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Intesa, il salvataggio delle banche venete è un affare: lo dice il mercato

Un sacrificio o un buon affare? Buona l’ultima, è stata la risposta di Piazza Affari alla notizia, diffusa via comunicato, che Intesa Sanpaolo (+2,45%) aveva presentato un’offerta per una parte delle attività e delle passività di Banca Popolare di Vicenza e di Veneto Banca, prezzo 1 euro. Anzi, il mercato ha giudicato l’operazione alla stregua della svolta da (troppo) tempo attesa, così l’effetto positivo si è trasmesso all’intero listino: la Borsa di Milano ha chiuso euforica oltre la soglia dei 21 mila punti (+1,26%), in netto contrasto con il ribasso degli altri mercati europei.

Perché questo giudizio favorevole? Sotto il profilo industriale Intesa non sembra avere alcuna necessità di ampliare la propria rete di sportelli: anzi, avrebbe il problema opposto. Ma l’ad Carlo Messina è riuscito a difendere le ragioni del “suo” istituto: sono fuori dal perimetro i crediti deteriorati, i crediti in bonis e le obbligazioni subordinate, così da garantire “la totale neutralità dell’operazione rispetto al Common Equity Tier 1 ed alla dividend policy”.

La banca, inoltre, ha potuto esigere dal Tesoro la copertura degli oneri di integrazione connessi all’acquisizione (vedi tagli occupazionali) e dal Parlamento “una cornice legislativa, approvata e definitiva” a scanso di sorprese. A pagare il conto, insomma, sarà soprattutto lo Stato.

L’intervento di Intesa ha, del resto, neutralizzato una situazione potenzialmente devastante: un crack disordinato sarebbe costato al sistema un esborso di 9 miliardi. Senza considerare l’impatto inevitabile sui Btp. Alla fine, come ha commentato Intermonte per Intesa Sanpaolo, farsi carico del problema di Veneto Banca e di Banca Popolare di Vicenza, potrebbe rivelarsi un buon affare.

CINA ANCORA IN RIALZO, IN USA SALE SOLO LA TECNOLOGIA

Listini contrastati in giro per il mondo, sotto la pressione del petrolio. Positive le Borse asiatiche, grazie al modesto rimbalzo del greggio, ieri sceso sotto i 45 dollari per la prima volte nel 2017. Piatta, nel finale di seduta, Tokyo: indice Nikkei -0,1%. Seul +0,4%, Mumbai +0,4%. Bene Sidney (+0,8%).

Stamattina le Borse della Cina sono in rialzo: Hong Kong +0,5%, Shanghai +0,8%. Continua l’effetto positivo dell’ammissione delle azioni cinesi di categoria A negli indici Msci. L’operazione, che riguarderà 222 titoli azionari, comporterà l’anno prossimo acquisti sulle Borse cinesi per 17-18 miliardi, ma è solo la punta dell’iceberg di un movimento che si annuncia ben più profondo: la piena integrazione della Cina nel circuito internazionale può generare flussi per340 miliardi di dollari, secondo Reuters.

Mercati a doppia velocità ieri negli Usa: il calo del greggio, assieme alle dichiarazioni di alcuni esponenti della Fed, hanno spinto al ribasso il Dow Jones (-0,27%) e l’S&P 500 (-0,06%). Tecnologia e Biotech hanno invece sostenuto il Nasdaq (+0,74%).

Il greggio Wti è sceso fino a un minino di 42,17 dollari al barile, livelli che non si vedevano dall’agosto 2016. Poi, sulla scia di ricoperture tecniche e di un calo superiore al previsto delle scorte Usa, i prezzi sono risaliti verso 42,7, ma restano comunque nell’area di minimo degli ultimi 10 mesi. Pesano i dubbi sulla effettiva capacita dei paesi produttori di greggio (Opec e non Opec) di ridurre la produzione e ottenere un maggiore equilibrio tra offerta e domanda. Anche il Brent è scivolato sotto la soglia dei 45 dollari al barile. Nel 2017 i futures sulla materia prima hanno perduto il 21%.

