FIRSTonline – Profumo, durante gli ultimi mesi della sua presidenza al Monte dei Paschi, Lei annunciò che voleva cambiare mestiere e coltivare un suo nuovo progetto professionale al servizio delle medie imprese: come Le è venuta questa idea?
INTERVISTE DEL WEEK END – Alessandro Profumo: “L’Italia s’è risvegliata e sui mercati trova fiducia”
INTERVISTA AD ALESSANDRO PROFUMO, già top banker e ora imprenditore-manager di Equita Sim – “La ripresa si tocca con mano e colpisce la rinnovata attenzione degli investitori internazionali verso l’Italia: le ragioni sono molte ma bisogna riconoscere i meriti del premier Renzi” – “Il mio sogno è far crescere 10-15 medie imprese: per questo sono in Equita”.
Alessandro Profumo 2.0, da leader dei banchieri italiani prima in Unicredit e poi al Monte dei Paschi a manager e imprenditore. Di questi tempi Profumo è un uomo sereno che sta coltivando il desiderio di una vita: lavorare in proprio senza più azionisti-padroni e mettere la sua competenza professionale al servizio della crescita delle medie imprese. Ha investito soldi suoi ed è diventato il socio principale e senior partner di Equita Sim, una delle più belle società della comunità finanziaria milanese di cui è presidente. Il nuovo progetto sarà ai blocchi di partenza all’inizio del 2016. “A 58 anni mi sento pieno di energie e ho un sogno: riuscire in pochi anni a far crescere 10-15 delle interessanti aziende del Quarto capitalismo di cui l’Italia è piena”. Ma – come spiega in questa intervista a FIRSTonline – non è solo una coincidenza che il nuovo progetto di Profumo si stia realizzando adesso. “Milano – dice l’ex top banker – sta rinascendo e il governo Renzi sta risvegliando l’Italia”. Ma per Profumo nessuna tentazione politica futura.
PROFUMO – Era un’idea che avevo già maturato in Unicredit. Dopo tanti anni alla testa di grandi gruppi bancari con strutture societarie molto complesse, avevo il desiderio di lavorare in una realtà più piccola che mi coinvolgesse anche come azionista e che mi permettesse di avere più tempo da dedicare personalmente ai clienti. Il momento di sviluppare questo mio progetto è il più adatto: non solo perché siamo finalmente usciti dalla recessione ma perché l’industria finanziaria italiana sta vivendo una fase di forte discontinuità nella quale, pur essendo ancora bancocentrica, il peso e il ruolo delle banche sono inevitabilmente destinati a cambiare e a ridursi.
FIRSTonline – E questo che cosa comporta e che spazi apre?
PROFUMO – Lascia spazi importanti a nuovi soggetti che si collochino tra le medie imprese e i mercati finanziari. Però, vorrei essere chiaro su questo punto: non è più tempo di start up, ci sono già sul campo eccellenti soggetti, come ad esempio Equita Sim, che possono svolgere con successo questa funzione essenziale di cerniera tra mercati e medie imprese e contribuire, con grande professionalità e con la conoscenza diretta, alla loro crescita.
FIRSTonline – A che punto è il decollo del suo progetto e quando partirà realmente?
PROFUMO – Siamo a buon punto. Ho fatto un accordo con gli azionisti di Equita per rilevare con il management la quota di un fondo di private equity. Con il management, che ha una forte presenza azionaria e qualità professionali di prim’ordine, ho anche raggiunto un accordo per gestire insieme il nuovo corso di Equita e incentrarlo sempre di più sullo sviluppo delle medie imprese. Considerando i tempi necessari alle autorizzazioni di Banca d’Italia, che aspettiamo entro l’anno, saremo pronti per il passaggio della maggioranza e per il decollo all’inizio del 2016.
FIRSTonline – Ma lei è già presidente di Equita Sim.
