Imprenditore e titolare insieme al fratello di un’azienda di prodotti alimentari per l’infanzia, fondata dal nonno, e balzato alla ribalta negli anni scorsi come pioniere in Confindustria della lotta antimafia, Ivan Lo Bello è da giugno, il nuovo presidente dell’Unioncamere, l’Ente Pubblico che raccoglie le Camere di Commercio di tutta Italia. Di questi tempi Unioncamere si appresta a vivere la sua riforma all’insegna della semplificazione e della digitalizzazione, anche grazie a Infocamere, una delle grandi eccellenze del nostro Paese. Con l’enorme massa di dati che il Registro delle imprese raccoglie, l’Unioncamere, anche attraverso il suo ottimo centro studi, è un osservatorio privilegiato dello stato di salute dell’economia e del Paese e Lo Bello è convinto che l’Italia stia cominciando a raccogliere i primi dividendi della stagione delle riforme. Ecco l’intervista che ha rilasciato a FIRSTonline.
FIRSTonline – Presidente, sono molti i segnali che indicano che finalmente in Italia si respira aria di ripresa, dal rialzo del Pil, all’occupazione, all’export, ai consumi e alla riscoperta della fiducia: dall’osservatorio delle Camere di commercio e dell’Unioncamere si percepisce questo nuovo clima?
LO BELLO – Sono pienamente d’accordo nel constatare elementi oggettivi di ripresa dell’economia italiana che si sono andati rafforzando tra la fine del 2014 e il 2015. Non è una ripresa particolarmente forte perché il Paese paga il prezzo di anni e anni di mancate riforme, ma la ripresa c’è, grazie al fatto che finalmente con il governo Renzi si è aperta una ricca stagione di riforme – dal Jobs Act alla riforme della Pa e della scuola, alle riforme istituzionali, solo per citare le più importanti – di cui l’Italia aveva ed ha una grande bisogno. Per ora stiamo solo raccogliendo i primi frutti ma sono convinto che nel tempo il dividendo delle riforme sarà sempre più importante.
FIRSTonline – Unioncamere è una miniera di dati sulla nascita, la fine e l’andamento delle imprese italiane: c’é qualcuno in particolare che indica il loro attuale stato di salute?
LO BELLO – Direi di sì. E’ presto per parlare dei bilanci ma il trimestre estivo ha visto il numero delle imprese italiane crescere di 20mila unità. E un dato così positivo non si vedeva da 5 anni a questa parte. E’ anche questo un segnale di fiducia che si aggiunge al calo, seppur lieve, del numero dei fallimenti nello stesso periodo.
FIRSTonline – Il Rapporto Greenitaly che avete di recente presentato insieme a Symbola testimonia che l’economia verde cresce ed è ormai un’eccellenza italiana: quali sono gli aspetti più significativi?
LO BELLO – Il nostro studio mostra una volta di più che lo sviluppo sostenibile e la difesa dell’ambiente non sono una moda ma fanno ormai parte del nostro modo di vivere: 8 italiani su 10 oggi sono disposti a spendere di più per un prodotto o un servizio rispettoso dell’ambiente. Questo le imprese italiane lo hanno capito ed hanno imboccato la via della ecosostenibilità, una strada che paga, come ci mostra il rapporto Greenitaly: le imprese che investono in prodotti e tecnologie ‘verdi’ ne traggono benefici anche in termini di fatturato ed esportazioni.
FIRSTonline – Presidente, Lei è uomo del Sud: sia pure a macchia di leopardo, c’è qualche primo segnale di risveglio anche nel Mezzogiorno?
LO BELLO – Il clima sta leggermente migliorando! Alcune parti del Sud ( dove è più forte la presenza di imprese più innovative e minore la presenza criminale) si allineano al resto del Paese, altre parti del Sud sono ancora in ritardo. Ma il discorso sulle riforme qui è ancora più importante. Se l’Italia ha fame di riforme, il nostro Mezzogiorno ne ha assolutamente bisogno. Una ripresa forte e duratura, una vera ripresa, non può che passare per una profonda riforma dell’economia meridionale che garantisca regole certe e trasparenti, un mercato davvero concorrenziale, nuove infrastrutture.
FIRSTonline – Lei prima ha prima sottolineato l’importanza delle riforme del Governo, ma in sostanza a chi va il merito principale del nuovo vento di ripresa che spira sull’Italia: alla congiuntura internazionale, a Mario Draghi o a Matteo Renzi?
LO BELLO – La ripresa è il frutto di un mix vincente. Grazie al ruolo e alla autorevolezza di Mario Draghi, il lancio del Quantitative Easing ha favorito un più equilibrato rapporto di cambio tra euro e dollaro, ha dato liquidità e stabilità ai mercati e ha significativamente abbassato i tassi favorendo l’uscita dalla recessione e ponendo le premesse perché si possa alzare l’inflazione fino al 2%.
