Quali sono le competenze maggiormente richieste da un mercato del lavoro in continua evoluzione? Per rispondere a questa domanda Intesa Sanpaolo, insieme al Centro di Ricerca in Strategic Change “Franco Fontana” dell’Università LUISS Guido Carli, e in partnership con SIREF Fiduciaria, Accenture e Digit’Ed dà vita all’Osservatorio per il lavoro di domani, uno strumento concreto a disposizione dell’intera comunità per ridurre il mismatch esistente fra domanda e offerta di competenze nel mondo del lavoro.
Dall’Osservatorio emerge come a fronte di un tasso di disoccupazione in Italia del 7,8%, che sale al 22,3% tra i giovani, il 45% delle aziende non riesce a reperire la manodopera necessaria allo sviluppo. Per colmare questo gap è necessario investire sulle competenze, soprattutto facendo leva su nuove tecnologie, sostenibilità e soft skills. Il passaggio generazionale rappresenta, inoltre, un’opportunità per attivare processi innovativi e di transizione sostenibile nelle aziende italiane, mantenendo e incrementando i livelli di competitività, anche a livello internazionale.
“Intesa Sanpaolo ha da tempo assunto l’impegno di promuovere iniziative per la riduzione delle disuguaglianze e favorire l’occupabilità, in particolare dei giovani, impegno rafforzato con il Piano d’Impresa 2022-2025 – ha spiegato Elisa Zambito Marsala, Responsabile Social Development and University Relations Intesa Sanpaolo -. Da qui l’idea di un Osservatorio permanente, per contribuire in modo fattivo al tema della richiesta di competenze nel mercato del lavoro, per supportare programmi di inclusione lavorativa sostenibili e scalabili, con impatto positivo per il Paese”.
L’Osservatorio per il lavoro di domani di Intesa
Si chiama “Look4Ward“, una piattaforma di analisi e monitoraggio dei fabbisogni di nuove competenze, di rigenerazione di figure professionali su ambiti distintivi per il nostro Paese, nonché di profili a sostegno dei nuovi business. Con cadenza semestrale verrà pubblicato uno studio quali-quantitativo sulle competenze del mercato del lavoro in sei settori: Hospitality, Agrifood, Energy, Social & Health, Banking, It, con focus verticali su trend di rilievo – neet, passaggio generazionale, silver economy, blue economy e altri – per far emergere quali sono necessarie alla riqualificazione delle figure professionali e favorire l’inclusione socio-lavorativa.
Il Comitato scientifico dell’Osservatorio è composto da Elisa Zambito Marsala, Responsabile Social Development and University Relations Intesa Sanpaolo, Gregorio De Felice, Chief Economist Intesa Sanpaolo, Guido de Vecchi, Amministratore Delegato SIREF Fiduciaria, Paolo Boccardelli, Direttore del Centro di Ricerca in Strategic Change “Franco Fontana”, Università Luiss Guido Carli, Enzo Peruffo, Direttore di MBA & Executive Education Luiss Business School, Francesca Culasso, Professore Ordinario in economia aziendale Università di Torino, Rosario Russo, Managing Director ICEG Talent Organization and Change Lead Accenture, Mario Vitale, Chief Commercial Officer Digit’Ed.
La prima pubblicazione
La prima pubblicazione dell’Osservatorio, “A look at NEET. Analisi, categorizzazione e strategie di intervento”, si concentra sul problema sempre più diffuso in Italia e in Europa dei giovani che non lavorano, non studiano e non sono impegnati in alcuna attività di formazione. Secondo i dati Eurostat, nel 2021 i cosiddetti NEET (Not in Education, Employment or Training) nell’Unione Europea erano il 13,1% dei giovani tra i 15 e i 29 anni, con significativa differenza tra le donne (14,5%) e gli uomini (11,8%), mentre l’Italia è il paese Ue con la più alta percentuale (23,1%), circa 2,1 milioni di giovani, che salgono a 3 mln se consideriamo i ragazzi con un’età tra i 15 ed i 34 anni. La ricerca individua cinque archetipi di NEET – i giovani dell’abbandono, le giovani mamme, le giovani potenziali, i figli del lockdown, i talenti del mismatch – che sintetizzano l’esperienza italiana rispetto al fenomeno, con l’obiettivo di visualizzare alcune delle caratteristiche ricorrenti per consentirne una migliore comprensione. Nei prossimi mesi è previsto l’ascolto di figure apicali di grandi imprese e Pmi italiane per mappare la distribuzione territoriale delle competenze richieste, attraverso interviste e survey sugli aspetti più rilevanti. L’obiettivo è dare un contributo di conoscenza utile ad attivare percorsi formativi finalizzati all’inclusione sociale e all’occupabilità.