Intesa Sanpaolo e Sace insieme con un plafond di 10 miliardi di euro per sostenere le piccole e medie imprese in un percorso di “autoproduzione energetica”.
Obbiettivo principale del progetto “è favorire gli investimenti in energie rinnovabili di tutte le imprese, in particolare PMI, della filiera dell’agribusiness e del terzo settore” dice una nota. Inoltre il progetto vuole aiutare le imprese a “cogliere le opportunità previste dagli interventi governativi, con specifico riguardo al fotovoltaico, promuovendo la produzione di energia rinnovabile e l’incremento dell’efficientamento energetico del Paese”.
“La complessità dello scenario attuale ha evidenziato i rischi della dipendenza dalle fonti di energia tradizionale e la necessità di una diversificazione” commenta Stefano Barrese, responsabile divisione Banca dei Territori Intesa Sanpaolo. “Abbiamo messo a punto un’ulteriore azione concreta per accelerare la transizione del nostro tessuto produttivo e, grazie all’intervento di SACE, intendiamo fornire alle nostre imprese clienti gli strumenti più innovativi e offrire loro dei benefici economici diretti facendo leva su autoproduzione e autoconsumo di energia.
Molte le opportunità in campo a partire dal Pnrr: occorre coglierle
L’impegno congiunto rientra nel quadro delle iniziative a supporto del PNRR e fa parte del più ampio programma di interventi, Motore Italia, lanciato un anno fa da Intesa Sanpaolo per sostenere le PMI. In campo anche il DL Energia che definisce misure per l’installazione di impianti a fonti rinnovabili semplificandone gli iter autorizzativi e a seguire il DL Aiuti.
In linea con gli obiettivi fissati dal PNIEC – Piano Nazionale Integrato per l’Energia e il Clima – e dal Green Deal europeo, la nuova iniziativa accelera la transizione energetica e genera un impatto economico diretto sulle imprese, promuovendone l’autoproduzione e l’autoconsumo di energia.
L’azione di Intesa Sanpaolo e SACE si colloca anche nell’ambito del piano della Commissione Europea, REPowerEU, per rendere l’Europa indipendente dai combustibili fossili russi ben prima del 2030, includendo la Solar Rooftop Initiative, che prevede l’obbligatorietà di installazioni di pannelli solari e impianti fotovoltaici sui tetti di nuovi edifici.
Consulenza, finanziamenti, supporto per costi delle materie prime
Tra gli internenti della nuova iniziativa ci sono per esempio consulenza e advisory per accesso a bandi/realizzazione, finanziamenti a medio-lungo termine, fino a 20 anni, con Garanzia SACE Green, supporto nella gestione e mitigazione dell’aumento dei costi delle materie prime con finanziamenti con garanzia SACE per consentire alle imprese consumatrici di energia di far fronte al pagamento di bollette senza ricorrere alla rateizzazione e strumenti finanziari per la copertura del rischio di variazione dei prezzi di energia elettrica e gas.
“Noi di SACE siamo al fianco delle piccole e medie imprese per accompagnarle nella necessaria transizione verso un’economia a minor impatto ambientale, in piena linea con il nostro ruolo di attuatore del Green New Deal sul territorio italiano” dice Dario Liguti, Chief Underwriter Officer di Sace.
Energie rinnovabili: risparmi per le Pmi il 30% e il 50%
Una recente indagine a cura della Direzione Studi e Ricerche di Intesa Sanpaolo in collaborazione con Prometeia conferma quanto le rinnovabili siano cruciali per la diversificazione delle fonti energetiche. “Il conflitto tra Russia e Ucraina sta rendendo sempre più centrale il tema della transizione energetica, necessaria non solo per ridurre le emissioni di gas a effetto serra, ma anche per aumentare la sicurezza energetica dell’Europa e calmierare la volatilità dei prezzi, divenuta ormai un fattore di rischio per famiglie e cash flow aziendali, dice la nota.
Investire nelle energie rinnovabili consentirebbe un risparmio sulla bolletta energetica delle PMI stimato tra il 30% e il 50% sulla base dei costi dell’energia registrati nei primi mesi del 2022. Sulla diversificazione delle fonti energetiche l’Italia è al secondo posto tra i principali paesi europei per consumi complessivi da rinnovabili (20,4% nel 2020, superiore al target del 17%), davanti a Germania e Francia.
Intesa Sanpaolo ha già avviato iniziative di questo genere: in questi mesi c’è stato il sostegno finanziario per supportare le PMI energivore e quelle con fatturato derivante in larga parte dall’export, specie verso Russia e Ucraina, oltre a un plafond da 1,5 miliardi di euro destinato a premiare e valorizzare i modelli di business sostenibili delle aziende che investono nella riduzione del proprio impatto ambientale.
In questo contesto rientra anche S-Loan Climate Change, l’iniziativa avviata ad agosto 2021 in sinergia con SACE, pensata per le PMI e le MID – Cap che intendono investire per contrastare gli effetti del cambiamento climatico e ridurre il proprio impatto ambientale attraverso progetti per una trasformazione sostenibile. Con questa iniziativa sono già stati erogati oltre 4 miliardi, dice Barrese.
Con il nuovo piano d’Impresa 2022-2025, Intesa Sanpaolo conferma la propria leadership per le tematiche ESG, destinando nuovo credito per 88 miliardi di euro a favore di green economy e transizione ecologica delle aziende strutturate e delle PMI.