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Intesa Sanpaolo: l’Antitrust chiude l’istruttoria su passaggio clienti a Isybank e accetta gli impegni delle due società. Ecco quali sono

Imagoeconomica

L’Antitrust mette la parole fine sulla vicenda Intesa Sanpaolo-Isybank. L’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato ha infatti fatto sapere di aver accettato “gli impegni proposti dalle due società in quanto consentono di rimuovere i profili di possibile scorrettezza individuati”. L’Istruttoria sui trasferimenti di correntisti dalla capogruppo alla sua banca digitale è quindi stata chiusa. 

Intesa Sanpaolo-Isybank: cosa è successo

L’Istruttoria era stata aperta a causa di “presunte pratiche commerciali scorrette riguardo alle modalità con cui i due operatori stavano riorganizzando il gruppo trasferendo oltre 2 milioni di clienti – definiti “prevalentemente digitali” – da Intesa Sanpaolo a Isybank”.

Nell’ottobre del 2023 il passaggio aveva riguardato 300mila clienti del Ramo I, cui si sarebbero dovuti aggiungere oltre 2 milioni di clienti del ramo II nel marzo del 2024.

“Ai correntisti – spiega l’Antitrust – era stato chiuso unilateralmente il conto corrente presso Intesa Sanpaolo ed era stato attivato un nuovo rapporto con Isybank, privo però di alcuni servizi prima utilizzati, senza avere un’informativa completa e facilmente fruibile e senza fornire il proprio consenso espresso”. Da qui il caos e le proteste.

Gli impegni di Intesa Sanpaolo

“Gli impegni garantiscono a tutti i clienti informazioni chiare ed esaustive sulla natura e sulle condizioni del trasferimento”, spiega l’Antitrust riferendosi ai banner realizzati a inizio 2024 per chiarire i termini del passaggio di conto corrente. “Inoltre le società hanno fatto tre tentativi nei confronti della clientela che non ha risposto a quelli precedenti e attivato un’altra campagna di comunicazione tramite mail e push, nelle settimane del 22 gennaio e del 12 febbraio 2024 e dopo il 29 febbraio 2024”. 

La comunicazione è servita a informare i primi 300mila clienti trasferiti, quelli dell’ottobre 2023, “che viene loro garantita la possibilità, entro il 31 dicembre 2026, di rientrare in Intesa Sanpaolo, godendo di condizioni economiche migliorative rispetto a quelle applicate prima del trasferimento: un conto corrente con canone uguale o inferiore, carte di debito con canone gratuito, condizioni gratuite sui servizi transazionali ed eventuale deposito titoli con canone gratuito. Ai clienti che ne facciano richiesta, viene anche garantita la riattribuzione dell’Iban originario. A titolo di ristoro, a tutti i clienti del Ramo I (la prima tranche di trasferiti, ndr) verrà, inoltre, riconosciuta la gratuità del rapporto presso Isybank, dalla data del trasferimento al 30 giugno 2024 o alla data di eventuale chiusura del rapporto, se anteriore”.

Per i due milioni di clienti trasferiti nel marzo del 2024, invece, “le misure proposte per l’informativa e per le relative modalità attuative sono analoghe a quelle previste per i clienti del Ramo I. La comunicazione ai clienti del Ramo II è servita ad informarli dell’impegno preso dalle due banche di trasferire a Isybank solo i clienti che abbiano manifestato in maniera esplicita il proprio “consenso espresso” al trasferimento del conto e alle relative modifiche contrattuali”. 

Intesa: “Bene decisione Antitrust, riconosciuto l’impegno del gruppo”

“Siamo lieti che sia stato riconosciuto l’impegno del gruppo Intesa Sanpaolo e della nostra banca digitale isybank, volto a rispondere positivamente alle osservazioni giunte dall’autorità”, ha commentato un portavoce di Intesa Sanpaolo. “Questo importante risultato – ha aggiunto – è stato reso possibile grazie alla collaborazione con l’autorità stessa per l’obiettivo comune di mantenere al centro l’ascolto dei clienti e garantire il miglior servizio rispetto alle loro esigenze”.

Isybank “proseguirà nello sviluppo di un’offerta innovativa e di qualità, arricchita da nuovi prodotti. Intesa Sanpaolo, inoltre, “conferma la centralità della tecnologia nell’ambito del piano d’impresa, che prevede investimenti significativi per una leadership in Europa anche nel campo dell’innovazione”, conclude la nota.

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