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Intesa lancia a sorpresa un’offerta su Ubi Banca

Il colpo d’ala della Banca guidata da Carlo Messina punta ad avviare il risiko bancario e a consolidare sempre di più la leadership italiana di Intesa Sanpaolo – I termini dello scambio con un premio del 27,6% sui valori di Borsa – Accordi con Bper e Unipol per evitare veti dell’Antitrust – Aumento di capitale in vista

Intesa lancia a sorpresa un’offerta su Ubi Banca

Colpo grosso di Intesa Sanpaolo, che a sorpresa ha lanciato un’offerta pubblica volontaria di scambio delle azioni di Ubi, quarta banca del Paese, con una mossa non ostile ma nemmeno concordata, anche in considerazione del fatto che poche ore prima Ubi aveva presentato alla comunità finanziaria il suo nuovo piano industriale.

Intesa offre 17 azioni proprie ogni 10 di Ubi che corrisponde a una valorizzazione di 4,25 euro contro 3,33 euro della chiusura di Borsa di Ubi, con un premio del 27% sul valore di Borsa. Messina offre inoltre un ruolo nel management al Ceo di Ubi, Victor Massiah.

Il colpo d’ala della banca di Carlo Messina ha due obiettivi: consolidare ancor di più la leadership di Intesa Sanpaolo in Italia al servizio dell’economia reale e avviare il risiko bancario.

“Intesa Sanpaolo – recita una nota ufficiale – considera Ubi Banca tra le migliori banche italiane, radicata nelle regioni più dinamiche, con rilevanti risultati conseguiti grazie all’eccellente lavoro svolto dal Ceo (ndr Victor Massiah) e dal management e con un valido Piano d’Impresa, che nel Gruppo risultante dall’operazione (ndr d’integrazione) possono trovare non solo continuità di realizzazione ma anche ulteriore valorizzazione”.

“Ubi Banca – continua la nota di Intesa – si contraddistingue per le affinità con Intesa Sanapolo, in particolare per quanto concerne il modello di business e valori aziendali, anche perché molte persone del management di Ubi Banca hanno avuto un percorso professionale che in precedenza si è svolto nel Gruppo Intesa Sanpaolo”.

Le sinergie previste dalla fusione tra le due banche sono a regime di 730 milioni lordi e l’utile consolidato del Gruppo potrebbe arrivare a 6 miliardi di euro a partire dal 2022.

Per prevenire possibili problemi di Antitrust, Intesa Sanpaolo ha già stipulato accordi con Bper per cedere alla banca emiliana, se la fusione con Ubi andrà in porto, un ramo d’azienda comprendente tra i 400 e i 500 sportelli di Ubi con i relativi dipendenti, mentre alcune attività assicurative saranno cedute a Unipol.

Intesa prevede anche l’assunzione di 2.500 giovani e, a sostegno dell’operazione con Ubi, si prepara a chiedere alla sua prossima assemblea del 27 aprile la delega per un conseguente aumento di capitale.

LE PAROLE DI MESSINA

Pubblichiamo di seguito, in forma integrale, la dichiarazione diffusa dal Ceo di Intesa Sanpaolo, Carlo Messina.

“L’operazione che annunciamo apre un nuovo capitolo della storia diquesto Gruppo: vogliamo unire due eccellenze del nostro sistema bancario – Intesa Sanpaolo e UBI Banca – per dare vita a una nuova realtà leader nella crescita sostenibile e inclusiva.

Per prima cosa vorrei sottolineare i tratti distintivi di Intesa Sanpaolo.

Siamo uno dei Gruppi europei più solidi e profittevoli, frutto di numerose aggregazioni di successo e formato da oltre 90.000 persone che rappresentano il meglio del sistema bancario europeo. La nostra solidità ha generato significativi benefici per tutti i nostri stakeholders.

Abbiamo supportato le famiglie e le imprese italiane con una capacità di erogare credito che ci colloca ai primi posti in Europa.

Abbiamo protetto i risparmi dei nostri clienti durante il periodo più difficile della crisi economica, e anche questo è stato possibile grazie alla forza del nostro bilancio.

Come uno dei principali datori di lavoro del Paese abbiamo sempre tutelato l’occupazione.

Negli ultimi anni abbiamo lanciato uno dei più importanti programmi in Europa di attività a elevato impatto sociale e ambientale.

Abbiamo realizzato tutto ciò continuando a garantire ai nostri azionisti un dividendo significativo e preservando il capitale.

L’operazione che lanciamo oggi segna una innovazione rilevante nella nostra strategia degli ultimi anni. Siamo infatti convinti che nel nuovo scenario del sistema bancario europeo degli anni ’20 sia necessario guardare avanti e porsi nuovi obiettivi.

La nostra Banca si è sempre distinta per lungimiranza; lo abbiamo dimostrato nel 2011 quando, in anticipo rispetto al settore bancario, abbiamo lanciato un’operazione di rafforzamento del capitale. Una mossa vincente che ci ha consentito di soddisfare i nuovi criteri fissati dalla BCE e porre le fondamenta di un decennio di crescita che ci ha condotti sino a qui.

Il nostro settore, a livello europeo, è entrato in una nuova fase che richiede maggiori dimensioni, una più ampia capacità di investire e l’adozione di un nuovo modello di finanza sostenibile.

