“L’operazione di Intesa su Ubi, totalmente inattesa, accende un improvviso faro sul settore bancario italiano, che negli ultimi anni aveva visto solo salvataggi, e costringe gli operatori a riesaminare il settore: vedi mai che ci sia del valore da estrarre?”. Giuseppe Sersale di Anthilia si fa così portavoce delle reazioni dei mercati all’improvviso risveglio del risiko bancario, la nota più positiva di una congiuntura anomala, segnata più dai bollettini medici che dall’andamento dell’economia. Gli investitori sono a caccia delle statistiche più curiose: quelle sulle consegne di cibo a domicilio, ad esempio, segnalano che Meituan, la piattaforma più importante che serve normalmente 5.500 ristoranti, sta lavorando al 13%.
Dopo l’allarme lanciato ieri da Apple, i mercati asiatici stamane reagiscono grazie ad alcune rassicurazioni sull’epidemia: Covid 19 ha ucciso ieri 136 persone nel distretto di Hubei, mentre i nuovi casi accertati, con il nuovo sistema di diagnosi, sono 1.749, in calo rispetto al giorno prima ed ancora una volta sotto quota 2.000. Gli infetti totali, includendo tutto il pianeta, sono 74.180, i dimessi per guarigione sono 14.380.
SALE TOKYO, PECHINO IN SOCCORSO ALLE COMPAGNIE AEREE
Stamattina il Nikkei di Tokyo guadagna l’1%, l’Hang Seng di Hong Kong lo 0,4% e il Composite di Shanghai lo 0,3%. A sostenere i mercati è la convinzione che domani la Banca centrale interverrà a ridurre ulteriormente i tassi sui prestiti.
Pechino sta anche studiando un piano di sostegno al settore delle compagnie aeree che potrebbe prevedere la concessione di prestiti straordinari e misure per agevolare il consolidamento: le società più grandi sarebbero incentivate a salvare le compagnie regionali o locali sull’orlo del fallimento.
WALL STREET NON DIGERISCE L’ALLARME DI APPLE
Il monito di Apple ha frenato la corsa dei listini Usa: Dow Jones -0,56%, S&P 500 -0,29%. Piatto in pratica il Nasdaq (+0,02%).
Sale Wal-Mart (+1,5%) nonostante risultati deboli e l’attesa di un calo delle vendite online.
Danno sollievo le prime indicazioni macroeconomiche sull’impatto del virus cinese sulla struttura produttiva degli Stati Uniti: l’indice manifatturiero dello Stato di New York si attesta a 12,90, contro stime attorno a 5.
Lo yuan cinese si indebolisce e torna a quota 7 sul dollaro. Arretra lo yen, a 110 sul dollaro. In Giappone, le esportazioni sono scese per il quattordicesimo mese consecutivo.
L’ORO SOPRA I 1.600 DOLLARI, MASSIMO STORICO
Petrolio Brent in rialzo per il settimo giorno consecutivo, a 58,3 dollari il barile, +1%.
Continua a salire l’oro, stamattina dello 0,1% a1.602 dollari, massimo da inizio anno: in euro è massimo storico.
Nella scia dell’oro, continua la corsa del palladio: stamattina il metallo guadagna il 4%, nuovo record, dopo il +4% di ieri.
Resta giù il rame, segno di diffidenza nei confronti delle prospettive di rapida ripartenza dell’apparato industriale della Cina.
PIAZZA AFFARI BALLA DA SOLA. LO ZEW ZAVORRA L’EURO
La Borsa di Milano ha ballato da sola al suono del risiko bancario che, finalmente, ha preso il via. Alla festa non hanno però partecipato gli altri listini. Il crollo dell’indice Zew, da 26,7 a 8,7, ha messo in evidenza la frenata del morale degli operatori tedeschi per il timore che l’epidemia di coronavirus scoppiata in Cina possa avere ripercussioni sul commercio a livello globale.
A pagare il prezzo più alto è stato l’euro: Il cambio euro/dollaro è scivolato sotto la soglia di 1,08, al minimo da aprile 2017. Da inizio anno la divisa unica ha perso circa il 3,4% del suo valore nei confronti del biglietto verde. Decisiva, a questo punto, la lettura dei dati pmi in uscita venerdì.
Nel giorno uno del processo di consolidamento delle banche italiane, la Borsa di Milano svetta così solitaria in rialzo: indice Ftse Mib +0,31% a 25.199 punti.
Chiudono in calo le altre piazze azionarie europee: Dax di Francoforte -0,86%, CaC 40 di Parigi -0,52%, Madrid -0,16%.
In rosso anche Londra (-0,85%) dopo il tonfo del colosso Hsbc (-6,5%) dopo la discesa degli utili 2019 e l’annuncio del taglio di 35mila dipendenti.
I timori da pandemia colpiscono anche l’obbligazionario italiano, che peggiora nel finale: lo spread sale a 133 punti base (+2,35%), il rendimento del Btp 10 anni è 0,92%.
