Intercos, azienda brianzola leader del make up conto terzi, sbarcherà sul listino principale di Borsa il prossimo 2 novembre. La società di proprietà di Dario Ferrari, che ha tra i suoi clienti i principali marchi della cosmesi internazionale, ha dunque concluso con successo il collocamento istituzionale finalizzato all’ammissione alle negoziazioni. «L’offerta ha ricevuto un forte interesse da parte di primari investitori istituzionali, con un’ampia diversificazione geografica, determinando una domanda più volte sovrascritta al prezzo di offerta», ha fatto sapere la società.
Il prezzo di offerta è stato fissato a 12,50 euro per azione, quindi nella parte bassa della forchetta precedentemente comunicata (tra 12 e 14,5 euro). In base al prezzo di offerta, il valore totale dell’operazione (che include l’opzione di Over Allotment) risulta pari a circa 350 milioni di euro e la capitalizzazione della società alla data di avvio delle negoziazioni sarà pari a 1,19 miliardi di euro, comprensivi dell’aumento di capitale di circa 44 milioni di euro.
Sono state assegnate 25,4 milioni di azioni, di cui 3,5 milioni di azioni ordinarie di nuova emissione rivenienti da un aumento di capitale e circa 21,9 milioni di azioni ordinarie esistenti, vendute da CP7 Beauty LuxCo (circa 13,9 milioni), società controllata da L Catterton, da The Innovation Trust (circa 5,9 milioni), società controllata da Ontario Teachers’ Pension Plan Board, da Dafe 3000 (circa 216,7 mila) e Dafe 4000 (circa 1,8 milioni), due società controllate da Dario Ferrari, nonché dalla società per conto dell’amministratore delegato Renato Semerari (92.250 azioni).
Il flottante è pari a circa 26,5% del capitale sociale senza tener conto dell’eventuale esercizio dell’opzione di Over Allotment. In caso di integrale esercizio dell’opzione, il flottante sarà pari a circa il 29,2% del capitale sociale della società. Dafe 4000 e Dafe 5000 hanno richiesto e ottenuto la maggiorazione dei diritti di voto per tutte le azioni nella loro titolarità. Le due holding, controllate dal fondatore Dario Ferrari, deterranno complessivamente circa 39 milioni di azioni corrispondenti al 40,7% del capitale sociale totale, con diritti di voto in assemblea pari al 57,9%.
Nell’ambito dell’offerta, BNP Paribas, Morgan Stanley, UBS e Jefferies sono joint global coordinator. BNP Paribas agisce anche in qualità di sponsor a fini dell’ammissione a quotazione delle azioni. Rothschild & Co è advisor finanziario, mentre Cornelli Gabelli e Associati è l’advisor finanziario dell’azionista di controllo. Gli advisor legali incaricati sono White & Case, Maisto e Associati, Studio Legale Giliberti Triscornia e Associati mentre Linklaters è advisor legale per i joint global coordinator.
Non è la prima volta che il gruppo brianzolo cerca di sbarcare a Piazza Affari. Già a ottobre del 2019 era già tutto pronto per il collocamento e Ubs, BNP Paribas, Morgan Stanley e Jefferies avrebbero dovuto collocare a inizio 2020 circa il 50% del capitale in un’operazione dal valore stimato di 1,5 miliardi di euro. Poi però la pandemia e la volatilità sui mercati ha fermato tutto. Nel frattempo, il 1° febbraio 2021, il fondo sovrano GIC Private Limited ha investito nelle holding di Dario Ferrari una quota equivalente al 9% del capitale sociale di Intercos. C’era stato un tentativo di sbarco in Borsa anche nel 2014: il gruppo intendeva collocare circa il 44% per una capitalizzazione tra 320 e 411 milioni di euro. E quella volta l’operazione era stata accantonata per le turbolenze scoppiate sui mercati finanziari.
Intercos, causa effetto pandemia, ha chiuso il bilancio consolidato 2020 con un fatturato in calo a 606,5 milioni di euro, 86,95 milioni di ebitda e un debito finanziario netto di 194 milioni. Il 2019 si era invece chiuso con circa 713 milioni di euro di ricavi, 116 milioni di ebitda rettificato e un debito finanziario netto di 182 milioni, in calo dai 213 milioni di fine 2018.
Lo scorso agosto l’azienda ha incassato un doppio finanziamento da 30 milioni di euro ciascuno da parte di Intesa Sanpaolo e Unicredit, entrambi con garanzia Italia di Sace e della durata di 18 mesi. La linea messa a disposizione da parte di Intesa Sanpaolo è strutturata come una Sustainability-linked Revolving Facility Agreement che induce Intercos a puntare al raggiungimento di obiettivi di sostenibilità, un aspetto su cui da anni l’azienda investe con forza.