Panorama ipotizza, interpreta, attacca. Il Quirinale risponde con violenza e parla di “torbida manovra destabilizzante”. Stamane il settimanale edito da Mondadori (controllata a sua volta da Fininvest, la holding di Silvio Berlusconi) ha pubblicato una “ricostruzione esclusiva” che ha mandato il Colle su tutte le furie. Il periodico titola “Ricatto al Presidente” e sostiene che il Capo dello Stato, al telefono con l’ex ministro dell’Interno Nicola Mancino (ora indagato), si sia lasciato andare a “commenti taglienti su Berlusconi, Di Pietro e parte della magistratura inquirente di Palermo“. Secondo Panorama, sarebbe questo il contenuto delle conversazioni intercettate dalla Procura del capoluogo siciliano durante l’inchiesta sulla presunta trattativa Stato-mafia.
La replica del Presidente non si è fatta attendere e nel primo pomeriggio dal Quirinale è arrivato un comunicato di fuoco. Ecco il testo integrale:
“La campagna di insinuazioni e sospetti nei confronti del Presidente della Repubblica ha raggiunto un nuovo apice con il clamoroso tentativo di alcuni periodici e quotidiani di spacciare come veritiere alcune presunte ricostruzioni delle conversazioni intercettate tra il Capo dello Stato e il senatore Mancino. Alle tante manipolazioni si aggiungono, così, autentici falsi. Il Presidente, che non ha nulla da nascondere ma valori di libertà e regole di garanzia da far valere, ha chiesto alla Corte costituzionale di pronunciarsi in termini di principio sul tema di possibili intercettazioni dirette o indirette di suoi colloqui telefonici, e ne attende serenamente la pronuncia.
Quel che sta avvenendo, del resto, conferma l’assoluta obbiettività e correttezza della scelta compiuta dal Presidente della Repubblica di ricorrere alla Corte costituzionale a tutela non della sua persona ma delle prerogative proprie dell’istituzione. Risibile perciò è la pretesa, da qualsiasi parte provenga, di poter ricattare il Capo dello Stato. Resta ferma la determinazione del Presidente Napolitano di tener fede ai suoi doveri costituzionali. A chiunque abbia a cuore la difesa del corretto svolgimento della vita democratica spetta respingere ogni torbida manovra destabilizzante“.
A stretto giro è arrivata una nota di solidarietà al Capo dello Stato da parte del Consiglio superiore della magistratura: “Nel dare atto al proprio presidente della assoluta correttezza dei suoi comportamenti in tutta la vicenda oggetto, ancora di recente, di pretese rivelazioni giornalistiche – si legge nel testo -, il Comitato di presidenza ricorda in particolare che le conversazioni intercettate non sono nella disponibilità del capo dello Stato sia perché ancora sottoposte a segreto di indagine che certo non si potrebbe istigare a violare, sia perché oggetto del conflitto di attribuzioni sollevato dinnanzi alla Corte costituzionale, che ne deve decidere liberamente il destino, sia perché la loro riservatezza attiene direttamente alle prerogative istituzionali e non personali del presidente della Repubblica. Pertanto, ogni appello a divulgare o a consentire la divulgazione delle intercettazioni sarebbe allo stato irricevibile”.