Grazie a questa operazione, la banca che nascerà dall’integrazione tra Intesa Sanpaolo e UBI potrà essere uno dei leader del sistema bancario europeo.

L’ammontare degli impieghi sarà di circa 460 miliardi di euro; il risparmio che gli italiani affidano alla nuova Banca supererà il valore di 1,1 trilioni di euro, i ricavi saranno pari a 21 miliardi di euro: queste cifre esprimono tutta la forza dell’economia italiana, le capacità del nostro sistema imprenditoriale e la solidità del patrimonio delle nostre famiglie.

UBI, tra le banche di medie dimensioni del nostro Paese, è certamente quella meglio amministrata in termini di qualità del bilancio e impegno nei confronti dell’economia reale e della sostenibilità. Siamo convinti che il Consigliere Delegato e il management team di UBI abbiano svolto un eccellente lavoro e possano avere rilevanti prospettive nel Gruppo che nascerà da questa operazione.

Intesa Sanpaolo, infatti, potrà rappresentare un fattore di accelerazione nel raggiungimento degli obiettivi appena annunciati nel piano industriale di UBI.

Insieme creeremo un leader europeo che sarà in grado di:

  • raggiungere un utile netto di oltre 6 miliardi di euro nel 2022;
  • distribuire ai propri azionisti dividendi elevati e sostenibili con la previsione di un dividendo per azione pari a 0,2 euro a valere sul 2020 e superiore a 0,2 euro a valere sul 2021;
  • accelerare la riduzione dei crediti deteriorati senza costi per gli azionisti;
  • confermare una elevata solidità patrimoniale, con un common equity ratio previsto a un livello superiore al 13%;

Grazie alla capacità reddituale e alla solidità patrimoniale la Banca che nascerà dall’aggregazione fra Intesa Sanpaolo e UBI potrà:

  • Garantire 30 miliardi di euro di credito aggiuntivo nei prossimi 3 anni a sostegno dell’economia italiana;
  • Aumentare da 50 a 60 miliardi le nuove erogazioni a favore della Green Economy e incrementare da 5 a 6 miliardi il plafond destinato a investimenti nella circular economy.
  • Portare da 1,25 a 1,5 miliardi la capacità erogativa del Fondo d’Impatto;
  • Puntare sull’ingresso di giovani nel nuovo Gruppo grazie a un programma di 2.500 assunzioni, per promuovere il cambio generazionale e sostenere l’occupazione;
  • Portare da 11,5 a 13,5 milioni gli interventi a favore delle persone in difficoltà (distribuzione pasti, posti letto, indumenti, cibo) nei prossimi tre anni.

Siamo convinti che questo sia un grande progetto nel quale due banche accomunate non solo dai modelli di business ma soprattutto dai valori di riferimento, potranno assicurare – grazie alle elevate qualità professionali delle oltre 110.000 persone che ne faranno parte – all’economia del nostro Paese una solida prospettiva di crescita sostenibile e inclusiva”.

LA PRECISAZIONE DI BAZOLI

A stretto giro è arrivata anche una precisazione di Giovanni Bazoli, presidente emerito di Intesa Sanpaolo e fino al 2016 numero uno del consiglio di sorveglianza dell’istituto: “Non intendo, almeno per il momento, dare alcun commento, se non per precisare che io ho conosciuto la decisione di Intesa Sanpaolo ieri sera, al momento della comunicazione ai mercati, perché i responsabili della banca hanno ritenuto – credo correttamente, data la mia posizione e la mia storia – di non coinvolgermi in alcun modo nella decisione”.

UBI ANNULLA LA CONVENTION A MILANO

Ubi ha annullato la convention prevista per mercoledì a Milano, in cui l’amministratore delegato, Victor Massiah, avrebbe dovuto presentare ai dipendenti del gruppo il piano industriale al 2022.

I SINDACATI: VIGILEREMO SULL’OCCUPAZIONE

“L’offerta di Intesa Sanpaolo su Ubi ci ha colto di sorpresa, anche perché segue la presentazione del nuovo piano industriale del gruppo Ubi che andava nella direzione di una crescita stand alone della banca – scrivono in una nota congiunta i segretari generali dei sindacati del credito Fabi, Fisac-Cgil, First-Cisl, Uilca e Unisin – Probabilmente, le dichiarazioni del presidente della Commissione di vigilanza della Bce, Andra Enria, rafforzate recentemente al Forex dal governatore della Banca d’Italia, Ignazio Visco, rappresentavano qualcosa di più di una semplice analisi del settore”.

Quanto al merito della proposta, “la fusione crea valore per gli azionisti? Probabilmente sì – continuano i sindacalisti – Crea valore per il Paese? Probabilmente sì, considerato che nascerebbe un gruppo italiano di dimensioni europee. Quello che ci preme di più però sono i riflessi che l’operazione potrebbe avere sui 110mila lavoratori interessati. La nostra attenzione su questo argomento è massima, anche se le prime dichiarazioni del gruppo Intesa sono volte a rasserenare il clima e la storia del gruppo Ubi è stata sempre improntata alla massima attenzione per il personale. Le nostre organizzazioni sindacali vigileranno attentamente su tutte le dinamiche occupazionali, organizzative e gestionali che riguarderanno le lavoratrici e i lavoratori. Valuteremo esclusivamente i fatti”.

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