UBI ALLE STELLE (+23,5%). MESSINA: “NON ALZEREMO IL PREZZO”
“Vi abbiamo sorpreso lanciando un’offerta su Ubi, vero, ma era un’opportunità unica per creare una realtà europea ancora più forte. Crediamo che l’operazione crei valore per tutti gli azionisti delle due banche”, ha detto ieri mattina Carlo Messina, il ceo di Intesa, durante la conference call con gli analisti dedicata all’offerta pubblica di scambio con Ubi. Piazza Affari ha risposto con entusiasmo al blitz di Intesa, che si è avvalsa della regia di Mediobanca: il titolo del “cacciatore” ha chiuso in rialzo del 2,36%, a 2,60 euro.
Ubi Banca è salita del 23,55%, a 4,31 euro, dopo aver toccato un massimo a 4,51 euro, superando così l’offerta di Intesa, che prevede 17 azioni ordinarie di nuova emissione contro 10 Ubi. Ma nessuno si aspetti rilanci. “Non abbiamo nessuna intenzione di cambiare le condizioni offerte né di alzare il prezzo che riteniamo congruo – ha detto Messina – Se verranno accettate saremo felici, se no saremo comunque felici e continueremo a lavorare al nostro piano industriale in modo autonomo”.
Messina ha annunciato anche 5mila esuberi su base volontaria.
In caso di successo dell’Ops, Intesa diventerà in Europa il sesto gruppo bancario per ricavi, molto vicina a Deutsche Bank, e si confermerà al terzo posto in Ue per capitalizzazione, consolidando questa posizione. Insieme a Ubi “siamo il terzo generatore di utile netto in Eurozona, rimarremo uno dei più forti attori e potremo avere un rimbalzo in Europa nel caso dovessero salire i tassi di interesse”.
PERDE COLPI BPER: IN VISTA UN AUMENTO DA 7-800 MILIONI
L’operazione coinvolge altri soggetti: Bper Banca cede il 9%. La banca ha sottoscritto con Intesa un contratto che prevede, in caso di successo dell’offerta su Ubi Banca, l’acquisto di un ramo d’azienda composto da circa 1,2 milioni di clienti distribuiti su 400/500 filiali bancarie del Nord Italia. La società ha avvertito che per far fronte all’investimento lancerà un aumento di capitale da almeno 800 milioni di euro.
UnipolSai (-0,1%) dovrebbe rilevare i rami d’azienda delle compagnie assicurative Bancassurance Popolari, Lombarda Vita e Aviva Vita partecipate da Ubi Banca.
EFFETTO RISIKO ANCHE SU BPM, POP. SONDRIO E CREDEM
Tutte su le altre banche: Banco Bpm +5%, Creval +5%, Banca Popolare di Sondrio +11%, Banca Monte Paschi +5%, Credem +4% e Unicredit 0,6%.
SCENDE STM, PININFARINA (+3%) FESTEGGIA I 90 ANNI
Scende Stm (-1,5%) frenata dalle difficoltà di Apple in Cina.
Fiat Chrysler-1%. Banca Imi ed Equita Sim hanno confermato la raccomandazione buy e il prezzo obiettivo a 15 e 16,8 euro rispettivamente, dopo i dati sulle immatricolazioni auto in Europa a gennaio scese del 7,4%. Ha limitato le perdite Pirelli (-0,23%), su cui Mediobanca Securities ha confermato rating neutral e Target di 5,6 euro in attesa dei conti 2019 e del nuovo piano. Brembo -2%. Scatta al rialzo Pininfarina (+3,01%) nel giorno del suo novantesimo compleanno.
SALE IL DIVIDENDO FERRARI (+8%)
Ferrari ha proposto la distribuzione di un dividendo sui risultati 2019 di 1,13 per azione, per un esborso complessivo di circa 210 milioni, in crescita dell’8% rispetto alla distribuzione dell’esercizio precedente, per un dividendo unitario di 1,03 euro.
In grande evidenza Poste italiane (+3,8%): JP Morgan ha confermato la raccomandazione overweight e il prezzo obiettivo a 12,6 euro in attesa dei conti 2019.
CAMPARI SCEGLIE L’OLANDA. AUMENTA IL BUYBACK
Anche Campari sceglie l’Olanda. Il Cda ha approvato una proposta che prevede il trasferimento della sede legale in Olanda, con l’introduzione di un meccanismo di voto maggiorato rispetto a quello già adottato dalla società, “con l’intento di rafforzare la base azionaria e perseguire opportunità di crescita esterna”. Il gruppo manterrà il domicilio fiscale in Italia, contestualmente al mantenimento delle attività operative e gestionali del gruppo, che proseguiranno senza soluzione di continuità. La società resterà quotata a Piazza Affari.
Il gruppo ha archiviato il 2019 con vendite pari a 1,842 miliardi di euro, in crescita organica del 5,9%. L’utile netto rettificato si è attestato a 267,4 milioni, in crescita del 7,3%. La società ha annunciato che proseguirà il programma di buyback per un importo incrementato fino a 350 milioni di euro nei prossimi 12 mesi.