Tre punti e tanti brividi. L’Inter batte il Venezia al fotofinish e scappa così a +5 sul Milan, in attesa del match di questa sera con la Juventus che potrebbe darle un pezzetto di scudetto. Fino a qui tutto normale, se non fosse che per avere ragione dei veneti, privi di cinque giocatori per il Covid, c’è voluta una rimonta tutt’altro che semplice, completata da un gol di Dzeko al 90’. Si può dire insomma che sia tornata la “pazza Inter”, almeno a guardare gli ultimi 10 giorni, considerando i successi con Juventus in Supercoppa ed Empoli in Coppa Italia.
Ancora una volta, al netto di un pizzico di fortuna, si è vista però la grande varietà di soluzioni offensive di Inzaghi, sia negli uomini (l’ingresso di Dumfries ha cambiato il match) che nelle giocate. E così, dopo il gol di Barella (40’, nato però da un possibile fallo di Dzeko su Modolo) che aveva risposto a quello iniziale di Henry (19’), a indirizzare i 3 punti verso Milano è stato un bel colpo di testa dello stesso Edin, splendidamente servito dall’esterno olandese con un cross solo da spingere in fondo al sacco.
Resta comunque la sensazione di una squadra meno brillante di qualche tempo fa, paradossalmente un po’ fiaccata dalla sosta natalizia, quasi avesse abbassato la tensione nervosa, ma anche la certezza che questa Inter riesce sempre a venirne a capo, anche quando le gambe girano meno e le partite si mettono male. “Dzeko ci ha risolto un bel problema, ma tutta la squadra ci ha creduto fino alla fine – il commento soddisfatto di Inzaghi -. I ragazzi sono stati bravi considerando il gol subito all’inizio e i tanti minuti dell’ultimo periodo, il problema più grande però è il campo di San Siro, per noi e per il Milan. Da 20-25 giorni il problema è peggiorato, la società si è già adoperata per cercare di risolvere perché non è mai stato così: bisogna cercare di porre rimedio al più presto”. Se ne riparlerà dopo la sosta, quando l’Inter sarà comunque al comando del campionato, indipendentemente dai risultati odierni.
Ieri però, oltre al match dei nerazzurri contro il Venezia, c’era anche un interessantissimo Lazio-Atalanta, importante sia per la lotta scudetto che per quella all’Europa. Tanto rumore per nulla, verrebbe da dire, se non fosse che lo 0-0 finale è figlio soprattutto della situazione dei bergamaschi, letteralmente martoriati dal Covid, tanto da festeggiare il pareggio dell’Olimpico come una vittoria. Già, perché va bene avere una mentalità offensiva ma se sei costretto a giocare senza Zapata, Muriel, Ilicic e Malinovskyi, giusto per citare i quattro davanti, è difficile pensare di poter vincere le partite. Gasperini ha così cambiato il suo sistema di gioco, trasformando la Dea in una squadra da difesa e contropiede, facendo così di necessità-virtù. “Potevamo fare di più, ma per me è difficile non essere contento – ha spiegato il tecnico in sala stampa -. Tanti giocatori erano fuori ruolo, abbiamo dovuto arrangiarci, per fare di più dovevamo avere più alternative in attacco: non è solo Zapata, mancavano anche Malinovskyi, Muriel, senza contare Boga, che ancora non si è unito a noi. Dobbiamo accettare questa situazione di emergenza, affrontare la Lazio con dieci giocatori fuori e averla mantenuta a distanza, con una partita da recuperare, fa bene al morale”.
Diverso invece il morale in casa Lazio, dove c’è la sensazione di aver sprecato un’occasione importante di fronte a un avversario decimato, forse l’ultima per accorciare la classifica e tentare una rimonta Champions. I biancocelesti ci hanno provato poco, costruendo una sola vera occasione con Zaccagni, fermato dal palo, a fronte di una partita con pochi guizzi, senza la capacità di scardinare la difesa della Dea. “A loro mancavano tanti giocatori? A noi cinque, più due che ho ritrovato ieri – ha ribattuto Sarri -. L’aspetto positivo è che, da un mese a questa parte, stiamo in campo da squadra vera, abbiamo anche fatto una bella fase offensiva, perché siamo arrivati con facilità sulla trequarti, con un bel palleggio. Ci sono mancati gli ultimi 20 metri, ma venivamo da una partita finita ai supplementari, in un momento in cui abbiamo spremuto gli stessi giocatori, soprattutto a centrocampo: l’abbiamo pagata in termini di brillantezza”.
Il sabato di campionato si conclude così con l’Inter in fuga e l’Atalanta frenata, il che rende la domenica che ci apprestiamo a vivere ancor più elettrizzante: chi insegue i nerazzurri non può sbagliare, chi invece punta al quarto posto non può sprecare la chance di accorciare.