mettono nelle condizioni di continuare ad avere successo» e di rivedere quindi al rialzo la previsione di utile. «Il nostro è un approccio conservativo e sostenibile. Non gestisco questa banca con una visione di breve, ma con una visione di medio-lungo termine», ha aggiunto. Intanto, per il 2022, un risultato netto a 5 miliardi «è il livello minimo».

La patrimonializzazione è elevata, largamente superiore ai requisiti normativi. Nel dettaglio, il coefficiente Cet1 al netto dei dividendi maturati si attesta al 14,3% in base ai criteri transitori in vigore nel 2021 (il dato pro forma a regime è pari al 15,1%). Valori che si ottengono deducendo dal capitale 1,9 miliardi di riserve distribuite nello scorso mese di ottobre e 2,8 miliardi di dividendi maturati nel primi nove mesi del 2021.

In materia di dividendi, in linea con il piano di impresa 2018-2021, si prevede la distribuzione di un ammontare cash corrispondente a un payout ratio pari al 70% dell’utile netto, in merito alla quale il cda ha deliberato un acconto di 1,4 miliardi di euro, pari a 0,0721 euro per azione, che sarà pagato il 24 novembre, con stacco cedola il 22.

Intanto Fideuram – Intesa Sanpaolo Private Banking, la Divisione Private Banking del Gruppo ISP che si focalizza principalmente sui segmenti di clientela Private e High Net Worth Individuals nei primi nove mesi del 2021 registra proventi operativi netti per 1,78 mld, +8,8% rispetto a 1,63 mld dei primi nove mesi 2020, pari a circa l’11% dei proventi operativi netti consolidati del gruppo (11% anche nei primi nove mesi 2020). A seguire, costi operativi per 652 milioni, +2,2% rispetto a 638 milioni dei primi nove mesi 2020; un risultato della gestione operativa di 1,1 mld, +13% rispetto a 999 milioni; un cost/income ratio al 36,6% rispetto al 39%; un ammontare complessivo di accantonamenti e rettifiche di valore nette pari a 28milioni, rispetto a 57 milioni; un risultato corrente lordo pari a 1,3 mld, rispetto a 948 milioni; un risultato netto pari a 862 milioni, rispetto a 635 milioni.

Infine, quanto alla vicenda Mps e al risiko bancario in Italia, ha precisato: «esisterà un terzo polo in mani pubbliche, bisognerà vedere se le altre banche avranno una ricomposizione tra di loro. In ogni caso, avere tre banche forti e dalle dimensioni significative è un valore per tutti». Ha ribadito: «il sistema bancario italiano è molto solido. Nel corso della pandemia e dopo, abbiamo monitarato con attenzione tutti i settori coinvolti nell’economia reale del paese. Il sistema è solido, i depositi delle imprese presso le banche lo dimostrano, la gran parte delle moratorie è stata fatta più che altro come back up». E ha concluso: «è difficile pensare che in media ci saranno problemi sul fronte del credito. Le misura del governo sono state corrette e hanno portato a ottimi risultati».

Il prossimo appuntamento per parlare dei risultati della banca sarà a febbraio 2022 quando Intesa Sanpaolo presenterà anche il prossimo piano di impresa.

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