In un anno segnato da tensioni economiche e rallentamenti generalizzati, il settore italiano del mobile si distingue per la sua capacità di tenuta. Secondo lo studio di Intesa Sanpaolo presentato in occasione del Salone del Mobile, il comparto ha chiuso il 2024 con una flessione contenuta del fatturato, pari all’1,2% a prezzi correnti. Un dato decisamente più positivo rispetto al calo del 3,4% registrato dal manifatturiero nel suo complesso (al netto dei prodotti petroliferi), segno di una maggiore capacità di adattamento delle imprese dell’arredo rispetto al resto dell’industria.
Domanda interna in lieve flessione, ma sostenuta dagli incentivi
Sul fronte domestico, la domanda ha registrato una lieve contrazione dello 0,8%. La presenza, però, degli incentivi fiscali per le ristrutturazioni edilizie ha continuato a sostenere gli acquisti, grazie al bonus mobili che consente detrazioni su una spesa fino a 5.000 euro per arredi e grandi elettrodomestici. Nonostante la fisiologica normalizzazione dei consumi dopo il boom pandemico, il mercato interno ha quindi offerto una relativa stabilità.
Export: segnali contrastanti ma buoni risultati fuori dall’Europa
Le vendite estere hanno registrato una flessione del 2,6% nel 2024, ma con andamenti molto differenziati tra i mercati. Gli Stati Uniti si sono confermati un partner solido, con un incremento dell’1,2%, salendo al secondo posto tra le destinazioni del Made in Italy del mobile. Dietro solo alla Francia, gli Usa hanno superato la Germania, dove invece la domanda si è contratta in modo significativo (-7,9%).
Molto positivi anche i dati dai mercati del Golfo: Emirati Arabi Uniti (+23,4%) e Arabia Saudita (+18,5%) entrano stabilmente nella top 15 dei mercati di riferimento. A spingere l’export è soprattutto la fascia alta dell’offerta italiana, che nel 2023 ha raggiunto una quota vicina al 10% dell’export mondiale di prodotti di design di lusso, contro appena il 4,7% per i prodotti di fascia medio-bassa.
Il design come asset strategico del Made in Italy
Alla base di questa resilienza c’è un modello produttivo fortemente radicato nei territori, con filiere specializzate e un patrimonio artigianale unico. Il design, in particolare, rappresenta un vantaggio competitivo decisivo. L’Italia guida il panorama europeo del design specializzato, con 6,3 miliardi di euro di fatturato annuo – pari al 16,4% del totale dell’Ue – e quasi 70 mila addetti, un quinto del totale europeo. Francia e Germania, seppur forti, restano distanti in termini occupazionali nel comparto. Questo ecosistema consente alle imprese italiane di presidiare il segmento premium con prodotti capaci di coniugare estetica, funzionalità e tradizione manifatturiera, caratteristiche sempre più apprezzate sui mercati globali.
Per il 2025 ripresa moderata ma possibile
Le previsioni per il 2025 lasciano spazio a un cauto ottimismo, soprattutto in Europa. Il progressivo rallentamento dell’inflazione e le attese riduzioni dei tassi d’interesse potrebbero innescare una ripresa dei consumi nella zona euro, con benefici anche per la filiera dell’arredo.
Il quadro internazionale rimane però incerto e carico di potenziali rischi al ribasso. Uno dei principali fattori di instabilità è rappresentato dalle politiche commerciali degli Stati Uniti, dove i dazi (fino al 20%) potrebbero ridurre l’export italiano tra l’1,5% (per i mobili da ufficio) e il 2,8% (per i mobili imbottiti), secondo stime basate sull’elasticità al prezzo delle importazioni.
Va però considerata la particolare natura dell’offerta italiana: prodotti ad alto valore aggiunto, meno sensibili al prezzo e con margini per riadattare listini o deviare le rotte commerciali.
“Nonostante un quadro commerciale meno prevedibile, i mercati internazionali continueranno, infatti, a svolgere un ruolo chiave per la crescita dell’industria italiana dell’arredamento. La propensione all’export del settore del mobile si confermerà infatti elevata, collocandosi attorno al 45% nell’orizzonte del 2025, per un valore delle esportazioni che potrà raggiungere i 11,7 miliardi di euro (sostanzialmente in linea con il 2024). Si manterrà ampiamente positivo anche il saldo commerciale, che nel 2025 si attesterà a 8,6 miliardi, in forte crescita sul 2019 (+ 744 milioni euro)” ha commentato Stefania Trenti, responsabile Industry & Local Economies Research Intesa Sanpaolo.