Intesa Sanpaolo, già protagonista nella lotta all’emergenza Covid-19 attraverso donazioni e iniziative varie, scende in campo anche a supporto del mondo della ricerca, e lo fa attraverso la sua divisione assicurativa. La Divisione Insurance, guidata dall’Ad di Intesa Sanpaolo Vita, Nicola Maria Fioravanti, ha infatti annunciato un importante impegno a favore delle università italiane, attraverso quattro grandi progetti per sostenere sul medio e lungo periodo gli studi sulla pandemia in atto. In tutto, nel corso del 2020 verranno erogati a questi atenei oltre 110.000 euro, per finanziare i giovani ricercatori vincitori dei rispettivi bandi di concorso.
Le quattro università coinvolte sono l’Università degli studi di Milano, l’Università degli studi di Padova, l’Università Cattolica del Sacro Cuore di Roma e l’Università degli studi della Calabria. La prima si occuperà delle valutazioni sulla presenza di più patologie nello stesso individuo correlate all’infezione da SARS-CoV-2; la seconda delle correlazioni clinico-patologiche legate alle lesioni tessutali ed organiche in pazienti deceduti positivi; la terza dell’analisi dei fattori immunologici, ormonali e genomici alla luce dei differenti effetti del virus su uomini e donne; e infine la quarta allo studio degli anticorpi sintetici per il virus. Un impegno dunque corposo e soprattutto trasversale, che va a sostenere e premiare giovani eccellenze di tutto il Paese, da Nord a Sud.
“La Divisione Insurance – ha commentato Fioravanti -, coerentemente con le numerose iniziative del gruppo Intesa Sanpaolo per fronteggiare l’emergenza sanitaria, ha avviato diversi progetti a sostegno del Paese. Dopo aver ampliato gratuitamente i servizi e le coperture sanitarie per i nostri assicurati, per dare una risposta immediata alla crisi sanitaria, abbiamo deciso ora di impegnarci in un’iniziativa che guarda soprattutto al futuro e al benessere di tutta la comunità in cui operiamo, investendo sui giovani, sulla loro formazione e specializzazione. Grazie a questa iniziativa quattro ricercatori di altrettante università italiane potranno impegnarsi a tempo pieno sul fronte della ricerca immunologica”.