FIRSTonline – E di Renzi che cosa pensa?
LO BELLO – Il premier ha avuto e ha il grande merito di capire che l’Italia non poteva più aspettare e che era ora di recuperare rapidamente il tempo perduto cambiando passo e riaprendo il cantiere delle riforme. E lo ha fatto con determinazione: ora deve insistere sulle riforme e puntare sempre di più a rafforzare la competitività, il tasso di innovazione, la crescita del Paese, riducendo il peso del debito pubblico, che frena lo sviluppo. L’Italia non cresce ancora quanto potrebbe ma bisogna riconoscere che il Governo la sta mettendo sulla strada giusta per superare i ritardi e sfruttare tutte le sue grandi potenzialità.
FIRSTonline – Le Camere di commercio hanno avuto prima della Sua presidenza, rapporti difficili con il governo Renzi che non vi ha risparmiato tagli e misure di rigore: qual è ora lo stato dei rapporti con Palazzo Chigi?
LO BELLO – Non può che essere un rapporto di attiva collaborazione. Siamo una grande Amministrazione pubblica, con una presenza capillare su tutti i territori, grazie alle nostre Camere di commercio, che dalla Sicilia, al Nord dell’Italia rappresentano la varietà e capacità economica del nostro bellissimo paese. Stiamo affrontando il percorso avviato dal Governo con la riforma della Pubblica Amministrazione, di cui attendiamo i decreti attuativi. Lo scenario economico ed istituzionale evolve e anche noi dobbiamo affrontare, come stiamo facendo, il cambio di paradigma sostenendo le imprese italiane e puntando a un nuovo rapporto tra le imprese e la Pa. Abbiamo mezzi e competenze per farlo e sono sicuro che ce la faremo. Penso ad un rapporto più forte tra Unioncamere e le pubbliche amministrazioni del nostro Paese.
FIRSTonline – Quali sono gli obiettivi principali della sua presidenza di Unioncamere?
LO BELLO – Priorita’ ad innovazione e digitalizzazione. Da metà degli anni ’90 gestiamo il più importante Registro delle imprese d’Europa, totalmente digitalizzato e che offre informazioni continue e complete sulla realtà delle imprese italiane. Ora la sfida è collocare pienamente i nostri mezzi e le nostre “infrastrutture” all’interno dell’Agenda Digitale ricavando una miriade di servizi che possono semplificare in modo decisivo il rapporto tra le imprese e la Pubblica amministrazione e, come dice il premier, “concorrere a realizzare un’Italia più giusta e più semplice e anche più trasparente”. Tante e importanti sono le nostre attività, dalla tutela pubblica del Registro delle imprese, alla internazionalizzazione, alla vigilanza e tutela del mercato, alla lotta contro la contraffazione, alla mediazione e conciliazione.
FIRSTonline – Lei è stato il pioniere della lotta delle imprese alla mafia: che sentimenti Le ha suscitato la recente rivolta dei commercianti e degli imprenditori di Bagheria che si sono ribellati al pizzo?
LO BELLO – La rivolta anti-pizzo di Bagheria, crocevia cruciale nell’immaginario mafioso, è un episodio importante e significativo che incoraggia la battaglia per la legalità. Su questo terreno sono stati compiuti in questi anni passi in avanti rilevanti grazie all’azione repressiva condotta con grande capacità dalle Procure e grazie al diffondersi di strutture antiracket nel territorio. Penso al ruolo della fondazione Antiracket guidata da Tano Grasso, ad
Addio pizzo e a tante altre realtà. Per chiudere il cerchio della battaglia antimafia bisogna ora compiere il terzo passo, che è economico e sociale: far vincere il mercato e cambiare il modello di sviluppo. Più mercato con regole certe vuol dire meno corruzione e meno mafia.
FIRSTonline – Un grande gruppo come Terna ha di recente assunto un’iniziativa inedita per la legalità e la trasparenza: la pubblicazione online di tutte le notizie sui suoi 200 cantieri che impegnano 750 imprese, con l’occhio soprattutto a appalti e subappalti. Che ne pensa?
LO BELLO – Mi sembra un’ottima notizia e un’iniziativa eccellente che spero si possa diffondere. Il nuovo capo di Anas, Armani, viene da Terna: pensi a che enorme passo avanti sul piano della legalità e delle trasparenza si potrebbe fare se anche Anas, per fare un esempio, mettesse a conoscenza di tutti, ogni dato che riguarda i suoi appalti. Ma mi lasci fare un’altra considerazione: l’iniziativa di Terna e il salto di qualità nella battaglia per la legalità e la trasparenza sono resi più semplici dalla digitalizzazione dei dati, che è il nostro mestiere e su cui la nuova Unioncamere può offrire un contributo importante per le imprese e per il Paese, di cui si vedranno sempre di più i frutti.