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Internet è sotto accusa per la scarsa affidabilità di molti siti: ci vorrebbero i bollini blu

Il direttore del sito “Il Post”, Luca Sofri ha recentemente scritto un libro sulle bufale pazzesche che circolano sui giornali e sul web e il titolo non ha bisogno di commenti: “Notizie che non lo erano”. Sotto accusa c’è tutto il giornalismo ma soprattutto quello online dove i controlli editoriali sono più deboli.

Umberto Eco ha scatenato l’inferno sulla Rete per avere sostenuto che “Internet dà il diritto di parola a legioni di imbecilli che prima parlavano al bar e che ora hanno invece lo stesso diritto di parola di un Nobel”. Apriti cielo.

Come sempre non si può fare di tutte le erbe un fascio, ma è un gran bene che sul giornalismo online si apra finalmente un confronto senza tabù che porti alla ribalta il bisogno di qualità e di affidabilità. Non si può negare a nessuno il diritto di parola ma non basta scrivere su un social per fare giornalismo e men che mai buon giornalismo che, per essere tale, richiede non solo conoscenza della materia e chiarezza espressiva ma anche padronanza delle tecniche giornalistiche e in particolare il costante controllo e la verifica delle fonti e delle notizie.

Ma chi può insegnare a distinguere tra i siti e chi può attestare la qualità e l’affidabilità di un giornale web? Eco fa appello ai giornali tradizionali e alla scuola. D’accordo sull’opportunità che la scuola insegni a filtrare le informazioni di Internet così come dovrebbe insegnare a leggere e a distinguere tra giornali e giornali e tra giornalisti e giornalisti. Eco invece ci perdonerà se manifestiamo totale disaccordo sul fatto che siano i giornali di carta, che spesso riflettono gli stessi difetti di inattendibilità dei giornali web, come documenta il libro di Luca Sofri, a dare le pagelle ai siti web.   Il cielo ci scampi dal giorno in cui giornali trash, anche se di carta, siano chiamati a sindacare ll’attendibilità di un sito come FIRSTonline.

In realtà solo il mercato, e cioè i lettori, possono giudicare la qualità e l’affidabilità dei siti, anche se la scelta non è facile, perché, se il numero dei quotidiani di carta è tutto sommato limitato, quello dei siti è alluvionale. Come un lettore attento alla fine impara a distinguere tra la validità di una testata tradizionale e un’altra e tra l’attendibilità di una firma e l’altra, così il tempo aiuta a distinguere tra un sito e l’altro.

Poiché, tuttavia, la giovinezza e la numerosità dei siti rendono per ora più ardua la selezione di qualità del giornalismo online, perchè non pensare a qualche soluzione transitoria che faciliti le scelte del lettore finché la selezione naturale della specie non avrà reso più semplice la valutazione dei siti e della loro attendibilità?

Niente e nessuno potrà sostituire il giudizio finale dei lettori ma individuare qualche modo per aiutarne le scelte non è impossibile. Perché non pensare, in via sperimentale, a  una sorta di bollino blu che attesti l’affidabilità di un sito e dei suoi singoli servizi giornalistici? Da affidare a chi? Naturalmente al giudizio di un’istituzione di comprovata credibilità e di indiscutibile imparzialità. Nel caso del giornalismo economico online – ma il discorso vale anche per gli altri settori editoriali – si potrebbe chiedere ad un’autorità indipendente come quella della Banca d’Italia di redigere una rassegna stampa web che segnali quali sono, a suo giudizio, gli articoli online che meritano di essere letti per la loro qualità e attendibilità.

Chi scrive ha già apertamente avanzato questa proposta al Direttore generale della Banca d’Italia, Salvatore Rossi, che è un banchiere centrale particolarmente attento alla rivoluzione digitale, in occasione della presentazione del nuovo sito di Via Nazionale. “Capisco lo spirito della proposta ma – è stata la risposta di Rossi – chi siamo noi per arrogarci il diritto di giudicare i siti?”.  Caro dottor Rossi, siete la Banca d’Italia e tra le funzioni del vostro alto magistero perché non annoverare anche la nobile funzione civile di aiutare la crescita e la maturazione dell’informazione economica e finanziaria online distinguendo la qualità dall’inaffidabilità?

Se non sarà la Banca d’Italia, potrebbe essere l’Accademia dei Lincei o singole Università o soggetti  istituzionali o privati di provata competenza e indipendenza a rilasciare un bollino blu per i siti o per i loro articoli più meritevoli. Ma il problema della qualità di Internet c’è ed è ora di affrontarlo. Senza tabù.

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