PROFUMO – Sì e non sarà una presidenza di pura rappresentanza perché questo lavoro mi appassiona e mi sento pienamente coinvolto – come senior partner – con il management, che ho trovato eccellente, nel progetto di sviluppo, anche grazie a un tipo di governance che ci siamo dati e che valorizza al massimo il gioco di squadra.
FIRSTonline – Esattamente che cosa fa e che cosa farà Equita Sim?
PROFUMO – I clienti sono principalmente di due tipi: le medie imprese italiane (anche se questo non esclude rapporti con i grandi gruppi) e gli investitori istituzionali. Oggi Equita è forte soprattutto nella consulenza e intermediazione con investitori istituzionali e nell’investment banking e ha una presenza nell’asset management. La sua missione è quella investire molto sulla crescita delle medie imprese, anche in virtù di un lavoro di ricerca e di studio delle aziende che rappresenta il vero valore aggiunto di Equita, che già oggi copre 120 medie imprese quotate. In futuro valuteremo se costituire un fondo dedicato per nostri investimenti diretti nell’equity delle medie imprese.
FIRSTonline – Le ricerche dell’ufficio studi di Mediobanca hanno documentato in lungo e in largo pregi e difetti delle medie imprese del Quarto capitalismo ma hanno messo in evidenza, oltre al loro comprovato dinamismo, la loro diffusa riluttanza ad approdare in Borsa e ad aprirsi realmente al mercato: Equita lavorerà anche su questo fronte.
PROFUMO – Certamente sì. In primo luogo cercheremo di rafforzare le medie imprese che sono già in Borsa e che hanno l’ambizione di crescere e di internazionalizzarsi sempre di più, ma di sicuro accompagneremo verso il mercato dell’equity e/o del debito chi finora è rimasto lontano e non pensa più che la banca sia l’unica fonte dei finanziamenti che servono a un’azienda. Tra le medie imprese quotate e non quotate c’è poi un ampio spazio per il merger and acquisition che rientra nelle nostre corde e c’è la possibilità di avvicinare investitori istituzionali che sono alla ricerca di aziende attraenti. Ma per sviluppare pienamente questa attività è essenziale conoscere direttamente le medie imprese e contare su una attività di ricerca totalmente indipendente e di alta professionalità e reputazione come quella di Equita.
FIRSTonline – Chi sono i principali competitor della nuova Equita?
PROFUMO – Il campo è affollato: nell’intermediazione per clienti istituzionali offrendo ricerca ci 3-4 nominativi, mentre sul lato advisory, oltre ad alcuni operatori esteri e boutiques italiane, ci sono le grandi banche commerciali, ma la concorrenza non esclude la cooperazione su progetti di sviluppo.
FIRSTonline – Nell’orizzonte di Equita ci sarà anche la quotazione in Borsa?
PROFUMO – E’ possibile, nel prossimo triennio considereremo l’ipotesi. Prima dobbiamo sfruttare tutte le potenzialità che Equita e il suo management hanno.
FIRSTonline – Profumo, ma dopo una carriera straordinaria come la sua al vertice di grandi banche, adesso qual è il suo obiettivo personale?
PROFUMO – Ho 58 anni ma mi sento pieno di energie e faccio un lavoro che mi piace tantissimo con persone d’eccellenza su cui ho investito. Il mio sogno è semplice e sarò felice se riuscirò a far crescere 10 o 15 delle tante meravigliose medie di cui questo Paese è pieno.
FIRSTonline – E’ casuale che il suo progetto nasca in un momento in cui Milano conosce una nuova primavera e in Italia affiorano finalmente segnali di ripresa?
PROFUMO – Non è affatto casuale. L’importanza del contesto è decisiva. Milano sta vivendo un momento davvero magico e l’Italia si sta risvegliando.
FIRSTonline – Da che cosa dipende principalmente la riscoperta di Milano?
