Intesa Sanpaolo ha raggiunto mercoledì notte con i sindacati un accordo su 9.000 esuberi e 1.500 assunzioni al 2020. Si tratta di uscite volontarie che comporteranno oneri stimati per 45 milioni e risparmi per 675 milioni dal 2021.
“Abbiamo raggiunto un accordo di importanza rilevante in maniera pienamente condivisa con tutte le Organizzazioni Sindacali. Ciò grazie alla qualità delle persone della nostra Banca e dei rappresentanti delle Organizzazioni Sindacali che hanno concluso con successo la trattativa”. Così il Ceo di Intesa Sanpaolo, Carlo Messina, commenta l’intesa sindacale annunciata nella notte. “Il fatto che tutte le uscite previste, comprese quelle del personale proveniente dalle ex Banche Venete, siano volontarie – aggiunge Messina – rappresenta uno degli aspetti significativi che qualifica questo accordo. L’altro è rappresentato dal programma rivolto ai giovani e finalizzato a 1.500 assunzioni, con l’obiettivo di dare grande attenzione ai nuovi mestieri e alle aree più svantaggiate del Paese”. “Quello raggiunto oggi – conclude Messina – è un passo molto importante in vista del Piano Industriale che verrà presentato agli inizi del nuovo anno”.
L’intesa raggiunta con le organizzazioni sindacali che fa seguito agli accordi già messi a fuoco riguardo all’acquisizione dei rami di attività delle ex Banche Venete (Banca Popolare di Vicenza e Veneto Banca). L’intesa prevede 9.000 uscite volontarie da qui al 2020 con l’accoglimento di tutte le domande di uscite volontarie pervenute, presentate da circa 7.500 persone nell’ambito del Fondo di Solidarietà. A fronte delle uscite vi saranno 1.500 nuove assunzioni, di cui 1.000 a tempo indeterminato e 500 con contratto misto.
Delle 9.000 uscite volontarie concordate, 1.500 provengono dal Gruppo Intesa Sanpaolo e hanno già maturato i requisiti pensionistici, entro il 31 dicembre 2018; 1.000 sono invece legate alle ex Banche Venete e 3.000 al Gruppo Intesa Sanpaolo nell’ambito del Fondo di Solidarietà, entro il 30 giugno 2019, ai sensi del contratto di acquisizione dei rami di attività di Banca Popolare di Vicenza e Veneto Banca firmato il 26 giugno 2017; 3.500 riguardano il Gruppo Intesa Sanpaolo nell’ambito del Fondo di Solidarietà, entro il 30 giugno 2020.
“Il differimento delle uscite fino al 30 giugno 2020 – aggiunge la nota del gruppo bancario – e la riduzione della permanenza media nel Fondo di Solidarietà consentono di ottimizzare gli oneri per le uscite volontarie previsti a carico del Gruppo Intesa Sanpaolo da contabilizzare nel quarto trimestre 2017, che ammontano a circa 45 milioni di euro al netto delle imposte”
Le assunzioni si vanno ad aggiungere alle 150 già concordate con i sindacati il 1° febbraio 2017 e alle circa 100 assunzioni a tempo indeterminato rivolte ai tempi determinati in servizio presso i rami di attività delle ex Banche Venete al 25 giugno 2017.
Con l’accordo, come si diceva, Intesa prevede “risparmi nelle spese del personale a regime (dal 2021) complessivamente pari a circa 675 milioni di euro annui”.