SUGLI SCUDI LE BIOTECNOLOGIE, FRENA CATERPILLAR

A Wall Street l’indice dei titoli petroliferi (-1,6%) è stato il peggiore. Da inizio anno il comparto accusa una perdita del 14,9% (contro +8,9% dell’indice S&P). A Piazza Affari Eni è salita dello 0,5%, Saipem +0,1%, negativa Tenaris (-0,9%). Deboli anche i finanziari (-0,8%), condizionati dalla tendenza al ribasso dell’inflazione. Due governatori della Fed, Stanley Fischer ed Eric Rosengren, hanno sostenuto di veder più rischi in un ritardo nell’aumento dei tassi che non viceversa.

Male anche Caterpillar (-3,3%), titolo -termometro dell’attività industriale. Ma Fedex, colosso della logistica, sale dell’1,6% dopo i conti. Giornata dei record per le biotecnologie. L’indice Biotech è salito del 4,1% al traino di Celgene e Regeneron (+5%), Biogen (+4,7%).

MILANO, BORSA TOP. MACRON DEBUTTA AL SUMMIT UE

Borse europee in flessione alla vigilia del summit dei capi di governo dell’Eurozona che vedrà oggi l’esordio a Bruxelles del presidente francese Emmanuel Macron. Parigi cede lo 0,37%, Francoforte -0,32%, Londra -0,33 e Madrid -0,05%. Fa eccezione Milano, grazie al boom del settore bancario. Piazza Affari chiude euforica (+1,26%) e torna oltre la soglia dei 21.000 punti (21.071).

Fitch ha alzato la stima di crescita italiana nel 2017 all’1,2% dal +0,9% indicato a marzo, dopo la revisione al rialzo fatta da Istat sugli ultimi due trimestri. Secondo quanto si legge nel rapporto Global economic outlook di giugno, “la crescita attesa si manterrà attorno all’1% sia nel 2018 sia nel 2019”.

Lieve rialzo in chiusura per i Btp. Il mercato continua a essere supportato da una serie di fattori: la percezione di un minore rischio politico in Italia ed Europa; la tendenza al ribasso dell’inflazione; la continuazione della politica accomodante della Bce.

SPREAD ANCORA GIÙ, RNDIMENTI DEI BTP AI MINIMI DA GENNAIO

Lo spread Btp/Bund è sceso in mattinata e poi di nuovo in chiusura fino a 164 punti base, nuovo minimo da metà gennaio. Il tasso decennale italiano è sceso a quota 1,88%, anche in questo caso nuovo minimo da metà gennaio. Ieri la Germania ha collocato 809 milioni di euro di Bund trentennali, con rendimento in calo a 1,02% dal precedente 1,24%. Dopo l’asta il rendimento a 30 anni tedesco è sceso al minimo di due mesi a 1,034%.

Sempre in mattinata il Tesoro portoghese ha collocato 1,25 miliardi complessivi di titoli a 3 e 11 mesi, con tassi in calo. I tassi sui governativi greci sono scesi in giornata ai minimi da settembre 2014 sulla scadenza decennale e da inizio 2010 su quella biennale. Il premier Tsipras ha affermato che grazie al calo dei rendimenti Atene dovrebbe essere in grado di tornare a breve a finanziarsi sul mercato dei capitali.

Oggi a mercati chiusi arriveranno i primi dettagli sulla tornata di aste italiane di fine mese, con gli annunci sui collocamenti di Ctz e Btpei di martedì 27. Le previsioni di Intesa Sanpaolo sono per un’offerta fino a due miliardi di Ctz e fino a 1,5 di indicizzati.

SI RISVEGLIANO LE BANCHE. UBI (+5%) GUIDA LA CORSA

Piazza Affari è stata spinta dalla buona intonazione del comparto bancario (+2,81% l’indice del settore). Il gradimento dell’operazione di Intesa è stato confermato dall’ascesa dei bond degli istituti veneti. A fine seduta il senior di Popolare Vicenza marzo 2020 cedola 2,5% ha guadagnato oltre 3 punti a 88,20, per un rendimento in area 7,68%; la settimana scorsa il rendimento era sceso circa al 6,3%, ai minimi da fine gennaio.

