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Intesa Sanpaolo aumenta gli utili del 71% e mette in cascina 500 mln per remunerare gli azionisti

Intesa Sanpaolo batte le attese del mercato e mette fieno in cascina per remunerare gli azionisti. La banca guidata da Carlo Messina ha presentato oggi i risultati del semestre  con profitti in crescita, un common equity ratio al 12,9% e 500 milioni per dividendi. L’utile netto è infatti salito del 71% a 720 milioni di euro a 720 milioni di euro, di cui 217 milioni nel secondo trimestre (+87%). I ricavi nel semestre sono saliti del 4,7% a 8,565 miliardi e dell’8,5% a 4,457 miliardi nel trimestre. I proventi operativi sono aumentati del 9,4% a 4,457 miliardi. La banca ha poi accantonato 500 milioni di euro da distribuire in dividendi. In Borsa il titolo ha chiuso in rialzo dell’1,26%. Il common equity ratio pro-forma Basilea 3 a regime è salito al 12,9% dal 12,3% di fine 2013, ai livelli più alti tra le maggiori banche europee ed equivalente a capitale in eccesso di circa 10 miliardi e a un cuscinetto di capitale di circa 13 miliardi per l’esercizio di “asset quality review” e circa 20 miliardi per lo stress test.

“La nostra solidità patrimoniale è stata ulteriormente rafforzata e ci pone ai vertici nel confronto europeo, con un livello di leverage volutamente basso e una liquidità che eccede abbondantemente i requisiti di Basilea III al 2018. Tutto ciò dopo aver accantonato 500 milioni di euro da distribuire in dividendi”, ha detto Messina durante la presentazione dei conti.

L’attenzione sul patrimonio rimane comunque prioritaria. “Non sarò nella posizione” di decidere eventuali cambiamenti nella politica dei dividendi di Intesa Sanpaolo finché “non sarà chiaro quale sarà la vera soglia del capitale” fissata per le grandi banche, ha spiegato Messina in conference call con gli analisti, “non appena avrò un’indicazione chiara, sarò in grado di valutare una diversa politica nei miei dividendi”.

Nella nota sui conti, si legge infatti che per la banca “rimarrà prioritario preservare il carattere di sostenibilità dei risultati da conseguire. Grande attenzione sarà rivolta infatti alle varie azioni volte al rafforzamento della solidità patrimoniale, al costante miglioramento del profilo di rischio e liquidità, oltre agli obiettivi reddituali”.

“Intesa Sanpaolo – ha continuato Messina – chiude il primo semestre con risultati di qualità elevata, tra i migliori in Europa in termini di crescita dei ricavi, e pienamente in linea con il Piano di Impresa. Siamo nelle migliori condizioni per uscire vincenti dall’impegnativo passaggio costituito dall’Asset quality review e dagli stress test”.

La redditività della banca ha mostrato una significativa crescita nonostante il forte impatto fiscale non ricorrente grazie a interessi netti in aumento e  commissioni nette che hanno registrano il miglior risultato dal 2007. Escludendo l’impatto non ricorrente dell’aumento della tassazione sul beneficio derivante dalla quota nella Banca d’Italia il risultato netto è pari a 1,2 miliardi di euro. E se i crediti deteriorati continuano a crescere, il ritmo sembra rallentare. A fine giugno il complesso dei crediti deteriorati di Intesa Sanpaolo ammontava, al netto delle rettifiche di valore, a 32,18 miliardi di euro, in aumento del 3,9% rispetto ai 30,987 miliardi di fine 2013. Ancora in corso la trattativa con Kkr e Unicredit per la gestione dei crediti ristrutturati. “Stiamo lavorando sull’accordo e speriamo che entro fine anno si possa perfezionare”, ha risposto Messina.

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Categories: Finanza e Mercati