PROFUMO – E’ il frutto della combinazione di diversi fattori di successo. C’è stato naturalmente il grande successo dell’Expo e il dibattito pubblico sulla Carta di Milano. Un altro elemento da non sottovalutare è il cambio dei rettori delle Università milanesi, che adesso sono dirette da rettori giovani, dinamici e disposti a dialogare e a collaborare tra loro. Da non dimenticare sono anche alcune iniziative private d’eccellenza come il Sylos Armani o la Fondazione Prada. Infine ha contato e conta il buon lavoro dell’amministrazione comunale di Milano, avviato dalla Moratti e sviluppato da Pisapia. Hanno poi influito positivamente i cambiamenti urbanistici che la città ha conosciuto e di cui sono parte il riassetto di Porta Nuova e la decisione di spostare nel grattacielo di Piazza Gae Aulenti il quartier generale di Unicredit, che ho avviato personalmente quando ero alla guida di quella banca.
FIRSTonline – Ora però si profila un turning point decisivo come la scelta del nuovo sindaco. In passato Lei ha avuto qualche tentazione politica: potrebbe tornare d’attualità?
PROFUMO – Lo escludo completamente. Quelle politiche sono tentazioni del passato del tutto archiviate. Oggi sono concentrato unicamente sul mio nuovo lavoro e sul progetto di Equita.
FIRSTonline – Milano rinasce ma anche in Italia c’è un vento nuovo e la ripresa finalmente comincia a vedersi: merito della congiuntura internazionale, di Mario Draghi o di Matteo Renzi?
PROFUMO – Sì, finalmente la ripresa italiana si tocca con mano e colpisce la rinnovata attenzione degli investitori internazionali verso l’Italia. Sui mercati si respira un nuovo clima di fiducia verso il nostro Paese. Mario Draghi ha certamente fatto molto e ha migliorato la congiuntura europea ma bisogna riconoscere con onestà anche i grandi meriti del premier Matteo Renzi. Era da anni che l’Italia aspettava le riforme e il suo Governo ne sta facendo tante. Ma, oltre alle riforme già realizzate e a quelle in cantiere, colpisce e viene positivamente percepito il dinamismo di Renzi, che è tanto più benefico quanto più il Paese è rimasto per anni imprigionato dall’immobilismo. Tutto questo all’estero è apprezzato forse ancora più che in Italia.
FIRSTonline – Quali riforme del Governo sono state, secondo Lei, più apprezzate dai mercati e quali sono quelle più urgenti?
PROFUMO – il Job Act e la riforma delle banche popolari sono state molto importanti ma i mercati sanno valutare perfettamente anche il valore delle riforme istituzionali che hanno un impatto rilevante anche per l’economia e possono finalmente dare all’Italia una velocità decisionale che finora non aveva. Per il prossimo futuro mi auguro che vedano presto la luce i decreti attuativi della riforma della Pa e che si dia la priorità al fisco e alla giustizia. Ma c’è un punto che condiziona tutto il nuovo corso della politica italiana ed è l’assoluta necessità di stabilità che spero non venga compromessa da polemiche tutte interne ai partiti.
FIRSTonline – Ora che non fa più il banchiere, come giudica lo stato di salute delle banche italiane?
PROFUMO – Se consideriamo che le banche hanno retto bene a una crisi dell’economia reale spaventosa, siamo quasi di fronte a un miracolo, che non era affatto scontato. Oggi i problemi si addensano soprattutto nelle banche di medie dimensioni e in quelle minori, dove la scarsa qualità della governance e il reticolo dei conflitti d’interesse non sono più sostenibili. Da questo punto di vista la riforma delle maggiori banche popolari, attesa da quasi vent’anni, è molto importante.
FIRSTonline – Sul tappeto, e non solo per le banche minori, resta la montagna delle sofferenze. Si arriverà alla bad bank?
PROFUMO – In un’economia reale crollata a picco, era inevitabile che le sofferenze bancarie crescessero. La bad bank può essere una scelta opportuna che permetterebbe finalmente alle banche di ripulire fino in fondo i bilanci e quando vedo che sui cosiddetti aiuti di Stato l’Europa usa due pesi e due misure come in Germania mi domando se quest’Europa è ancora quella che vogliamo.