Intesa Sanpaolo chiude il 2023 con utile netto pari a 7,7 miliardi trainato dagli interessi netti, il 76,4% in più rispetto ai 4,4 miliardi del 2022 e al di sopra della guidance dell’istituto guidato da Carlo Messina che si fermava a 7,5 miliardi. Buone notizie per gli azionisti: all’assemblea verranno proposti dividendi complessivi pari a 5,4 mld, di cui 2,6 mld sono stati pagati come acconto nel novembre scorso e 2,8 mld come saldo dividendi 2023 da pagare a maggio 2024. Inoltre verrà proposto un buyback pari a circa 55 centesimi di punto di common equity tier 1 ratio al 31 dicembre 2023 da avviare a giugno 2024. “I risultati del 2023 confermano la capacità del Gruppo Intesa Sanpaolo di generare una redditività sostenibile anche in contesti complessi grazie al modello di business ben diversificato e resiliente” dice la nora di Ca de Sass. “Il solido andamento economico e patrimoniale dell’anno si è tradotto in una significativa creazione di valore per tutti gli stakeholder, fondata anche sul forte impegno ESG del Gruppo”.
Anche Ca de Sass conferma quindi il 2023 come l’anno record per gli istituti di credito italiani: le prime 5 banche italiane hanno raggiunto utili per oltre 20 miliardi.
Il titolo Intesa a Piazza Affari quota dopo l’annuncio dei dati è salito fino a 2,94 euro per poi riposizionarsi attorno al livello di 2,89 euro di prima dei dati, comunque in rialzo dello 0,98%.
Nel quarto trimestre 2023 utili a 1,6 miliardi in calo da 1,9 del terzo trimestre
Nel quarto trimestre gli interessi netti sono stati pari a 4 miliardi, in aumento del 4,8% rispetto ai 3,8 del terzo trimestre 2023 e del 30,4% rispetto ai 3 miliardi del quarto trimestre 2022. Le commissioni nette sono pari a 2.110 milioni di euro, in aumento dello 0,7% rispetto ai 2.095 milioni del terzo trimestre 2023. Il risultato netto pari a 1.602 milioni di euro nel quarto trimestre 2023 si confronta con quello pari a 1.900 milioni nel terzo trimestre 2023 e a 1.076 milioni nel quarto trimestre 2022.
Ridotta ulteriomente l’esposizione verso la Russia
Continua la riduzione dell’esposizione dell’istituto verso la Russia, diminuita dell’ 82% (circa 3 miliardi di euro) rispetto a fine giugno 2022 e scesa allo 0,1% dei crediti a clientela complessivi del Gruppo, e i crediti cross-border verso la Russia sono in larga parte in bonis e classificati a Stage 2.
Isybank porterà circa 200 milioni al risultato entro il 2025
Isybank, la banca digitale del Gruppo con un modello di business di cost/income inferiore al 30% e circa un milione di nuovi clienti entro il 2025 – con un apporto aggiuntivo di circa 200 milioni di euro al risultato corrente lordo entro il 2025 – non previsti nel Piano di Impresa: circa 60.000 nuovi clienti (non di Intesa Sanpaolo) già acquisiti e circa 300.000 clienti (di Intesa Sanpaolo) già trasferiti.
“L’attuazione del Piano procede a pieno ritmo, con le iniziative industriali chiave ben avviate” dice Intesa che registra in particolare una forte riduzione del profilo di rischio, con un conseguente taglio del costo del rischio: forte deleveraging, con una diminuzione di 5,4 miliardi di euro dello stock di crediti deteriorati, al lordo delle rettifiche, tra il 2022 e il 2023, riducendo l’incidenza dei crediti deteriorati al netto delle rettifiche sui crediti complessivi allo 0,9%.
Common equity tier 1 ratio al 13,7%
La patrimonializzazione a fine 2023 è stata superiore ai requisiti normativi: common equity tier 1 ratio al 13,7% deducendo dal capitale le suddetti devidendi per gli azionisti e al 13,2% tenendo conto dell’impatto del buyback proposto, senza considerare circa 125 centesimi di punto di beneficio derivante dall’assorbimento delle imposte differite attive (dta), di cui circa 25 nell’orizzonte 2024 – 2025.
Il risultato corrente lordo ha visto una crescita del 64,6% rispetto al 2022 e il risultato della gestione del 31,4%, con proventi operativi netti in crescita del 17,2% e costi operativi in aumento del 3,6%.
I proventi operativi netti sono cresciuti del 17,2% rispetto al 2022 e i costi operativi del 3,6%.