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INTERVISTE DEL WEEK END – Grieco: “Enel specchio di un Paese che ha ritrovato il gusto di cambiare”

INTERVISTA A PATRIZIA GRIECO, presidente dell’Enel – Dalla fusione tra Enel ed Enel Green Power alla newco Enel per le tlc: “Il nostro gruppo è un po’ lo specchio di un Paese che ha ritrovato la voglia e il gusto di cambiare” – “La velocità di realizzazione delle riforme del governo Renzi non ha eguali” – Grande apprezzamento per Draghi e per Marchionne

INTERVISTE DEL WEEK END – Grieco: “Enel specchio di un Paese che ha ritrovato il gusto di cambiare”

“Oggi l’Enel è un po’ lo specchio di un Paese che  ha finalmente ritrovato la voglia e il gusto di cambiare”. Chi parla è Patrizia Grieco, una vita nelle telecomunicazioni e nell’information technology prima come ad di Italtel, poi di Siemens e di Value Partners e infine di Olivetti, e da un anno e mezzo nuovo presidente di Enel. Tra la fusione  Enel-Enel Green Power e la newco per la banda ultralarga nelle tlc, il gruppo elettrico sta manifestando in questi tempi una velocità di cambiamento pari a quella che il governo Renzi ha impresso al Paese e anche per questo è un osservatorio privilegiato dell’aria nuova che si respira oggi in Italia. Ecco che cosa ne pensa Patrizia Grieco in questa intervista a FIRSTonline.

FIRSTonline  – Dottoressa Grieco, sembra nel suo destino personale occuparsi di tlc come ai tempi in cui, era ad di Italtel e poi di Olivetti.  Ma dai primi tempi in cui Lei era nel gruppo Telecom l’Italia ha perso molto terreno nelle tlc  e ora la competizione internazionale deve vedersela anche con gli over the top (i giganti di Internet): l’Enel può davvero contribuire a far riprendere quota al Paese nelle telecomunicazioni e nella banda ultralarga?

GRIECO – In effetti le telecomunicazioni sono state per molti anni il mio mondo. Rispetto a Telecom e agli altri operatori telefonici l’Enel fa un altro mestiere e, come ha spiegato con chiarezza il nostro amministratore delegato Francesco Starace, non ha intenzione di cambiarlo ma, possedendo una grande infrastruttura come la rete elettrica, può metterla al servizio del Paese per la posa della fibra ottica nel momento in cui avvia la sostituzione dei contatori elettronici. In questo modo l’Enel può accelerare e ridurre i costi dello sviluppo della banda ultralarga attraverso le necessarie sinergie con tutti gli operatori telefonici che vorranno partecipare al progetto.

FIRSTonline  – La mission della newco  Enel per le tlc che è stata affidata alla guida di Tommaso Pompei sarà questa?

GRIECO – Esattamente. C’è una naturale convergenza tra le infrastrutture di rete dell’elettricità e delle telecomunicazioni che noi puntiamo a mettere a fattor comune senza confondere i ruoli e  senza entrare nei contenuti e facendo fare un salto di qualità al sistema Paese. Se, come penso, l’operazione funzionerà, ci sono tutte le condizioni per esportarla con successo anche all’estero.

FIRSTonline – In piena sintonia con la linea del governo Renzi,  Starace ha sostenuto di recente che Enel andrà avanti nella sua newco per la banda ultralarga con o senza Telecom: ma è realistico un salto di qualità su questo terreno senza Telecom?

GRIECO  – Nel progetto di banda ultralarga, la newco di Enel è aperta a tutti gli operatori telefonici che vorranno agire con qualità, costi e velocità competitive  e, se lo vorrà, Telecom Italia sarà naturalmente la benvenuta. Francamente, non vedo perché dovrebbero esserci  veti. Sicuramente Enel andrà avanti comunque, valutando con attenzione le diverse aree di intervento.

FIRSTonline –  Il progetto per le tlc non sono l’unica novità che Enel ha messo sul tavolo: la fusione per incorporazione tra Enel ed Enel Green Power è un altro segnale del rinnovato dinamismo del gruppo che Lei presiede. La ratio dell’integrazione è più finanziaria o più industriale?

GRIECO –  E’ prima di tutto un progetto industriale che non mancherà di garantirci anche benefici finanziari. Ma mi lasci dire che la fusione Enel-Enel Gp  e il progetto della newco per le tlc  sono due facce della stessa medaglia e due passi essenziali per la riconfigurazione dell’intero gruppo Enel in un contesto economico ed industriale in profondo cambiamento.  In particolare, l’integrazione tra Enel e Enel Gp risponde alla vocazione sempre più ‘green’ di Enel che nel nuovo piano strategico  appena presentato indirizza oltre il 50% dei futuri investimenti nelle rinnovabili, quindi proprio su EGP. Tuttavia quest’ultima, in una logica ‘stand alone’, non avrebbe la forza sufficiente per la crescita alla quale è chiamata mentre, portata all’interno di Enel, potrà contare su importanti sinergie finanziarie e industriali. Per quanto riguarda l’Italia, dove siamo  già  leader assoluto nella generazione rinnovabile, con l’operazione tra EGP e F2i finalmente si supererà la polverizzazione del fotovoltaico e si svilupperà un modello di business che da un lato contribuirà a modernizzare il Paese e dall’altro sarà esportabile anche all’estero dove Enel è molto presente in diverse aree del mondo.

FIRSTonline – La velocità del cambiamento dell’Enel sembra in effetti del tutto in linea con il cambiamento impresso all’Italia dal governo Renzi: anche dal vostro osservatorio si percepisce  che in Italia il vento è finalmente cambiato e che si respira aria di ripresa dell’economia?