Di circa quattro punti è stato il rialzo dell’altro senior della banca vicentina dotato di sufficiente liquidità: l’ottobre 2018 cedola 5% risale al prezzo di 92,39, per un rendimento a 11,39%, dopo un minimo da metà febbraio la settimana scorsa in area 8,7%. Per quel che riguarda Veneto Banca, il senior maggio 2019 cedola 4% ha guadagnato in chiusura poco meno di quattro punti al prezzo di 90,13, per un rendimento del 9,93%, contro un minimo di 8,20% la settimana scorsa.

Oltre all’operazione di Intesa sulle banche venete, qualcosa si sta muovendo anche su Monte Paschi. Il presidente dell’istituto, Alessandro Falciai, ha affermato che è molto probabile che l’ingresso dello Stato nel capitale della banca senese come azionista di riferimento avvenga a luglio.

Continua l’incertezza su Banca Carige (-0,19%). Ieri la banca ha nominato quale ad Paolo Fiorentino. In una nota diffusa in serata la banca annuncia che fornirà alla Bce, entro il previsto termine del 23 giugno, i chiarimenti sulla governance e sull’esecuzione del piano di riduzione dei crediti deteriorati (Npl), mentre, per quanto concerne la valutazione del fabbisogno di capitale, verrà richiesto un differimento temporale con il fine di fornire stime puntuali e ponderate.

In terreno molto positivo gli atri istituti: Unicredit +3,5%, Bper Banca +4,4%, Banco Bpm +2,3%, Ubi +5%. La svolta positiva ha contagiato le assicurazioni: Generali +1,7%, Unipol +1,3%.

UTILITIES SUPERSTAR. TELECOM NON CEDE AL GOVERNO

Giornata positiva anche per le utilities. Sorpasso storico di Enel (+1,8%), da ieri il titolo con la più alta capitalizzazione di Piazza Affari (50,63 miliardi) dopo il sorpasso su Eni (49, 57 miliardi). È la conferma della stagione di grazia delle utilities: Terna +1,3%.

Sale anche Snam +0,8%. Gli analisti hanno accolto positivamente la notizia dei colloqui con Edison per rilevare il 7,3% del rigassificatore di Rovigo e il metanodotto che collega il terminal di gas naturale all’hub di Snam Rete Gas sulla costa. Per Equita Sim (rating hold, target price a 4,1 euro) il valore dell’operazione si aggira tra 150 e 200 milioni di euro complessivi con un possibile impatto positivo dell’1% circa sull’utile per azione. Le possibilità di incrementare il dividendo potrebbero, quindi, aumentare, considerando l’intenzione della società di mantenere un pay out ratio attorno all’80%.

Sale Telecom Italia (+0,36%) in aperta polemica con il governo. La società ha ribadito che non intende cedere alle pressioni del governo per limitare lo sviluppo della sua rete nelle aree a fallimento di mercato, aggiungendo che il network non è in vendita e se proprio si dovesse fare una valutazione si potrebbe stimare in 20-25 miliardi di euro. Lo ha detto l’AD del gruppo telefonico, Flavio Cattaneo, durante l’audizione al Senato in cui ha ribadito con forza la sua posizione dopo le accuse del governo.

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L’esecutivo ritiene che la decisione di Tim di investire in quelle aree, dopo la consultazione in cui aveva detto che non sarebbe intervenuta, possa essere in qualche modo sanzionata. In gioco c’è la profittabilità di Open Fiber, società controllata da Enel a Cassa Depositi e Prestiti, che ha vinto il bando Infratel.

COMMESSE PER LEONARDO, UN BUY PER AUTOGRILL

Tra gli industriali molto bene Leonardo, che ha chiuso a 15,56 euro, in crescita del 2,71%. Il gruppo italiano della Difesa si è aggiudicato il contratto per la realizzazione di una piattaforma integrata di logistica che sarà utilizzata dalla Nato per la gestione dei servizi operativi e di manutenzione a Sigonella. Stm +0,8%, Fiat Chrysler +0,3%.

Sugli scudi Autogrill su cui Hsbc ha avviato la copertura con raccomandazione “buy” e prezzo obiettivo 13,10 euro. In evidenza Landi Renzo (+14%), Trevi (+10%) e Digital Bros (+5,4%).

Categories: Finanza e Mercati