Incollati ai terminali come capita nei giorni importanti, gli operatori scommettono sulla fumata bianca per la trattativa sul Recovery Fund, puntando sui Btp e, di riflesso, sulle banche italiane. A dare ulteriore spinta al comparto, però, è l’affondo di Intesa Sanpaolo su Ubi. La banca presieduta da Letizia Moratti avanza dell’1,3% circa dopo che Carlo Messina ha ritoccato venerdì al rialzo l’offerta pubblica di scambio sulla preda: oltre a 1,7 azioni Intesa Sanpaolo di nuova emissione, i soci Ubi riceveranno un corrispettivo in denaro pari a 0,57 euro. Pertanto, il controvalore complessivo dell’offerta è pari a 4,1 miliardi, di cui 3,5 miliardi in azioni e 652,2 milioni cash.
Anche dopo questo rilancio, ha sottolineato Intesa (+0,33%), il coefficiente patrimoniale Common Equity Tier 1 ratio a regime pro-forma dell’istituto sarà superiore al 13% nel 2021 e l’accrescimento dell’utile per azione è stimato in circa il 6% rispetto all’utile per azione 2019. Numeri che fanno pendere l’ago della bilancia del confronto a favore della banca di sistema, che potrebbe superare la soglia del 67%, rendendo il consolidamento più facile. Una prospettiva che sta già provocando le prime scosse di assestamento degli nel comparto, ormai convinto che il terremoto sia vicino.
Non a caso, secondo Il Messaggero, c’è già un incontro tra Jean Pierre Mustier, ceo di Unicredit (che già ha fatto ricorso all’Antitrust contro Intesa pigliatutto) e Giuseppe Castagna, l’ad di Banco Bpm (+8,51%), stamane poco sopra 1,5 euro. L’istituto di piazza Meda sembra infatti a sua volta alla vigilia di una scelta strategica storica: o la fusione con la stessa Unicredit oppure un’aggregazione gradita al Tesoro con Mps (+8,37%). Senza escludere Bper (-1,4%), già impegnata nell’acquisto degli sportelli che Intesa dovrà cedere per rispettare gli accordi presi con l’Antitrust.
Il mercato guarda in particolare a Bpm, da tempo uno dei titoli preferiti per speculare sul comparto, come grande protagonista della nuova fase di aggregazioni. Il consenso Bloomberg evidenzia un target medio fondamentale a 1,45 euro, dove il rating più recente è quello di JP Morgan: Underweight con target a 0,9 euro. Websim-Intermonte è molto più ottimista, con una raccomandazione Interessante e un target price a 1,95 euro.
In passato gli scenari di risiko bancario hanno provocato più delusioni e chiacchiere che deal concreti. Ma la novità introdotta dall’Ops di Intesa è tale che ogni evoluzione sembra possibile, anche se Mustier non ha mai nascosto il suo scetticismo su ogni possibile accordo di fusione e acquisizione, nazionale o transfrontaliero. Anche per questo Fidentiis ritiene “più probabile in accordo tra Bpm e Bper”.
A favorire l’interesse per Bpm è poi la valutazione bassa (0,20 volte il rapporto prezzo/target dell’Equity), anche in considerazione del badwill che sarebbe generato (superiore agli 8,5 miliardi) e dei crediti fiscali: il valore delle inadempienze probabili si aggira su 1,3 miliardi.