GRIECO – In un certo senso l’Enel è oggi lo specchio di un Paese che ha ritrovato la voglia e il gusto di cambiare e noi cerchiamo di fare la nostra parte. I segnali di un cambio di passo dell’Italia si percepiscono e vanno ben oltre i numeri del Pil. Colpisce la rinnovata fiducia che l’Italia sta riconquistando sui mercati internazionali e colpisce la maggior capacità di attrarre investimenti esteri che il Paese ha ritrovato.

FIRSTonline – Da cosa dipende, secondo lei, il nuovo clima che circonda l’Italia?

GRIECO – Sono state e sono fondamentali le riforme, sia quelle economiche – dal Jobs Act alle banche popolari, dalla Pa alla scuola – sia e soprattutto quelle istituzionali che rendono il processo decisionale e il sistema più efficienti. Finalmente il Paese ha imboccato un percorso virtuoso che può rafforzare e aumentare la crescita: dobbiamo però proseguire  su questa strada senza battute d’arresto aggredendo i punti ancora deboli del sistema, dalla giustizia alla stessa Pa e a una più efficace spending  review.

FIRSTonline – Nelle precedenti interviste del week end di FIRSTonline, quasi tutti gli interlocutori, che sono espressione della classe dirigente del Paese, hanno indicato in Renzi, in Draghi e in Marchionne i principali artefici della svolta italiana: Lei concorda?

GRIECO – Pur essendo in conflitto d’interesse perché sono stata nominata alla presidenza dell’Enel dal Governo Renzi e perché faccio parte del cda di Cnh di cui Marchionne è presidente, non ho alcuna ritrosia nell’ammettere l’evidenza. La voglia di cambiamento e la velocità di realizzazione delle riforme del governo Renzi non hanno eguali negli ultimi trent’anni: può anche darsi che non tutti i passi riescano alla perfezione ma rispetto all’immobilismo e alla cristallizzazione in cui il Paese era sprofondato la svolta del premier è innegabile. In ciò ha beneficiato della migliore congiuntura internazionale  e anche dell’intelligente e lungimirante azione  di Mario Draghi alla presidenza della Bce.

FIRSTOnline – E Marchionne? Forse il feeling del ceo di Fca con Renzi non è casuale: Lei che ne pensa?

GRIECO – Sono entrambi mossi da grande dinamismo e da una voglia di cambiamento. Marchionne l’ho visto al lavoro da vicino e francamente non ho mai avuto dubbi, anche nei momenti più difficili, che ce l’avrebbe  fatta a rilanciare le fabbriche italiane di Fiat Chrysler con regole nuove all’altezza della nuova sfida competitiva internazionale. Ho grande ammirazione per ciò che ha fatto ma ho anche grande fiducia in ciò che potrà fare con il consolidamento dell’industria automobilistica. Come Renzi, anche Sergio Marchionne non ha paura di decidere e di sfidare l’iniziale impopolarità in vista di obiettivi ambiziosi di sviluppo e di modernizzazione.

FIRSTonline – L’Enel avrà voce in capitolo nella scelta del futuro presidente di Confindustria: chiunque sia, non crede che dovrà cercare di recuperare la Fiat e raccogliere la sfida competitiva che da anni Marchionne ha lanciato?

GRIECO – Penso che la futura Confindustria debba porsi questo problema ma anche altri. Deve procedere alla sua riforma organizzativa  per poter dare l’ulteriore valore aggiunto che può esprimere  verso i suoi associati  e verso le istituzioni. In altre parole, senza confondere i ruoli e senza annebbiare la sua indipendenza, anche Confindustria  potrebbe accelerare il  passo per contribuire senza incertezze alla modernizzazione che il Paese ha avviato e a cui l’associazione ha comunque saputo contribuire in questi anni. 

FIRSTonline – Presidente, in tutta la Sua attività professionale  Lei si è sempre battuta per l’affermazione delle donne e delle donne manager anche in Italia: qualcosa si è fatto con la nuova legge sulle presenze rosa nei Cda ma molto resta da fare. Secondo Lei quali sono le prossime tappe della governance rosa?

GRIECO – Bisogna riconoscere che la legge Golfo-Mosca sulle quote di genere nella governance delle imprese ha dato risultati lusinghieri non solo nell’accresciuta presenza delle donne ai vertici delle società ma per la qualità che le donne manager hanno saputo esprimere nel rinnovamento della classe dirigente. Occorre però una cerniera che agisca non solo top down, ma che promuova dal basso il valore delle donne attraverso una crescita realmente meritocratica. C’è ancora molto da fare sia nei diritti (penso in particolare alla maternità) che nella riduzione del gap retributivo, che resta uno scandalo e un’offesa per le donne, se si pensa che mediamente una donna, a parità di lavoro, guadagna il 7% in meno degli uomini in Italia e addirittura il 16% in meno in Europa

FIRSTonline – Ma all’Enel Lei che cosa ha fatto o che cosa pensa di fare per le donne?

GRIECO – Mi lasci dire che provo orgoglio per aver guidato il nostro Progetto Diversity nei 32 Paesi in cui Enel è presente. e che, per quanto riguarda le donne, ad esempio, prevede che nelle varie fasi di assesment debba essere rappresentata la parità di genere in maniera egualitaria. Ove ciò non sia possibile deve essere indicata la  motivazione, secondo la logica del ‘comply or explain’. La strada è lunga ma penso che abbiamo imboccato quella giusta.


Allegati: L’intervista a Ivan Lo Bellohttps://www.firstonline.info/a/2015/11/01/alessandro-profumo-litalia-si-e-risvegliata-e-sui-/40089fd5-300c-41df-8f66-f9b40795ab58

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