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Intesa Letta-Renzi: non ci sono elezioni in vista, Governo stabile nel 2014

“Non ho il sospetto che Renzi voglia andare al più presto al voto. Nessuno di noi farà gli errori che nel passato, durante svolte generazionali, ci sono stati. Questa sarà la svolta decisiva, l’Italia ce la può fare”. Lo ha detto il presidente del Consiglio, Enrico Letta, durante il tradizionale incontro di fine anno con i giornalisti. “Il presidente del Consiglio per il 2014 si chiama e si chiamerà Letta”, aveva detto ieri in un’intervista a La Nazione il segretario del Pd, che  oggi ha annunciato l’intenzione di ricandidarsi a sindaco di Firenze per altri cinque anni.

Le riforme istituzionali “devono essere fatte naturalmente a partire dalla maggioranza di governo”, ma “con un’apertura vera fuori dalla maggioranza”, che “naturalmente riguarda tutti i soggetti politici, tutti i gruppi parlamentari”, ha continuato Letta, lanciando poi un appello a Silvio Berlusconi e a Forza Italia: “Non si facciano prendere la mano e scelgano la strada della deriva populista e nichilista”.

Il Presidente del Consiglio ha quindi precisato che all’ordine del giorno non è previsto alcun rimpasto di Governo e che la nuova legge elettorale dovrà essere varata prima delle elezioni europee di primavera. 

Quanto alla stabilità finanziaria – oltre che politica –, il Premier sottolinea che “è fondamentale per ridurre le tasse e riaccendere la crescita. Nel 2013 vale un dividendo da circa 5,5 miliardi di euro in termini di minor interesse sul debito pubblico, il che ci ha consentito di alleggerire un po’ la pressione fiscale, ad esempio per quanto riguarda la tassazione sulla prima casa”. 

Letta precisa che “nei prossimi anni il carico fiscale sulla casa sarà inferiore a quello registrato negli anni precedenti al 2013. Inoltre, ci impegniamo a chiudere entro gennaio la delega fiscale, per cominciare poi con i decreti attuativi e migliorare così il Fisco”. 

Il Premier riconferma quindi “l’impegno del Governo sulla strada della riduzione delle tasse per i lavoratori e le imprese attraverso un meccanismo finanziato dai proventi della spending review e dal rientro dei capitali dall’estero”.

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Categories: Politica