L’ultima occasione prima di alzare bandiera bianca. Il discorso vale soprattutto per l’Inter, chiamata a vincere per avvicinarsi un po’ alla Roma, ma anche per il Frosinone, impegnato in una lotta salvezza serratissima e di difficile lettura. Al Matusa (ore 15) andrà in scena una partita molto delicata, nella quale il margine d’errore è praticamente vicino allo zero per entrambe le squadre. Certo, se i nerazzurri non avessero perso col Torino le premesse sarebbero decisamente diverse: la sconfitta di domenica scorsa invece ha vanificato quasi del tutto i sogni di gloria, tanto che in molti si chiedono se questo non possa avere ripercussioni sui progetti futuri. L’argomento più dibattuto nell’ambiente nerazzurro riguarda Mancini, di nuovo sulla graticola dopo un periodo in cui le cose sembravano essersi aggiustate. “Ad oggi mi do un voto basso e il discorso riguarda me, non certo i giocatori – le parole del tecnico. – Quando inizi un lavoro pensi sempre di poter sistemare tutto in poco tempo, invece molto spesso non è così. Per ricostruire ci vorrà ancora un po’, purtroppo abbiamo perso molti punti nel girone di ritorno ma sono convinto che siamo sulla buona strada”.
Autocritica forte, una vera e propria manna dal cielo per i numerosi detrattori del Mancio, arrivati a rimpiangere Mazzarri pur di non vederlo più sulla panchina dell’Inter. Scenario impensabile fino a tre mesi fa, quando i nerazzurri guardavano tutti dall’alto in basso e consideravano la Champions una pura formalità, sempre più concreto oggi, anche alla luce delle offerte straniere (si parla dello Zenit San Pietroburgo ma occhio al Real Madrid) che continuano a lusingare il tecnico di Jesi. Oggi però la priorità si chiama Frosinone, avversario ostico soprattutto nel catino amico del Matusa, sin qui teatro di quasi tutti i punti raccolti in classifica (22 sui 27 totali). E se a questo aggiungiamo che l’Inter non vince in trasferta da più di tre mesi (6 gennaio, 1-0 a Empoli) si capisce come il match sia tutt’altro che scontato, indipendentemente dalle differenze tecniche tra le due squadre. Mancini ha problemi soprattutto in difesa, dove mancheranno gli squalificati Miranda e Nagatomo; il 4-2-3-1 nerazzurro vedrà così Handanovic in porta, D’Ambrosio, Murillo, Juan Jesus e Telles in difesa, Medel e Kondogbia a centrocampo, Eder, Brozovic e Perisic sulla trequarti alle spalle dell’unica punta Icardi. Stellone, costretto a rinunciare allo squalificato Dionisi, risponderà col solito 4-3-3: Leali tra i pali, Rosi, Ajeti, Blanchard e Pavlovic nel reparto arretrato, Frara, Gucher e Gori in mediana, Paganini, Ciofani e Kragl in attacco.