Utili più che raddoppiati e dividendo sopra i 2 miliardi. Il Cda di Intesa Sanpaolo ha approvato oggi i conti dell’esercizio 2015 licenziando un bilancio con un utile netto di 2,74 miliardi di euro, da 1,25 miliardi del 2014. Il Cda ha deciso di proporre un dividendo cash di 2,4 miliardi, sopra la guidance di due miliardi contenuta nel piano.
Il dividendo per azione è di 14 cent per le ordinarie (raddoppiato rispetto ai 7 cent del 2014) e di 15,1 cent per le risparmio, che corrispondono rispettivamente a un dividend yield del 5,6% e del 6.5% per le risparmio. Per il 2016 la banca conferma il target contenuto nel piano d’impresa di dividendi cash per 3 miliardi. Il titolo in Borsa balza del 4% subito dopo i conti per poi ridurre il rialzo al 2,26% in un clima in generale positivo per i titoli bancari mentre il Ftse Mib cede lo 0,24%.
Il gruppo nella nota sui conti sottolinea di aver registrato un “forte miglioramento della redditività – superiore agli obiettivi del Piano di Impresa 2014-2017 – nonostante il permanere di un contesto di mercato difficile, confermando la solidità dello stato patrimoniale”. Escludendo il contributo straordinario al Fondo di risoluzione, i profitti ammontano a 2,989 miliardi, in aumento del 76,9% rispetto a 1,7 miliardi del 2014, escludendo l’aumento retroattivo della tassazione relativa alla partecipazione in Banca d’Italia. In questo caso si tratta dell’utile più elevato dal 2007.
Nel quarto trimestre l’utile netto è stato di 13 milioni, scontando il contributo straordinario al fondo di risoluzione pari a circa 380 milioni ante imposte.
I coefficienti patrimoniali vedono un Cet1 al 13,1% a regime e al 13% transitorio, leggermente sotto il 13,4% registrato a fine settembre.
Il conto economico consolidato del 2015 registra interessi netti pari a 7.812 milioni di euro, in diminuzione del 6,5% rispetto agli 8.358 milioni del 2014. Sono cresciute le commissioni del 10,8% a 7,5 miliardi nel 2015, le più elevate dalla costituzione di Intesa Sanpaolo, +10,8% rispetto al 2014. Il risultato della gestione operativa è in aumento dell’1,4% a 8,3 miliardi, +7,6% se si escludono i contributi al fondo di risoluzione e al fondo di garanzia dei depositi nel 2015.
Hanno contribuito al risultato tutte le business unit con un risultato ante imposte positivo e in crescita: Wealth Management (+30% rispetto al 2014); Private Banking (+32,2%); Asset Management (+46,9%); Insurance (+18,5%); Banca dei Territori (+26,5%); Corporate e Investment Banking (+12,9%); Banche Estere (+8,6%). Il risparmio gestito è cresciuto di 26 miliardi nel 2015 con 30 miliardi di raccolta netta.
Nel corso dell’anno gli accantonamenti a fronte del rischio su crediti sono scesi del 27,6% a 3,3 miliardi, dato più basso dal 2010. La copertura è al 47,6% (139% considerando le garanzie reali). La copertura delle sofferenze è al 61,8%. Lo stock di crediti deteriorati è sceso del 3% rispetto a fine settembre e dell’1% rispetto a fine 2014, mentre i flussi di crediti deteriorati provenienti da posizioni in bonis è al livello più basso dal 2007.
Per il 2016 Intesa vede una crescita dei proventi operativi netti, grazie alle commissioni nette e ai crediti verso la clientela, e del risultato della gestione operativa.
Dopo la pubblicazione dei conti, il titolo in Borsa di Intesa guadagna il 2,18%, a 2,53 euro per azione.