Obiettivo protezione: le nuove prospettive dell’assicurazione. Il titolo dell’incontro organizzato da Intesa Sanpaolo nella sede del grattacielo di Torino ricalca quanto annunciato nel piano industriale presentato lo scorso inverno: non più solo wealth management (cioè risparmio gestito e Vita) ma wealth managament and protection, non più solo asset management ma asset risk management. Insomma la parola d’ordine è protezione Danni (non Auto) e la scelta di Torino per parlarne, alla presenza dei vertici di Intesa Sanpaolo e del mondo assicurativo, non è casuale perché sarà proprio il capoluogo piemontese la piazza di riferimento del nuovo business assicurativo del gruppo. Anzi, bancassicurativo, perché l’investimento sul ramo Danni concretizzerà il progetto di bancassurance che, come ha spiegato il presidente di Ivass Salvatore Rossi, “non è né banca né assicurazione, è un soggetto terzo”.
“L’Italia è un Paese fortemente sottoassicurato”, ha detto la presidente dell’Ania Maria Bianca Farina. A supporto della tesi ci sono i dati Ipsos, presentati da Nando Pagnoncelli: solo il 23% degli italiani ha un’assicurazione Vita, solo il 21% un’assicurazione sanitaria e solo il 6% un’assicurazione per il lavoro. Eppure il 56% degli italiani (il 61% nella fascia tra i 55 e i 74 anni) non si sente protetto in caso di perdita del lavoro e il 40% non si sente garantito nella possibilità di curarsi, e l’esigenza di poter accedere alle cure mediche è al primo posto tra le priorità, soprattutto dei più giovani, in prospettiva. “Per non parlare del fatto – ha detto Farina – che il 78% delle abitazioni italiane è esposto a rischio medio alto rispetto alle catastrofi naturali (alluvioni, terremoti etc) e che solo il 2% delle abitazioni è assicurato”.
Secondo i dati Ipsos, i risparmiatori italiani continuano a preferire in larga maggioranza la liquidità: tre italiani su quattro tengono oltre la metà del proprio patrimonio in liquidità. “La sfida – spiega Nicola Maria Fioravanti, responsabile della divisione Insurance di Intesa Sanpaolo – è di lavorare sulla consapevolezza del cliente, aggiungendo un ulteriore tassello alla nostra offerta: quello della protezione di rischi e imprevisti, per i quali gli italiani si affidano ancora troppo alla liquidità, ai soldi messi da parte. E’ l’obiettivo del nostro piano industriale, nei confronti dei nostri 12 milioni di clienti: il nostro modello di bancassurance è unico perché è all’interno dello stesso gruppo”. Consapevolezza dunque, e non obbligo, come avviene per i Danni auto. E’ quanto sostiene anche Farina di Ania: “L’obbligatorietà deve essere l’ultima spiaggia. Le persone già percepiscono la necessità di tutelarsi, ma non lo fanno. Assicurare contro i danni le famiglie ma anche le imprese sarebbe importante anche per la crescita economica del Paese, innescherebbe un circolo virtuoso rendendola più solida”.
Con la tecnologia, che rappresenta sia opportunità che rischio. “Il rischio informatico, il cyber risk, è molto alto”, commenta Rossi, anche se secondo Farina “la tecnologia va anche a supporto dell’offerta, grazie ai sensori, alla domotica, all’intelligenza artificiale, all’Internet delle cose e soprattutto ai Big Data, tutti strumenti che vanno a favore del consumatore e della personalizzazione delle coperture e dei prezzi dei prodotti offerti”. Tecnologia che consente anche una consulenza a tutto tondo, con tanto di prevenzione e monitoraggio, rendendo i nuovi prodotti più ampi e sofisticati. “Basti pensare – spiega ancora Farina – alla vecchia assicurazione Malattia. Oggi si parla di Salute di protezione della salute, e l’assicuratore diventa un vero e proprio consulente del benessere”.
Intesa Sanpaolo intende affrontare questa sfida facendo di Torino il polo bancassicurativo. Oggi le persone che lavorano su questo sono 800 (di cui 100 nel capoluogo piemontese), da qui al 2021 diventeranno 1.300, con 500 nuove assunzioni di cui la metà a Torino. Lo ha annunciato lo stesso presidente Gian Maria Gros Pietro, in apertura dei lavori ai quali hanno partecipato anche il sindaco Chiara Appendino e il presidente della Regione Sergio Chiamparino: “Oggi lanciamo l’iniziativa, già annunciata nel nostro Piano d’Impresa 2018-2021, con la quale intendiamo diventare uno dei maggiori operatori italiani nelle assicurazioni a protezione delle persone, delle famiglie e dei beni che possiedono. Questo progetto è parte qualificante di un piano che cambierà profondamente la missione con la quale ci rivolgiamo ai nostri clienti“, ha detto Gros Pietro ricordando come il gruppo entrato nel ramo Vita sia diventato oggi il primo operatore in Italia.
“Oggi – ha proseguito – riteniamo che il servizio offerto vada allargato ad altri tipi di rischi che possono compromettere la serenità delle persone e delle famiglie, ossia tutti gli eventi che, insieme agli infortuni, possono colpire la salute, la capacità di produrre reddito, il patrimonio, la disponibilità di beni. Offrire prevedibilità e sicurezza fa parte della nostra missione. Gli italiani ci hanno affidato più di 1000 miliardi dei loro risparmi da amministrare e impiegare: lo faremo anche con un’azione di impatto che allargherà l’area delle iniziative finanziabili e al tempo stesso offriremo strumenti di protezione per le persone, le famiglie e le attività produttive”.
Alla conferenza è infine intervenuto anche l’amministratore delegato Carlo Messina, specificando che l’investimento per fare di Torino la capitale dell’assicurazione è “di diverse decine di milioni di euro”. “Abbiamo solo il 5,8% dei nostri clienti che compra prodotti assicurativi, contro il 20-25% che compra fondi comuni di investimento e altri prodotti della banca. Credo che arrivare con i prodotti di bancassurance al 18-20% non sia complesso. Già raggiungendo il livello della quota di mercato che abbiamo su altri prodotti, diventeremmo la prima compagnia di assicurazione Danni non Auto in Italia”, ha chiuso Messina.