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Intesa archivia il miglior semestre degli ultimi 10 anni, utile +25%

L’utile netto raggiunge quota 2,2 miliardi nei primi sei mesi, 927 milioni nel II trimestre – Scendono i costi operativi, giù del 24% lo stock dei crediti deteriorati – Confermato il ricco dividendo previsto dal piano con un payout dell’85% – Messina: “Siamo una delle banche più solide e profittevoli d’Europa”.

Intesa archivia il miglior semestre degli ultimi 10 anni, utile +25%

Utile netto in forte aumento per Intesa Sanpaolo che decide di confermare il ricco dividendo previsto dal piano industriale 2021.

Nel dettaglio, la banca ha archiviato i primi sei mesi del 2018 con un risultato netto pari a 2,179 miliardi di euro, in rialzo del 25,4% rispetto agli 1,73 miliardi registrati nello stesso periodo del 2017. Il dato non tiene conto del contributo pubblico cash da 3,5 miliardi ricevuto per l’acquisto degli asset della Popolare di Vicenza e di Veneto Banca. In questo frangente occorre tenere conto che, includendo la plusvalenza netta per la contabilizzazione della partnership con Intrum, l’utile semestrale raggiunge quota 2,58 miliardi di euro, vale a dire il 68% dei 3,8 miliardi di utile che l’istituto guidato da Carlo Messina conferma di voler realizzare nel 2018. 

Prendendo in considerazione il solo secondo trimestre, l’utile ammonta invece a 927 milioni di euro, superando del 7,5% rispetto agli 862 milioni attesi dagli analisti  I risultati sono “pienamente in linea con il piano d’impresa 2018-2021”, scrive Intesa Sanpaolo in una nota.

Nei mesi aprile-maggio giugno, l’utile non è il solo dato ad aver battuto il consensus: il margine di intermediazione si è infatti attestato a 4,6 miliardi a fronte dei 4,4 miliardi previsti. “Il risultato è frutto dell’andamento positivo di tutte le componenti dei ricavi”, spiega ancora la banca.

Per quanto riguarda il semestre, considerando nei primi sei mesi dell’anno precedente anche i numeri delle ex banche venete, i proventi operativi netti sono cresciuti del 6,1% a 9,4 miliardi, con interessi netti a 3,7 miliardi (-2%) e commissioni nette a 4 miliardi (+2,1%). In calo del 3,4% i costi operativi, che scendono a 4,6 miliardi di euro  per un rapporto cost/income ridotto al 48,9%. L’attività assicurativa ha un risultato di 575 milioni (+9,9%) e i proventi da negoziazioni sono quasi raddoppiati, toccando quota 1,1 miliardi. Quanto alla solidità patrimoniale, il coefficiente Cet1 è al 13,6% pro forma a regime, tenendo conto di 1,85 miliardi di dividendi maturati nel semestre.

Spostandoci su uno dei capitoli più delicati per i nostri istituti bancari, nei primi sei mesi del 2018 Intesa ha ridotto di circa 2 miliardi di euro i crediti deteriorati. Rispetto al settembre 2015, il ribasso è di circa 15 miliardi, al lordo delle rettifiche di valore (escludendo la cessione dei crediti in sofferenza firmata con Intrum, rispettivamente di circa 13 miliardi e circa 26 miliardi includendola).  Lo stock di crediti deteriorati – che a fine semestre non include più i crediti in sofferenza oggetto di cessione a Intrum – scende a giugno 2018 del 24,2% al lordo delle rettifiche di valore rispetto a dicembre 2017, “realizzando nel primo semestre 2018 già il 50% dell’obiettivo di riduzione previsto nel Piano di Impresa per il 2018 2021” evidenzia la banca. Lo stock diminuisce invece del 18,4% al netto delle rettifiche, rispetto al dato del 31 dicembre 2017.

Uno dei temi più interessanti per gli azionisti della banca riguarda il dividendo: Intesa Sanpaolo ha confermato per l’esercizio 2018 l’intenzione di distribuire un dividendo cash con un payout pari “all’85% del risultato netto”. a fronte di prospettive positive nonostante il rallentamento della congiuntura. “Nel 2018 è atteso un aumento del risultato netto grazie a un aumento dei ricavi, la continua gestione dei costi e un calo del costo del rischio”.

“Siamo particolarmente soddisfatti dei risultati: la banca si conferma una delle più solide e profittevoli in Europa e allo stesso tempo è capace di dare vita al più grande progetto di inclusione economica e di lotta alla povertà nel paese – ha dichiarato l’amministratore delegato Carlo Messina -. I primi sei mesi chiudono con un utile netto a 2,2 miliardi, il migliore risultato dal 2008″.

Messina ha poi evidenziato il ruolo di “banca al servizio del rilancio del paese, anche grazie alla capacità di lavorare a fianco di tutte le aziende in temporanea difficoltà: nel solo semestre abbiamo aiutato circa 8.000 aziende a tornare in bonis, salvaguardando così 40.000 posti di lavoro (dal 2014 le imprese sono 80.000, per 400mila posti). Nei sei mesi 2018 le erogazioni a medio e lungo termine hanno superato i 25 miliardi. Siamo anche protagonisti nell’inclusione sociale in Italia, con prestiti 2018 a soggetti non profit stimati in 350 milioni, e progetti in essere che ci consentono già ora di distribuire 8.200 pasti al giorno, 3.000 posti letto al mese, 3.000 medicinali al mese”.

Infine un accenno alle azioni risparmio: la banca ha deciso di procedere al rimborso, con acquisto da parte della società, dei circa 15 milioni di azioni di risparmio oggetto di recesso in seguito alla conversione in ordinarie e rimaste inoptate. L’istituto non procederà quindi con il collocamento sul mercato. L’ultimo giorno di negoziazione in Borsa dei titoli di risparmio di Intesa Sanpaolo sarà il 6 agosto.

Nonostante i conti più che positivi e superiori alle attese del mercato, a Piazza Affari continuano le prese di beneficio sul titolo, dopo la corsa realizzata nell’ultima seduta di luglio. Alle 16.50 le azioni cedono il 3,7%. Sulla questione è intervenuto lo stesso Messina nel corso della conference call, dichiarando che “la reazione di Borsa è dovuta in gran parte al rialzo inatteso di ieri”.

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