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Intesa Sanpaolo: aperte le candidature alla seconda call di “Up2stars” per startup dell’energia

La seconda edizione del programma targato Intesa Sanpaolo è dedicata a Energie Rinnovabili ed Efficienza Energetica: ecco tutti i dettagli

Intesa Sanpaolo: aperte le candidature alla seconda call di “Up2stars” per startup dell’energia

Sono aperte le candidature alla seconda call di “Up2Stars”, programma ideato da Intesa Sanpaolo in collaborazione con Intesa Sanpaolo Innovation Center e dedicato alla valorizzazione e alla crescita delle startup innovative in Italia. La nuova edizione si focalizzerà su Energie Rinnovabili ed Efficienza Energetica.

“La transizione energetica rappresenta una delle sfide più importanti e impellenti per il Paese. Con la seconda call di Up2Stars, intendiamo intercettare le migliori startup innovative che operano nel settore delle rinnovabili, affinché possano accelerare questo processo”, ha dichiarato Virginia Borla, executive director business governance Banca dei Territori Intesa Sanpaolo. E ha aggiunto: “Intesa Sanpaolo incentiva gli investimenti green delle PMI anche attraverso il programma Motore Italia Transizione Energetica, che mette a disposizione 76 miliardi di euro per la crescita sostenibile, e, promuovendo lo sviluppo delle Comunità Energetiche Rinnovabili, contribuisce ad aumentare la competitività delle piccole e piccolissime imprese e i benefici economici, ambientali e sociali per la collettività”.

La seconda edizione di “Up2Stars”

Dopo la prima call dedicata al settore del Watertech, che si è chiusa con 50 candidature, la seconda call di “Up2Stars” si rivolge alle startup specializzate in: nuove fonti energetiche, smart solutions per efficienza energetica, smart solutions per il recupero e riutilizzo dell’energia e per la cattura della CO2.

La novità principale di quest’anno, spiega una nota, è l’ampliamento delle partnership e del network di collaborazioni che, oltre Microsoft, Elite e Cisco, vede il coinvolgimento dei Centri Nazionali di Ricerca cui Intesa Sanpaolo partecipa in qualità di socio fondatore delle singole Fondazioni di riferimento, oltre ai Partenariati Estesi e ai 9 Poli di innovazione europei (EDIH). Nuova la collaborazione anche con Digit’Ed, società specializzata nell’alta formazione e nel digital learning. Le candidature potranno essere presentate entro il 15 ottobre 2023 tramite la pagina dedicata.

L’analisi della Direzione Studi e Ricerche Intesa Sanpaolo

La crisi energetica intensificata dalla guerra tra Russia e Ucraina ha cambiato lo scenario energetico. Come evidenzia l’analisi “Rinnovabili, Smart Grid, Comunità energiche, Idrogeno: sinergie per una crescita sostenibile” della Direzione Studi e Ricerche Intesa Sanpaolo, nel corso del 2022 è stato intrapreso un primo percorso di diversificazione geografica delle forniture di gas naturale, che resta però il perno centrale del processo di generazione di energia elettrica e calore. È quindi fondamentale premere l’acceleratore sull’utilizzo delle fonti di energia rinnovabile (Fer) per preservare la sicurezza energetica nazionale e, allo stesso tempo, calmierare la volatilità dei prezzi. L’incidenza delle Fer sulla produzione di energia elettrica nel nostro Paese si attesta attorno al 40%, ma i dati sui consumi di energia coperti con fonti rinnovabili impongono un ulteriore sforzo. A rallentare una forte accelerazione, la riduzione del ritmo delle installazioni di impianti, legata sia a iter autorizzativi troppo lunghi sia al venir meno degli incentivi. Un’accelerazione nell’utilizzo delle Fer è auspicabile anche in vista degli sfidanti obiettivi europei al 2030. In linea con il pacchetto “Fit for 55”, che prevede l’abbattimento delle emissioni di gas serra del 55% entro il 2030, è stato fissato un obiettivo vincolante del 42,5% di consumi finali di energia da rinnovabili. Per avvicinarsi all’obiettivo, l’Italia dovrà necessariamente puntare al raddoppio della capacità installata da Fer in meno di 10 anni.

Restano alcuni temi aperti, come lo sviluppo di sistemi di trasporto, stoccaggio e distribuzione di energia da fonti rinnovabili. Il carattere discontinuo della produzione di:

  • GSE, Rapporto Statistico 2021 Energia da Fonti Rinnovabili in Italia.
  • Fonte Eurostat.
  • Il 30 marzo scorso è stato raggiunto, a livello europeo, l’accordo sul testo definitivo della Direttiva sulle energie rinnovabili (Red III).

Smart Grid e Comunità energiche

Per assorbire l’energia generata dai numerosi impianti e garantirne un’efficiente distribuzione, attraverso un’integrazione con le infrastrutture esistenti, occorre potenziare e rinnovare la rete attuale secondo la logica delle Smart Grid. Allo stesso tempo, lo stoccaggio dell’energia è fondamentale per gestire le fluttuazioni della produzione da energie rinnovabili. I sistemi di accumulo, basati su batterie al litio e altre tecnologie, stanno infatti diventando sempre più prioritari. Un supporto al raggiungimento degli obiettivi 2030 potrà giungere anche dalla diffusione delle Comunità Energetiche Rinnovabili (Cer). Si tratta di un nuovo modello energetico che permetterebbe di massimizzare i benefici derivanti dall’autoconsumo di energia da fonti rinnovabili, apportando benefici di tipo ambientale e sociale in favore di tutti i membri della comunità.

L’idrogeno e la cattura della CO2

Il Piano nazionale di ripresa e resilienza stanzia fondi importanti sia per il sostegno alle Cer sia per far nascere la filiera di produzione dei gas rinnovabili. Le Fer offrono buone prospettive di impiego in quei settori che utilizzano calore a temperature basse, ma per i settori altamente energivori, sarà fondamentale anche il ricorso a tecnologie complementari, quali l’idrogeno e i sistemi di cattura e stoccaggio dellanidride carbonica, che prevedono la cattura delle emissioni di CO2 prodotte da impianti industriali o centrali elettriche e lo stoccaggio in serbatoi sotterranei o in giacimenti vuoti. L’anidride carbonica catturata può essere poi riutilizzata nell’industria dei fertilizzanti, nella produzione di combustibili sintetici a base di CO2, di prodotti chimici e di aggregati per l’edilizia. L’Italia ha definito una propria strategia dell’idrogeno con uno stanziamento iniziale di oltre 3,6 miliardi del Pnrr per promuoverne la produzione, la distribuzione e gli usi finali. Il settore è rappresentato in Italia da una filiera di Pmi molto attive e innovative che puntano alla costruzione della rete infrastrutturale necessaria allo sviluppo della domanda di idrogeno per la mobilità su larga scala e come vettore energetico per l’industria.

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