Intesa Sanpaolo e Visa hanno rinnovato la loro partnership strategica pluriennale per promuovere la transizione digitale e la crescita dei pagamenti digitali. La collaborazione si concentra sull’espansione delle soluzioni innovative per clienti business e consumer e su iniziative congiunte mirate a favorire l’inclusione finanziaria e aumentare la consapevolezza sulla digitalizzazione.
“In un mercato in evoluzione continua come quello dei pagamenti, il nostro obiettivo è individuare e dove possibile anticipare le necessità dei clienti, mettendo a loro disposizione soluzioni all’avanguardia, sempre più digitali, inclusive e omnicanale, e favorendo nel contempo l’accettazione per i merchant. Il rinnovo della partnership con Visa ci consente di dare a questi propositi ancora maggior valore e concretezza” ha commentato Claudia Vassena, responsabile Direzione sales & marketing digital retail di Intesa Sanpaolo.
“Con questa collaborazione intendiamo indirizzare al meglio il valore che i pagamenti digitali possono offrire a consumatori e imprese, grazie all’innovazione tecnologica, agli investimenti in sicurezza e alla presenza globale di Visa”, ha spiegato Stefano M. Stoppani, country manager Visa Italia. “Quello che annunciamo oggi non è un semplice accordo commerciale: è molto di più. È un guardare insieme al futuro del sistema Paese, delle famiglie, delle imprese, dei giovani, in una condivisione di intenti che, insieme alla tecnologia, vede come pilastro l’impegno volto a favorire una maggiore inclusione finanziaria e crescita su tutto il territorio nazionale.”
Gli italiani si affidano sempre più ai pagamenti digitali
In Italia i pagamenti digitali sono in forte crescita, con transazioni che nel 2023 hanno raggiunto 11 mila miliardi di euro, trainate principalmente dai bonifici (94% del totale). Le transazioni con carte di credito e debito sono aumentate dell’11,5%, toccando i 426 miliardi di euro, e le carte di pagamento hanno superato i 120 milioni, con un incremento di oltre 5 milioni rispetto al 2022. Una crescita ancora lenta, però, se confrontata con gli altri paesi europei, evidenziando una modernizzazione più lenta rispetto alla media continentale.