X

Internet e fibra: in Italia la rete corre ma i servizi no

FIRSTonline

Italiani immaturi nell’utilizzo dei servizi digitali e di Internet. La rete ultraveloce in fibra cresce ad un ritmo molto più rapido che in passato, ma i servizi non reggono il passo. E così, nella classifica che misura lo sviluppo della banda ultra larga nei mercati nazionali ed europei, con focus specifico sia sul lato della domanda che su quello dell’offerta, ci troviamo in contraddizione con noi stessi.

Nel 2019, infatti, l’Italia si è posizionata al 23° posto dell’I-Com Broadband Index (Ibi), elaborato dall’Istituto per la Competitività (i-Com) per quanto riguarda il grado di digitalizzazione degli italiani. Molto meglio invece è andata sul lato dello sviluppo infrastrutturale: siamo al 15° posto in Europa con un punteggio di 85,8 su 100, dovuto soprattutto alla ormai quasi totale copertura raggiunta nelle aree rurali e nella rete Next generation access (Nga) . In pratica, un Italia a due facce in cui addirittura l’Italia retrocede al 23° posto quando si tratta di misurare il grado di utilizzo dei servizi digitali da parte dei consumatori (anche imprese) e in cui guadagna invece posizioni riguardo alle reti in fibra e a banda larga. Tutto ciò è il frutto di una doppia problematica: da un lato infatti cresciamo di meno noi, dall’altro corrono di più gli altri Paesi europei. E il divario, anche in termini di competitività-Paese si allarga anziché ridursi.

FIBRA E INTERNET, LA DOMANDA SALE MA TROPPO POCO

la domanda digitale – spiega il rapporto “Non voglio mica la luna. Le tecnologie digitali al servizio degli italiani” condotto dall’I-Com e presentato a Roma – cresce, ma non a sufficienza, e si attesta al di sotto della media europea: il divario (negativo) è particolarmente accentuato nell’e-commerce, usato da appena il 36% della popolazione, e nella sottoscrizione di abbonamenti con una velocità di connessione superiore a 100 Megabit per secondo (Mbps), che rappresentano poco meno del 15% del totale e neanche la metà della media europea.

Dal punto di vista del grado di digitalizzazione fanno peggio di noi in Europa solo Cipro, Croazia, Grecia e Bulgaria. Gli altri Paesi corrono e noi fatichiamo a recuperare il gap accumulato in passato. In un anno, tra il 2018 e il 2019, l’Italia in questa speciale classifica ha totalizzato 4,8 punti in più, grazie soprattutto all’incremento della sottoscrizione di abbonamenti con connessione veloce, passati dal 2 al 15%: un aumento però insufficiente a scalare posizioni in graduatoria visto che siamo rimasti al 24° posto. Anche perché gli altri sono cresciuti di più: come ad esempio Spagna e Portogallo che nell’ultimo anno hanno fatto un balzo in avanti di quasi 7 punti.

FIBRA E INTERNET, L’OFFERTA E’ IN NETTO MIGLIORAMENTO

Dal punto di vista delle infrastrutture le cose vanno molto meglio. Siamo 15° in Europa con un punteggio di 85,8 su 100, dovuto soprattutto alla ormai quasi totale copertura raggiunta nelle aree rurali e nella rete Next generation access (Nga). Tuttavia, rispetto al 2018 abbiamo perso due posizioni, a vantaggio di Ungheria ed Estonia, soprattutto per via delle difficoltà amministrative e degli impedimenti burocratici che ancora rallentano la realizzazione e il miglioramento delle infrastrutture telecomunicazione nel nostro Paese.

E’ il Nord Europa a far a fare la parte del leone secondo l’indice I-Com. La Svezia guida la classifica europea grazie a un alto livello di copertura e alla percentuale di connessioni con velocità superiore a 100 Mbps: oltre il 71% delle famiglie svedesi ha sottoscritto un abbonamento di questo tipo, a fronte di una media europea del 30,8%. Al secondo e terzo posto ci sono la Danimarca e il Lussemburgo, con un punteggio rispettivamente di 98,8 e 97,4 su 100. Seguono poi i Paesi Bassi e la Lettonia. Tra quelli che hanno registrato performance meno brillanti, invece, ci sono l’Estonia e la Germania, entrambe scese di sei posizioni nella classifica generale, e la Francia, che quest’anno si è posizionata al 19° posto.

“Siamo indietro, troppo indietro, nell’utilizzo dei servizi digitali. E non riusciamo in alcun modo a ridurre il gap con gli altri Paesi. Anzi, la novità è che ci siamo lasciati staccare da gran parte dell’Est e del Sud Europa, che fino a poco tempo fa era più o meno alla nostra portata. Ora occorre reagire” è il commento di Stefano da Empoli, presidente di I-Com che conclude così: “L’Italia digitale è quasi fatta. Ora digitalizziamo gli italiani”.

I-Com: La classifica europea in base all’indice complessivo sullo sviluppo della banda larga
Related Post
Categories: Economia e Imprese